lunedì, luglio 04, 2022

LUX ET LUX FACTA EST

Uno dei più grandi misteri della Sacra Bibbia, sta proprio all’inizio della Genesi che non si riesce a capire la cronologia della creazione della luce. La sua separazione dalle tenebre e l’effetto successivo, in cui, Dio, decise che avrebbe illuminato la terra pone un ostacolo insormontabile per il fatto che, Dio, prima di creare il sole e la luna già parlò di giorno e di notte, come misura del suo lavoro senza riferimento alcuno all’identità che li governava. A nostro parere, sarebbe contradittorio assimilare il giorno e la notte, in cui, la luce è stata separata dalle tenebre, con quel giorno e notte determinato dal sole e della luna. Qui si aprono due grandi ipotesi che non ci risolvono ne ci chiariscono i fatti. La prima ipotesi, si riferirebbe al giorno e alla notte menzionata prima della creazione del sole e della luna. Genesi 1:4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. Se consideriamo la luce giorno come appellativo di luce e notte come appellativo di tenebre, resterebbe da spiegare come ha fatto Dio a dire e fu sera e fu mattino primo giorno? Da dove ha misurato Dio il mattino e la sera? Questo è un problema. Solo se il giorno e la sera fossero riferiti al regno di Dio, allora, ci sarebbe una spiegazione logica, sebbene non sappiamo quando lungo sia il giorno e la notte divina. L’altra ipotesi sarebbe quella che Dio avrebbe creato già la lunghezza del giorno e della notte, essendo che, a priori ne parla e poi, li avrebbe adottati nella funzionalità del sole e della luna nel crearli. Cioè il sole sarebbe stato creato con i dati funzionali che Dio già usò quando separò la luce dalle tenebre. In questo caso l’identità di riferimento sarebbe stata il calcolo che Dio abbia fatto, prima sulla condizione della creazione dell’uomo e della sua resistenza a sopravvivere alle condizioni che Dio pose al sole e alla luna. In definitiva non è stato l’uomo ad essere creato secondo la funzionalità del sole ma al contrario, il sole sarebbe stato creato alle condizioni di esistenza dell’uomo. Tutto questo ci spiegherebbe, in parte, la logica del fatto che Dio menzionò il giorno e la notte prima della creazione del sole e della luna. L’altro ostacolo insormontabile sarebbe quello, in cui, quando Dio separò la luce dalle tenebre, dove è andata la luce? Genesi 1:4. Se la luce fosse stata raccolta e separata dalle tenebre, si troverebbe sopra le tenebre di questo universo? Non si può rispondere. Tuttavia, vi sarebbe un indizio.  Genesi 1:17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra 18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre.  Questo verso, nel richiamare la separazione della luce dalle tenebre, pone la luce separata negli astri, sole e stelle. Genesi1:16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. 18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. Quindi, sembra che, quella luce dei primi versi della Genesi, separata dalle tenebre, fosse stata dopo distribuita nelle stelle che vediamo nel cielo e, quindi, nel sole. Resta così da considerare che le tenebre sarebbero molto più grandi o più estesi della luce. Questo spiegherebbe il fatto che quando saremo nel regno di Dio, la luce ci sarà fornita da Dio, essendo che, il sole non è più. Saremmo, allora, di nuovo, in un universo tenebroso con la luce di Dio che ci illumina per l’eternità? Dio lo sa. Sarebbe da pensare che la luce è prodotta da Dio e che si spazia nelle tenebre come Dio vuole. Resta, però, da capire la luce della creazione avendo detto Dio, è cosa buona, se fosse la prima volta che l’abbia prodotta o che era buona per la vivibilità del futuro uomo che si accingeva a creare.    

Pace e fede nel Signore

 

 


domenica, luglio 03, 2022

LA CREAZIONE NASCOSTA

 

                              Se il tempo è una grandezza fisica ci accorgiamo che, a differenza delle altre grandezze, esso ha avuto un inizio. Genesi 1:1 In principio Dio creò il cielo e la terra. Prima di iniziare a concretizzare la creazione, tutto stava nella mente di Dio. Nella sua mente vi era la forma e il progetto del creato ma ancora prima vi fu l’idea ed ancora prima vi fu la volontà. L’unione di queste tre componenti esistenziali eterni, costituenti l’identità di Dio, fece nascere il tempo. Esso rappresenta il metro cronologico della sequenza della realtà materiale che Dio ha deciso ci porre nel nulla, chiamato tenebre. Genesi1:5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. A quanto sembra il tempo sarebbe stato la prima grandezza, di cui, l’uomo si avrebbe trovato davanti senza che ne abbia fatto considerazione se non dopo avere formulato le prime discipline della fisica esistente. Dio fa uso del tempo già prima della cosa, cioè del creato. Dio pone il creato sotto il tempo, poiché, esso lo fa divenire rettore del tutto. Anche Gesù, seme di Dio, che non appartiene a questo mondo viene sottoposto al tempo. Per Dio, il tempo, non è una grandezza ma è un metro che si modifica in funzione della sua volontà. L’universo diventa flessibile, malleabile, allungabile e accorciabile dal suo potere decisionale, la volontà. Genesi 21:1 Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più.  Il tempo si annulla o si allunga essendo una grandezza reale appartenente al finito. La morte è a capo di questo finito essendo stata posta in questo mondo come metro rigido. Matteo 6:27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Il ministero di Gesù fa uso del tempo ed Egli stesso è sottoposto ad esso perché opera in questa realtà.  In riferimento alla creazione nascosta, Gesù, la rende presente e la usa come avvertimento di allerta. Matteo 25:13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora. Il tempo risulta d’essere una grandezza nuova per questa creazione perché, Dio, dopo sei giorni si stancò e il settimo lo santificò per gloriarsi dei sei. Così, farà l’uomo per apprezzare il suo lavoro fino alla fine dei suoi giorni. Essi sono focalizzati nel tempo, non sappiamo cosa sia l’eternità se non uno stato continuo, uniforme ma non monotono. L’eterno ci permette di vedere il finito, cioè, i giorni della terra, nella quale, il tempo è stato in moto, mentre l’esistenza umana ne pagava l’energia di vita.  Matteo 24:44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. Quello che rimane è aspettare con speranza il ritorno di Gesù, essendo il solo mezzo per vincere il tempo e se gli siamo fedele vinceremo anche la morte. Il tempo sarà solo un ricordo e se abbiamo avuto più dolore che gioia saremo soddisfatti del premio di Dio.  

Pace e fede nel Signore

 

 

 

 

sabato, luglio 02, 2022

CHETURA

  

Chetura, un personaggio, appena menzionato nelle Sacre Scritture, conserva un importante collegamento nella storia del popolo di Israele in Egitto. Seconda moglie di Abramo, considerata per la sua umile origine una concubina forse per la necessità di Abramo di generare a seguito della promessa di Dio un popolo numeroso sulla terra come la rena del mare o le stelle del cielo, Chetura, di origine araba, assume la posizione di progenie dei Madianiti che dal principio con Giuseppe e poi con Mosè sono stati protagonisti nel far realizzare lo svolgersi dei tempi e del destino del popolo di Dio. Essi hanno contribuito in prima persona a modificare e a costruire il tracciato dei fatti e degli accadimenti affinché i due uomini di Dio potessero realizzare i piani divini su questo pianeta. Abramo, fu a capo di questo evolversi umano che nell’unirsi con lei ha fatto sorgere una sponda collaterale utile quanto necessaria per l’avvenimento del desino, di cui, noi stessi ne facciamo parte.    Genesi 37:25 Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad. I discendenti di Ismaele comprarono Giuseppe, avendo visto che il giovane apparteneva ai fratelli israeliti e che sarebbe stato un atto di rivendicazione nei confronti della discendenza di Isacco. Il loro astio fece presa a formulare la compravendita, essendo che, per loro sarebbe stata una vittoria vendere il giovane israelita come schiavo, poiché, il loro progenie Ismaele fu considerato schiavo da Abramo.  Così, Giuseppe passa da una carovana ismaelita a quella Madianita, discendenti da una schiava e da una concubina. Sebbene la loro origine schiava, Dio, dà ai loro discendenti una parte importante a partecipare al destino affidato ad Abramo come facente parte alla grande tribù della famiglia di Abramo. Genesi 37:36 Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto. Vediamo che Giuseppe passa da una carovana di schiavi a un’altra carovana di schiavi per diventare anche lui schiavo. La causa di tutto questo è stata l’invidia, la quale, in quel frangente fu protagonista nella famiglia di Giacobbe, che conquistò anche lui. Genesi 37:10 …. Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io e tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te? Israele capì che il suo parlare aspro verso Giuseppe, pur amandolo, fu inopportuno. Tuttavia, questo suo rimprovero fu l’inizio della nuova fase del destino di Israele. Infatti, come sappiamo, Giacobbe mandò Giuseppe in tenera età a ritrovare i suoi fratelli in circostanze pericolose, poiché, volle vedere se Dio fosse con Giuseppe. Ritornando ai Madianiti, essi sono stati nel caso di Mosè, provvidenziali e magnanimi da aiutare il fuggitivo in tutti i modi. Ietro, fu un grande uomo e sua figlia Sephora una grande donna. Essi furono strumenti che Dio usò per permettere che Mosè entrasse a far parte della famiglia del sacerdote e di avvicinarsi alla santità del monte di Dio. I Madianiti rimangono d’essere un popolo saggio, caritatevole e timoroso di Dio che con la loro umiltà hanno richiamato l’attenzione di Dio e degli uomini.

Pace e fede nel Signore