mercoledì, gennaio 18, 2023

LA COPPA DI GIUSEPPE

 

Leggendo la storia di Giuseppe, nel tratto, in cui, si parla della restituzione del denaro nei sacchi di ciascun fratello di Giuseppe più di una coppa nel sacco di Beniamino, si evidenziano delle similitudini assimilabili a quelli eseguiti da Gesù nell’ultima cena. Quei sacchi che avrebbero dovuto contenere il frumento hanno contenuto viveri. Questo quadro ci porta a interpretare nei confronti di Gesù che il frumento che doveva essere messo nei sacchi, rappresentò il prodotto maledetto della terra, Genesi 3:17…maledetto sia il suolo per causa tua!  Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita e, quindi, il frumento coincide con il male che i fratelli fecero a Giuseppe, così quel frumento che rappresentò il peccato dell’uomo che Gesù lo sostituisce con il proprio corpo: mangiatene tutti questo è il mio corpo. Il suo corpo si riferisce, quindi, ai viveri che Giuseppe fece mettere nei sacchi invece del frumento. Genesi 44 Diede poi questo ordine al maggiordomo della sua casa: Riempi i sacchi di quegli uomini di tanti viveri quanti ne possono contenere e metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco. 2 Insieme metterai la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del più giovane, con il denaro del suo grano. Quegli fece secondo l'ordine di Giuseppe. L’ordine di far mettere il denaro nei sacchi, altro non fu, che il prezzo pagato per quel grano, prodotto maledetto della terra, che rappresenta il peccato dell’uomo pagato da Gesù sulla croce. Non dimentichiamoci che Giuseppe faceva le vice del faraone come Gesù rappresenta il Padre sulla terra. Tutto questo quadro è completato con l’offerta della coppa nel sacco di Beniamino, che rappresenta il perdono dei fratelli di Giuseppe e nel nostro caso al perdono all’uomo fatto con il calice di vino che rappresentò a sua volta il sangue Gesù che diede vita alla salvezza dell’uomo. Ma questa coppa continua a dare nel suo corso similitudini e riferimenti. Infatti, Matteo 26:2 Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio. La coppa si ripresenterà nel regno di Dio, nelle mani di Gesù che brinderà, questa volta, alla sua gloria di fronte ai salvati, che rappresentano i fratelli di Giuseppe, essendo che, tutti facciamo parte delle tribù di Israele. Grande è la gioia che suscitano questi versi qui esaminati, poiché, la speranza dell’uomo non sarà invano. Non per nulla Gesù prese il pane e il calice nell’ultimo saluto, essendo che, Egli, ha voluto collegare i tempi e le profezie avvenute al tempo di Giuseppe con la sua dipartita, perché l’uomo sapesse come opera Dio quando usa il suo amore.  Queste pagine ci fanno sentire la presenza di Gesù e la prossimità della salvezza che sarà misericordiosa e divinamente perfetta. Giuseppe rappresenta il ponte di intendimento profetico tra il vecchio Testamento e il ministerio di Gesù, da come essi sono collegati per la manifestazione della verità di Dio contro la utopia dell’umo duro di cervice. Tutti con fede attendiamo quel girono alla gloria di Gesù e di Dio Padre.

Pace e fede nel Signore