venerdì, febbraio 18, 2022

LA PARTENZA DI ABRAMO

  

         La partenza di Abramo può essere paragonata a quella dell’uomo che, guidato da Dio, va verso l’eterno vivere. Tuttavia, come vi sono stati difficoltà lungo il percorso perché Abramo arrivasse in Canaan così vi sono difficoltà nella strada che deve percorrere l’uomo per raggiungere la patria eterna. Come prima fase, non si capisce come Terach, padre di Abramo, abbia deciso con tutta la sua famiglia di emigrare in Canaan.  Genesi 11:31 Poi Terach prese Abram, suo figlio e Lot, ……. e Sarai sua nuora, moglie di Abram ……, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Si possono considerare due ipotesi: o che Canaan fosse una terra prosperosa perché abitata dai giganti e attraeva molte popolazioni o che Dio avendo parlato a Abramo, egli abbia espresso la rivelazione a suo padre Terach, che pur essendo vecchio e vedovo assecondò la rivelazione che ebbe il figlio perché credette in Dio. Infatti, egli prese tutta la sua famiglia per intraprendere il lungo viaggio per Canaan ma non avendo le forze si fermò a Carran. In questo paese si soffermò e morì. Ecco che si fa sentire la voce di Dio a Abramo: Genesi 12:1 Il Signore disse ad Abram: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. In questi versi Dio non nomina Canaan, poiché si suppone che lo abbia già fatto prima quando Abramo ne parlò con suo padre e che per il quel motivo, Terach, decise di andare in Canaan ma si fermò a causa della sua anzianità in Carran. Da questo luogo Abramo parte solo con Sara e Lot, lasciando tutto il resto del parentato in Carran. Si evidenzi chiaramente, che la fede di Abramo verso Dio è ferma che, pur avendo avuto la morte del padre, lascia la sua casa e va verso la meta che Dio gli aveva indicato. La sua missione come servitore di grande valore e patriarca del mondo, incomincia con la visione di raggiungere la terra che sarà ereditata al popolo di Dio. Questa decisone somiglia tanto alla decisone del credente che lascia il mondo materialistico e si avvia alla conoscenza dello spirito mentre è cosparso dell’unzione di Gesù che lo accompagna oltre il Giordano. Così Abramo si avvia a percorrere la via tortuosa della fede, che lo vede messo alla prova più dura che possa sopportare un uomo, quella di uccidere il proprio figlio per piacere a Dio.  Tuttavia, Abramo mai si lamenterà di essere partito per Canaan o di avere lasciato il suo parentato. Egli combatte con tutta la forza contro la carne per costruire la Canaan promessa per il suo popolo, essendo che, ha conosciuto la voce dell’Eterno. Come da Abramo usciranno due figli che diventeranno nazioni contrapposte, Isacco e Ismaele, così pure da suo figlio Isacco, uscirono due figli Esaù e Giacobbe, capostipiti di due nazioni contrapposte. Sembra, leggendo questi eventi, che l’albero della conoscenza del bene e del male del Giardino abbia prodotto i suoi effetti necessari per completare la struttura dell’esistenza dell’uomo con una manifestazione rilevante fino ad oggi. Un’altra osservazione si potrebbe fare in riguardo alla visone del monte della trasfigurazione: se Abramo, in quella occasione non fu presente, come si pensa che avrebbe dovuto esserci insieme a Gesù, lo stesso, egli ha avuto il più alto privilegio di parlare direttamente con Dio e di essere considerato suo amico.  Giacomo 2:23 e si compì la Scrittura che dice: E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia, e fu chiamato amico di Dio. Questo rispecchia il fatto che se il credente non dovesse ricevere quello che spera da Dio, offra il proprio cuore come fa fatto Abramo. Egli lo offrì senza pretesa e Dio l’ho innalzò alla più alta gloria. Così la partenza di Abramo rappresenta la porta che chiude al materialismo del mondo e si apre alla via universale dell’esistenza infinita, illuminata da Dio e della sua luce.

Pace e fede nel Signore       

 

 

domenica, febbraio 06, 2022

GIACOBBE E LA MINESTRA

 

         Prima di entrare nel merito di questo singolare e doloroso episodio biblico tra due fratelli è necessario fare una premessa che ci aiuta a capire alcuni aspetti dei fatti e dei motivi di comportamento sia di Esaù che di Giacobbe. Lo strano contrasto tra i gemelli, avvertito da Rebecca nel periodo in cui era incinta, la condusse a chiedere i motivi direttamente al Signore, che rivelandole la profezia di Israele, le disse che due nazioni sarebbero uscite dal suo seno e che, come il fratello maggiore avrebbe servito il minore, così sarebbero state le loro discendenze. Già al momento della nascita, Genesi 25:26 Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Curioso che Giacobbe teneva il calcagno di Esaù nel momento della nascita. Questa posizione avrebbe il significato che Giacobbe tallonava o era sul punto di raggiungere Esaù, come di privarlo da qualche cosa.  Soffermandoci sui motivi, per cui, Esaù cedette il suo diritto della primogenitura. Genesi 25:30 Disse a Giacobbe: Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito. La frase lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito, lascia intravedere lo stato di ansia di Esaù causato da un particolare evento che lo rese sfinito. E qui che subentra la furbizia di Giacobbe, che oltre a rispecchiare il significato della tenuta del tallone di Esaù nella nascita, apre l’inizio dell’inganno guidato da sua madre Rebecca, fino al raggiungimento dello scopo, che era non tanto la primogenitura ma la benedizione del primogenito.  Giacobbe ottenendo con inganno la promessa di Esaù carpendo il diritto legale della primogenitura, sfruttando lo stato depressivo del fratello, si apre per Giacobbe, la strada per la benedizione. Aprendo una parentesi, vi sarebbe da dire che, nei nostri giorni, questo atto di Giacobbe non avrebbe avuto valore legale, essendo che, egli ha circuito il fratello in un momento di bisogno e sotto stress, per cui, la promessa andrebbe considerata nulla. Tuttavia, allora la parola era considerata come una sottoscrizione di un contratto.  Ma come è venuto in mente a Giacobbe di approfittarsi dello stato di affaticamento di Esaù per tramutarlo in suo interesse?  Per il fatto di aver cucinato un bel piatto di lenticchie, si suppone che Giacobbe dovesse essere un bravo cuoco per la cucina casalinga, poiché, sappiamo che Esaù era bravo per cucinare la selvaggina fuori dall’ambito famigliare. Isacco su questo dice: Genesi 27:4 Poi preparami un piatto di mio gusto e portami da mangiare, perché io ti benedica prima di morire.  Qui prende posto l’azione di Rebecca, che non è da considerarla ipocrita, per aver tramato l’inganno della benedizione a favore di Giacobbe, ma perché, Dio le aveva preannunziato che il figlio minore avrebbe dominato sul maggiore. Quindi si è verificata una profezia di Dio, la quale, è stata manipolata dall’uomo per il raggiungimento dello scopo. La conseguenza della benedizione scostata da un figlio all’altro, portò tanto dolore a Esaù, ma anche allo stesso Giacobbe, poiché, nel suo intimo non ebbe pace per il resto della sua vita, infatti, lo stesso dolore lo colpirà con la ipotetica morte di Giuseppe, ove anche lui verrà ingannato. Riflettendo l’episodio dei due fratelli ci lascia oltremodo commossi e rattristati, considerando l’ingenuità di Esaù e il dolore di Isacco, poiché queste sono state le parti offese. Ci accorgiamo che essi gridarono commiserazione a Dio, come Egar e Ismaele chiesero disperatamente aiuto a Dio per essere stati abbandonati. Ma Dio non lascia mai in abbandono alcuno, infatti, come Dio ha provveduto per Esaù ha provveduto per Ismaele. Dio solo può trasformare il dolore in gioia ma per assaporare la gioia dobbiamo conoscere il dolore.

Pace e fede nel Signore      

sabato, febbraio 05, 2022

ABRAMO E SARA

         Sara, moglie di Abramo, nasce all'incirca nel 2028 a.C. e fu sorellastra di Abramo, essendo figli dello stesso padre Tera. Sara era una donna molto bella, così, si pensa che anche Abramo fosse un uomo di bello aspetto. Non si conoscono i motivi per cui Dio scelse Abramo dalla terra dei sumeri e non dalla Palestina. Tuttavia, si ipotizza che ponendolo difronte a un lungo viaggio, vi era modo di lavorarlo come già fece con Adamo. Il riferimento non è causale, essendo che, come Dio diede inizio con Adamo alla razza umana credente, così con Abramo da inizio alla generazione della salvezza. E come furono Saul e Davide servitori di bell’aspetto, così Abramo e Sara, anche loro, furono di bell’aspetto e meglio ancora lo sarà poi Gesù, Figlio unigenito della Maestà, sebbene, in Isaia lo vediamo imbruttito solo per aver subito l’effetto dei peccati dell’uomo. Detto questo, ci accorgiamo che nel percorso dei fatti e dei luoghi dove questa coppia si trovasse era particolarmente assistita e protetta da Dio. Particolarmente, poiché, Dio stesso interveniva nelle difficili situazioni a liberarli con compenso di ricchezza. Anche se Abramo in circostanze ebbe la necessità di mentire dicendo che sua moglie fosse sua sorella, Dio, era con loro e contro chi ingenuamente si avvicinava a Sara, non sapendo che fosse la moglie di Abramo. Nei casi, dove Abramo scese in Egitto e quando fu nel regno di Abimelech che Abramo si trovò a mentire, Dio lo favorì non perché acconsentisse alla bugia, ma per il percorso di arrivare in Canaan. Per due volte, Abramo mentì, quando fu ospite dal faraone, Dio, senza avere avuto alcun colloquio con il re, lo colpì con piaghe. Tuttavia, per il fatto che il faraone ha saputo che Sara fosse la moglie di Abramo, si pensa che certamente ebbe un colloquio con Dio, forse nel sogno. Genesi 20:7 Ora restituisci la donna di quest'uomo: egli è un profeta: preghi egli per te e tu vivrai. Ma se tu non la restituisci, sappi che sarai degno di morte con tutti i tuoi. Dio si pone nella posizione di parte e obbliga il faraone di chiedere Abramo di pregare per lui, affinché, possa vivere e scampare la morte. Ci chiediamo, perché Dio si è posto nella posizione di parte nei confronti di Abramo? Perché Dio è stato conforme alla promessa fattagli. Genesi 12:3 Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra. In questo modo Abramo ha acquistato una posizione di privilegio di fronte agli uomini, soprattutto, perché Dio riconobbe il lui un uomo giusto e leale, infatti, lo si ricorda nel momento quando Dio gli chiese di sacrificare suo figlio Isacco e lui non si oppose. Quel privilegio era offerto solo per pochissimi uomini sulla terra ed Abramo fu meritevole, così pure Noè lo ebbe. Dio continua a proteggere Abramo sullo stesso motivo, anche nei confronti di Abimelech. Infatti, nel capitolo 20 della Genesi, quando Abramo soggiornò a Gerar, vediamo che Abimelech re di Gerar mandò a prendere Sara per farla sua moglie. Genesi 20:3 Ma Dio venne da Abimelech di notte, in sogno, e gli disse: Ecco stai per morire a causa della donna che tu hai presa; essa appartiene a suo marito. Ci accorgiamo che l’avvertimento fatto ai pretendenti di Sara è stato radicale, essendo che, Dio, li minacciava di morte. E’ molto difficile capire i motivi, per cui, i pretendenti di Sara avrebbero dovuto pregare Abramo affinché, Dio li scansasse dalla morte, essendo che, Dio era già presente ai fatti. Non sarebbe bastato il chiarimento dell’equivoco e il compenso delle ricchezze che Abramo riceveva che obbligare i sovrani a pregare Abramo per avere l’incolumità della vita? Questo è un problema. Tuttavia, possiamo supporre con logica umana che i sovrani, avrebbero esercitato una certa violenza psicologica o tentativo di possedere Sara, senza arrivare alla consumazione.

Pace e fede nel Signore