venerdì, febbraio 01, 2019

DIO VUOL FAR MORIRE MOSE'



         Difficile comprendere la motivazione, per cui, Dio decise di far morire Mosè. Esodo 4:24 Mentre si trovava in viaggio, il Signore gli venne incontro nel luogo dov’egli pernottava, e cercò di farlo morire. Da questo verso, esaminiamo due elementi che possono aiutarci a capirne le ragioni. Consideriamo per primo punto il verso che parla della circoncisione, che rappresenta uno dei patti di Dio fatti all’uomo. In Genesi 14:14 L’incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto. La parola, sarà tolto, si riferisce o di far morire il giovane israelita incirconciso o di ripudiarlo dal popolo. Da questo proposito, ci chiediamo come possiamo intendere il fatto che Mosè, incirconciso, abbia avuto il favore di Dio, essendo che il patto fu già formulato nella Genesi?  Aprendo un’ipotesi plausibile, consideriamo che in buona fede, Mosè, avendosi tolto i sandali al comando di Dio, egli calcò, a piedi nudi, la terra sacra alla presenza del Signore. Questa possibilità concessa a Mosè che potesse stare di fronte alla Maestà, si suppone che abbia purificato il suo corpo, tale che, ne ricevette una chiara trasformazione sia nel volto che nella mente. Questa mutazione denota la grazia scaturita da Dio, che pur Mosè non essendo circonciso, perché proveniente dalla cultura egizia, era in buona fede non consapevole del patto. Questo privilegio di essere accettato, gli diede la facoltà di sussistere nel suo popolo, come un incirconciso graziato. Il secondo punto è dato dal fatto che, avendo Mosè acquisita la conoscenza del patto di circoncisione, non considerò necessario di eseguirlo a suo figlio. Quindi, l’ira di Dio, non si accese per il fatto che il figlio di Mosè non fosse circonciso, poiché, Dio ne poteva fare anche a meno, come aveva fatto con lui, ma fu, per la disubbidienza di Mosè di non avere eseguito su suo figlio il patto di Dio. Di questo carattere superficiale, sappiamo che Mosè ne è stato attore, in altre occasioni, per esempio nelle acque di Massa e Meriba. Questa disubbidienza, in riguardo alla non circoncisione del figlio di Mosè, fu conosciuta da Ietro, suo suocero ed ancor di più da Sefora, sua moglie, che nelle remore dei fatti e delle rivelazioni divine, lei per placare l’ira di Dio, eseguì con mani proprie la circoncisione su suo figlio, pur essendo Madianita e non facente parte, a pieno titolo, del popolo di Dio. Esodo 4:25 Allora Sefora prese una selce tagliente, recise il prepuzio di suo figlio e con quello gli toccò i piedi, dicendo: Tu sei per me uno sposo di sangue! 26 Allora il Signore lo lasciò... Così, facendo toccare col prepuzio del figlio i piedi del padre, Sefora corrispose a due obblighi, quello di mostrare a Dio di avere sposato Mosè circonciso per mezzo del sangue del figlio, essendo che il sangue lo sanò con simulazione e l’altro obbligo, quello dell’ubbidire al patto di Dio di circoncidere il figlio come i maschi israeliti. Alla fine di tutto questo, Mosè si rese conto che la morte gli fu vicino e che Dio lo aveva perdonato, per l’intraprendenza di Sefora. La prova del suo stato d’animo rinvigorito per la salvezza della sua vita, lo mostrò quando vide suo fratello Aronne avvicinarsi a lui e lo baciò. Tuttavia, dobbiamo anche sottolineare che presto Mosè cadde nello stesso sbaglio, come detto sopra, nelle acque di Meriba, di cui ne sappiamo la storia. Per questa disubbidienza, il Signore agì con giustizia, proibendogli di accedere nella terra promessa. Così, Mosè, mentre la guardava da lontano, riconobbe i suoi sbagli ed accettò la volontà di Dio offrendo la sua vita al suo volere, recandosi nel luogo segreto del monte Sinai, secondo quando Dio gli ordinò.
Pace e fede nel Signore