La domanda che ha fatto il
discepolo ai suoi compagni, circa il potere di Gesù di acquietare il vento e il
mare, è ancora attuale. Ci si chiede, come sia possibile, con il solo parlare,
la natura abbia ubbidito a Gesù, in carne, anche se seconda persona di Dio. Per
provare a dare una risposta che abbia una logica nel nostro mondo razionale,
non possiamo che usare la mente, la sola, che ci è stata data come ragione
d’esistenza nell’universo. Avendo come riferimento le Sacre Scritture, ci si
accorge che Dio, dal principio usò la Parola per formare il creato, la quale,
sarebbe il centro esecutore del pensiero di Dio, cioè Gesù. La Parola, sarebbe
l’Entità che rimane in attesa di eseguire ciò che ancora non esiste e che
vagherebbe informe, come in un sogno, nella mente di Dio. Cosi, Dio possiede il
raggruppamento delle tre Entità che sono superiori a quelli dell’uomo, costituito
di corpo, anima e spirito e che fa parte del creato, e l’uomo è diventato
come uno di noi. Dio, nella sua complessa personalità è “Supremo, Unico in assoluto”. Da ciò, potremmo azzardare a dire che,
nell’uomo sarebbero racchiusi tutti gli elementi dell’universo, perché egli è
parte di esso, mentre in Dio, vi sarebbero gli elementi che dominino la materia
dell’universo ed è supremo sul visibile e invisibile. Facile sarebbe, allora,
capire quando Gesù, sgridando agli elementi della natura, essi gli ubbidirono.
Luca 8:25 E Gesù disse ai suoi discepoli: "Dov’è la vostra fede?".
Ed essi, impauriti, si meravigliavano e si dicevano l’un l’altro: Chi è mai
costui, che comanda anche al vento e all’acqua, e gli ubbidiscono? E ancora,
la natura gli ha ubbidito quando Egli impastò il fango e guarì il cieco.
Comprensibili diventerebbero, anche tutti i miracoli, anche quello di Lazzaro,
considerati eccezionali per la nostra realtà. Se fosse logica questa ipotesi,
si rimane spiazzati nel capire i motivi del sacrificio che Gesù ha fatto sulla
terra. Tuttavia, su questa interpretazione abbiamo le Sacre Scritture che ci
fanno comprenderne i motivi, relativi al rapporto di Gesù con Dio e della sua
missione. Difficoltosa, se non impossibile, rimane la comprensione di un
antagonista chiamato, satana, che, pur facendo parte del mistero di Dio, non è
chiara la sua posizione, come elemento universale. In riguardo al potere di Gesù come Parola di
Dio, Egli, dichiara che la sua funzione esecutrice dipendente dalla volontà dal
Padre. Come detto, Egli, è il Creatore, dal nulla crea e muove la natura. Così,
nella sua facoltà, se Gesù avesse detto al monte, spostati, esso si sarebbe
spostato, allo stesso modo, quando rimetteva i peccati, essi erano
rimessi. Con questa tesi, quando Gesù,
era sulla terra, in Lui, risiedevano nascosti, i poteri di Dio. Infatti, Egli
spesso dice, che ogni cosa che avrebbe chiesto al Padre, Egli gliela avrebbe
esaudita. Sulla visione, in cui, Gesù è alla destra del Padre, nel suo Regno,
ci si chiede, se Egli, essendo stato generato, vale a dire, che Gesù, come
Parola, sia uscito dal Padre, così, come l’anima nostra uscirà da noi, Giovanni
1:2 Egli (la Parola) era nel
principio con Dio, ci si chiede se, Egli, essendo uscito dall’Entità del
Padre per creare, potrebbe alla fine del ministero, rientrare di nuovo dentro
di Lui. Tuttavia, Gesù essendo stato generato, si crede che rimarrà fuori,
poiché, il suo Trono è accanto a quello del Padre. Apocalisse 22:3 E qui non ci sarà alcuna
maledizione; in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello e i suoi servi lo
serviranno. Con riferimento ai suoi servi che lo serviranno. Sembra che
l’esistenza della gerarchia tra il Re Dio e i suoi sudditi si ripeta, in un
luogo eterno, chiamato Paradiso o Regno di Dio, ma che questa volta, sia la
fase finale di un’apocalittica trasformazione del nulla, in una formazione del
tutto, ove il tempo come dimensione astratta si concreta per fermarsi e
divenire eternità.
Pace e fede nel Signore
Blog biblico pr. Avv. Giuseppe Drago, Esaminando i fatti
mercoledì, dicembre 07, 2016
mercoledì, novembre 30, 2016
DA O DI
Capire che tipo sia la persona di
Gesù non è di facile lettura e nemmeno è chiaro immaginare come il suo rapporto
con Dio, sia relazionato. Le prove su cui si può fare affidamento sono i
miracoli, che rappresentano parte integrante per tutto ciò che Egli dice e la
testimonianza del popolo. Tuttavia, nasce un problema serio quando si traducono
i libri originali, essendo che essi sono, avvolte, deteriorati e mancanti di
parti importanti. Anche con riferimento
alla traduzione, si può avere per ogni lingua un significato distorto, ma
comunque vicino all’originale. Apocalisse 1:5 e da Gesù Cristo, il fedel testimonio, il
primogenito dai morti, e il principe dei re della terra. Ad esso, che ci ha
amati, e ci ha lavati de’ nostri peccati col suo sangue;
Il fatto che alcuni traducono da e altri di, crea, a
nostro avviso, un problema non indifferente. Considerando che la preposizione
da, indica una provenienza e, quindi, un moto, essa è diversa da, di, che
indica, una specificazione. Se leggiamo che Egli è il primogenito dei morti,
essendo, la di, una specificazione porta a intendere che Gesù sia morto nella
sua totalità e che Dio lo abbia dopo risorto. Su questo fronte, non si
capirebbe, come, da morto totale, Egli, abbia evangelizzato ai morti negli
inferi, che stanno nello stato di anime a riposo. Questo contrasterebbe l’affermazione di Gesù,
quando dice che Egli è la via, la verità e la vita. Se è la vita, Egli è sempre
vivo.
Consideriamo adesso la preposizione che altri
traducono con, da. Come abbiamo detto sopra,
questa specifica un movimento. … il
primogenito dai morti. Essendo che indica un movimento, Gesù si è mosso da un
luogo ed è andato dai morti e dai essi si è poi dipartito per ritornare nel
luogo da dove era partito. Indipendentemente dall’originale quale esso fosse,
si deve sostenere il principio che Gesù è vita:
Giovanni 10:18 Niuno me la toglie, ma io da me stesso la
dipongo; io ho podestà di diporla, ed ho altresì podestà di ripigliarla; questo
comandamento ho ricevuto dal Padre mio. Da quest’affermazione, Gesù è sempre vivo. Che
cosa è successo, allora, da quando fu arrotolata la pietra? Si suppone, con un
certo grado di certezza che, Gesù sia uscito dal corpo morto, con la sua vera
natura di seconda persona della Trinità, sia disceso negli inferi a
evangelizzare, perché vivente, e al terzo giorno sia risalito rientrando nel
corpo morto. Da questo momento è risorto, cioè, il corpo si è rialzato, e
subito dopo, è tornato in vita quando è uscito dalla tomba tra i vivi. Romani
14:9 Poiché
a questo fine Cristo è morto, è risuscitato ed è tornato in vita: per
signoreggiare sui morti e sui vivi. Ecco
le tre parole: morto, risuscitato e tornato in vita, si riferisce al corpo
materiale di Gesù sulla terra, poiché Gesù nella sua vera natura è sempre il Vivente.
La traduzione corretta sarebbe la preposizione da, che indica il movimento del
Vivente tra i morti, lungi che sia Egli stato morto tra i morti. Bene hanno
fatto quei traduttori che hanno scritto da e non di, poiché un osservatore
acuto non accetterebbe che Gesù sia stato il morto tra i morti, ma il Vivente
tra le anime dei morti.
Pace e fede nel Signore
mercoledì, novembre 23, 2016
DIO CI HA LASCIATI?
Oggi,
più che mai, si crede che Dio ci abbia lasciati al nostro destino e che, questo
mondo, rotolando nell’universo, corre senza una meta nelle tenebre. Se fosse
così, non si capirebbe lo scopo che abbia avuto Dio a creare una realtà
per poi dimenticarsene. Se per creare una tale realtà, Dio deve possedere un’intelligenza
impensabile, per conseguenza si deve credere che Egli, abbia lasciato un
elemento identificativo e possibilmente un collegamento di se all’uomo. Da questo, conosciamo che, l’unica testimonianza
che fa fede all’esistenza di Dio, sono le Sacre Strutture, che dichiarano, in
parte, l’opera e il carattere di Dio. Di quanto è scritto, chi si sentirebbe di
dire che quello dichiarato non sia accaduto? Se un antenato, avesse scritto di
aver visto una cometa, questo scritto sarebbe testimonianza di un avvenimento
reale, ma ancora più credibile, sarebbe la testimonianza se comprensiva di una
gran moltitudine di persone. I fatti narrati, intorno al ministero di Gesù, non
possono essere occultate, poiché, grande moltitudine di persone sono state
testimoni, e nel tempo, le Scritture sono sempre state valorizzate come verità
assoluta, essendo che, chi li ha accettati e ha osservato i comandamenti, di quanto
possibile, si è accorto che è stato misteriosamente aiutato da Dio. E’ tutta una questione di convincimento e sentimento
spirituale, poiché Dio è Spirito. Chiarito questo dubbio, possiamo dire che la lettera
ai Romani, è stata ispirata dallo Spirito Santo a San Paolo, che l’ha scritta,
specificatamente, all’impero Romano, meglio identificato, come Europa. E’
conveniente se non importante, leggerla e capire i riferimenti che essa fa sulla
decadenza, ideologica e morale che questo impero sta andato in contro. Non vale
più considerare la storia o il sistema del più o del meno avanzata nazione
accanto, per seguirne le sorti. Facendo appello alla grande evoluzione di
pensiero, si chiede se non sia doveroso riflettere e osservare l’insegnamento
di questa lettera, che rileva gli ostacoli da evitare. Romani 1:26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le
loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura.
Queste parole aprono un dubbio e una costatazione. Nel primo caso, se fossero
riferiti ai tempi dell’impero romano, allora, sarebbe da considerarle come
riferimento storico, e non ci sarebbe da preoccuparsi per il presente, ma
essendo che lo scritto vale per tutti i tempi, come Parola di Dio, allora
esiste un problema. E’ nel dubbio che si segue la concezione dei propri
sentimenti ovvero, stanchi di una limitazione ritenuta obsoleta, si vuole
cambiare? Nel primo caso, il dubbio potrebbe sorgere, dal fatto che Dio avendo detto
che questo è il tempo in cui, Egli, non si fa sentire, l’uomo non sappia
decidere. Da questa impasse, le Sacre
Scritture ci danno il supporto per conoscere la volontà di Dio e attuarla. Se
ci si ritiene stanchi di una limitazione della libertà, allora, si è persa la
costanza della fede che chiede Dio, in primo luogo. I fatti e le conseguenze
disastrose, che stanno accadendo, sono una risposta silenziosa a un ammonimento
ripetitivo non ascoltato. Dio non deve
sempre parlare e ammonire, l’uomo, altrimenti egli non sarebbe degno del libero
arbitrio.
2°
Lettera a Timoteo: Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili ………….
traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, (5)
aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro
allontanati. Le parole negli ultimi giorni, sono una profezia reale che sta
accadendo, in modo veloce e precisa, poiché, la corruzione riveste la legge
dello stato, avvalorando la trasgressione contrastata e odiata da Dio.
Tuttavia, se sappiamo che tutto questo deve accadere, comprendiamo anche che vi
sono guai per chi lo commette. Tutto diventa un rapporto liberatorio di
partecipazione o di ritenzione. Se l’uomo avveduto è avvisato, come egli sarà
giudicato se trasgredisce il comandamento? Non si capirebbe, a questo punto, la
decisione dei molti convertiti a Dio, che cedono alle lusinghe o al timore di
una forza avversa. E’ con questo comportamento che l’uomo abbandona Dio e non
al contrario, la rottura di una promessa la sta facendo l’uomo affermando che
Dio non si fa sentire. Bisogna, allora, decidere se la creatura deve comandare Dio.
Se il giorno del morire è una data incancellabile e, il vivere col rimorso di
avere ceduto ad altri dii, è un peso insostenibile, allora meglio sarebbe
seguire la volontà di Dio, di cui, abbiamo prove delle sue profezie, poiché, sicuramente
a suo tempo ne saremo giustificati.
Pace e
fede nel Signore
domenica, novembre 20, 2016
IL CRISTO CROCEFISSO
Due domande escono dalla mente
dell’uomo, quella se era necessario e cosa significa la crocefissione di
Cristo. Sulla prima, se era necessario. E’
quasi un obbligo fare un collegamento al principio dei fatti, cioè esaminare le
cause della caduta dell’uomo e comprendere, se Dio abbia voluto o no che tutto ciò
accadesse. Valutare la conseguenza della condanna, essendo che, non contenendo un
termine, fu considerata eterna, cioè, non sarebbe rimasto dell’uomo, nessuna traccia
né memoria nel creato. La situazione, per certi aspetti, rispecchia quella del
diluvio, che Dio, stanco di avere creato l’uomo lo voleva sterminare dalla
faccia della terra. Nel caso di Adamo, bisogna considerare la sua ingenuità
contro il raggiro di satana, ma anche l’ipotesi, divenuta sempre più condivisa,
che Dio, avendo sconfitto Lucifero e i suoi angeli, li abbia sostituiti nella
terra con l’uomo, ad anima vivente,
formato, in modo particolare, con le sue stesse mani. Caduto l’uomo, o fatto
cadere da Dio, Egli, gli dà facoltà di conoscere il bene e il male, divenendo, dice
Dio, come uno di noi. Da questa
concessione, la terra ne diviene un banco di prova e di perfezionamento per
l’uomo, affinché, fosse assunto nei luoghi divini, con il compito di guidare
gli angeli. L’attuazione di questo divino progetto, richiedeva la liberazione dell’uomo
dal peccato, affinché fosse idoneo a stare di fronte a Dio. E questa, non
poteva essere fatta da un uomo, essendo che era eterna la condanna emessa da
Dio. Così, la necessità della discesa di Gesù sulla terra, per cancellare la
condanna e porre la condizione di salvezza era, oltremodo, necessaria, che
fosse stata fatta da Gesù. Il significato della crocefissione, integra invece un complesso di riferimenti non
facilmente identificabili che si collegano, all’allegorica rappresentazione
figurativa del Golgota, con il Giardino dell’Eden. Innanzitutto ci si chiede,
fu un caso, che Gesù fu posto in croce tra due ladroni, o Egli ha voluto che
fosse in quel modo, per mandarci un messaggio?
Se
leggiamo i versi nel vangelo di Matteo 5:17 Non
pensate ch’io sia venuto per annullar la legge ……anzi per adempierli., ci
accorgiamo che tutto quello che Gesù ha fatto e detto è stato in stretta
osservanza di quanto annunziato dai profeti e confermato dalla Legge. Quando
Egli operava, sulla terra, durante il suo ministero, ogni volta lasciava una
traccia della manifestazione di Dio, tale che, ognuno potesse trarre uno
specifico significato divino del suo ministero. Così, nel momento in cui
battezzava, come fatto mirabile o quando divideva il pane, come fatto minimo e
poco espressivo, Egli, eseguiva una direttiva di Dio Padre. Proprio quando fu
sulla croce, che disse, tutto è compiuto,
anche lì, l’osservanza della Legge fu adempiuta da Gesù, dal principio, fino
alla fine del suo soggiorno terreno. Il significato trasmesso da Gesù dal
Golgota, vale soprattutto, per il modo in cui Egli fu messo in croce tra i due
ladroni, poiché essi fanno parte a pieno titolo, al completamento e al
significato del suo ministero sulla terra. Matteo 27:38 Allora
furono crocifissi con lui due ladroni: l’uno a destra, l’altro a sinistra.
I ladroni, non furono collocati da un lato, ma uno alla sua destra e l’altro
alla sua sinistra, per un preciso concetto divino, ignoto a quelli che lo
crocefissero e agli stessi sacerdoti. Quale poteva essere il significato di
quella posizione, quanto mai singolare?
Esaminiamo
prima il significato delle tre croci, ove al centro stava Gesù. Guardando il
Messia, martoriato in croce, per il sacrificio, ci conduce a ricordare le sue
parole, quando Egli aveva detto di essere, la via, la verità e la vita e di
essere anche l’Alfa e l’Omega. Se l’Alfa, rappresenta il principio del creato, insieme
alla terra ma non, il regno di Dio, allora, quando il Signore fece crescere la
vegetazione nel Giardino di Eden, già, da allora, l’albero della vita,
rappresentò Gesù, che è la vita ed è anche l’Alfa. L’Omega, avrebbe avuto il
significato della fine della sua dimora sulla terra, soltanto, e non quella del
creato, poiché altrove e sicuramente, in Paradiso, Egli, ci sta preparando il
posto. Non certo, il riferimento all’Omega, si riferisce al regno di Dio, che è
eterno.
Da tutto
questo si deduce che i ladroni, rappresentarono l’albero della conoscenza del
bene e del male, che era, nel Giardino, accanto all’albero della vita. Così,
nel Golgota, quando uno dei ladroni si convertì a Gesù, raffigurò quel ramo dell’albero
del bene, che passò dalla parte di Gesù,
mentre, l’altro ladrone, rimase nel male, raffigurante il ramo dell’albero del
male. Il quadro delle tre croci, riproducono la situazione dell’albero della
vita, che è Gesù, e l’albero della conoscenza del bene e del male del Giardino,
come fase finale di Adamo ad anima vivente, prima, e quella dell’ultimo Adamo,
a spirito vivificante, che è Gesù. Il tutto raffigura la fine della creazione
divenuta caducata e l’inizio delle condizioni di salvezza operate da Gesù,
mediante il sacrificio sulla croce, che spiega la condizione e il significato
del suo riferimento di essere l’Omega dei tempi, ancora da venire. In quel
momento, nel Golgota, lo scontro con le forze avverse, fu aspro ma Gesù li
vinse e la croce, simboleggiò la spada conficcata nel cuore di satana,
sconfitto e saldamente inchiodato.
Una
lettura, questa, che coinvolge tutto il percorso biblico dalla Genesi fino al
sacrificio di Gesù, mentre resta attuale il suo ministero, operante alla destra
del Padre, e del suo ritorno.
Pace e
fede nel Signore
sabato, novembre 12, 2016
LA MADRE DI GESU'
Sappiamo
che ogni nazione è sorretta da una legge fondamentale atta a tutelare, per
primo, il diritto della famiglia e il rispetto di ogni individuo, e costituisce
la pietra angolare su cui si poggia tutta la struttura legislativa di un paese.
Questo principio non è stato fondato dall’uomo ma da Dio. Sin dalla Genesi, Dio
ha fondato l’istituto del matrimonio che ha costituito la legge naturale per tutto
il mondo. Tuttavia, nelle Sacre Scritture si notano delle circostanze che,
apparentemente contrastano questo principio di legge divina, come richiamato, per
esempio, nei salmi, nei proverbi o nelle lettere di San Paolo, riguardo al
rispetto dignitoso che deve esistere tra i membri di una famiglia. Nel caso in
oggetto, se in prima lettura, possa sembrare che la risposta di Gesù alla
persona che l’ha informato della presenza di sua madre e i suoi fratelli che lo
cercavano, possa apparire distorcente da questo principio di rispetto, l’uomo
sbaglia, se dovesse giudicare con la ragione, anziché con lo spirito.
Matteo
12:48 Ma egli rispondendo, disse a colui
che lo aveva informato: Chi è mia madre
e chi sono i miei fratelli? Tre
elementi devono essere presi in considerazione, nella riflessione analizzata,
che Gesù, oltre ad essere la vita e la via, è la verità. Se, Egli, ha attribuito la sua reciproca appartenenza
filiale a tutti quelli che fanno la volontà di Dio - Matteo 12:50 Poiché chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei
cieli, mi è fratello, sorella e madre - ha rivelato in modo immediato e
inatteso, la sua provenienza divina, e di essere l’Unigenito Figlio di Dio, estraneo
al rapporto familiare di questo mondo, anche come figlio terreno di Maria.
Gesù,
non può essere, anche figlio della creatura, altrimenti Maria, sarebbe sposa a
Dio e non avrebbe avuto motivo di chiamare Dio, mio Signore e di essere sua
serva, anche se Sara chiamò signore Abramo. Quest’ultima è una relazione tra un
uomo e una donna di terra, mentre Gesù è l’unico divino Figlio dell’unico Dio,
e non di Dio e di una donna. Gesù è sempre esistito con Dio, il procedimento della
sua nascita da Maria, altro non è, che la sua incarnazione per apparire sulla
terra. La rilevanza di questo distacco filiale è ancora manifesta nella
circostanza delle nozze di Cana: Giovanni 2:4
Gesù le disse: Che cosa c’è tra te
e me o donna? L’ora mia non è ancora
venuta. Maria, anche in questo caso,
non riprende Gesù da questa, apparentemente, aspra risposta, poiché, si suppone
che lei conoscesse già la sua estraneità alla filiazione con Dio. Essendo, già
assodato, che Gesù è il solo Figlio di Dio, e che il compito di Maria era
quello, di amministrare il Messia, non come madre, ma come Figlio di Dio. Si
ricordi quando Gesù insegnava nel tempio. Infatti, il rapporto divino di Gesù, solo
col Padre, s’intravede, anche nel momento, in cui, Gesù fu messo in croce.
Giovanni 19:26 Gesù allora, vedendo sua
madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: Donna, ecco tuo figlio. Gesù
considera Giovanni, fratello e lo lega a Maria come figlio, sostituendo se
stesso, divino, con uno di terra, alla filiazione, di cui Egli, ne è stato
ospite, essendo stato sulla terra solo per esaudire una missione di salvezza. In
questo modo, Egli, conferma l’istituto della famiglia istituita da Dio dal
principio, con una configurazione tra individui di terra. A rimarcare quanto è
stato detto, si richiama la conferma di Dio, quando dice, questo è mio Figlio,
di cui, ne ho preso compiacimento. Queste parole pronunciate da Dio, danno garanzia
assoluta dell’unica relazione che Egli ha, con Gesù, suo Figlio. La dichiarazione, chiara e irrevocabile che
Maria fa al Signore, dimostrano e confermano il rapporto di filiazione terreno
di Gesù nei confronti della madre Maria, come donna scelta da Dio per l’incarnazione
di Gesù sulla terra. Luca 1:46 E Maria disse: L’anima mia magnifica il
Signore, ….47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore… Ecco perché Gesù
chiama Maria donna, pur essendo sua madre terrena,.
Pace e
fede nel Signore
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