domenica, dicembre 26, 2021

FARO’ OGNI COSA NUOVA

 

         Dopo aver letto e contemplato le Sacre Scritture, ci  troviamo ad apprendere che Gesù, salverà l’uomo traslocandolo in un altro luogo per vivere in eterno.  Giovanni 14: 2 …. Io vado a prepararvi un posto; 3) quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E’ chiaro da questa affermazione che lasceremo questo pianeta chiamato Terra e quando saremo nel nuovo mondo, di questa Terra ne avremo solo il ricordo. A questo punto, in riguardo alle domande che hanno fatte gli apostoli, i dubi del nuovo luogo o pianeta, sorgono ancora oggi. Nascono così, diverse ipotesi nel capire il significato del ministero di Dio mettendo a confronto i vari annunci divini che man mano abbiamo letti nelle Scritture. Per primo dobbiamo fare una premessa sui punti cardini in cui Dio poggia il suo ministero e poi andiamo ad esaminare i particolari. Essi sono: dal principio, vediamo il pianeta Terra sotto l’egida di Lucifero con la sua caduta e alla fine vediamo il nuovo mondo, chiamato Paradiso, nuova Gerusalemme, regno di Dio o città celeste, controllata e protetta da Dio stesso. Incominciamo a considerare per primo la fase primiera, ove Lucifero legiferava sulla terra con i suoi angeli. Su questo stato  di esistenza, sembra che Lucifero, che non era altro che l’Aurora e quindi, non era la luce piena della stella sole ma la ante luce di essa, che è quella che appare nel sorgere del sole, altrimenti detta alba. Le conseguenze della caduta di Lucifero possono essere accollate al suo orgoglio di potere. A quanto si possa capire, egli aveva la totale disponibilità del dominio della Terra, avendo ricevuto la totale fiducia di Dio nell’amministrare il pianeta. Questa fiducia era così grande che Lucifero poteva dare a Dio delle opinioni, come ha fatto nella corte di Dio, nel capitolo di Giobbe. I fatti sono questi senza portare a detrimento la perfezione di Dio, poiché, Dio può comportarsi anche come un uomo saggio e anche pentirsi. Lo abbiamo visto nel vecchio Testamento con Noè. In questa ottica, Lucifero, acquistò una enorme potenza tale che poteva misurarsi con Dio. solo che egli non aveva calcolato che è stato Dio a crearlo e Dio solo poteva distruggerlo. Per questo motivo, per poterlo distruggere, ha dovuto pagare il prezzo umano Gesù, ricordandoci quando disse a Dio se poteva eliminargli il calice della sua morte e Dio non gli rispose. Consideriamo adesso la seconda fase, quella che Dio farà ogni cosa nuova. Ricordiamo che in Giovanni 14, Gesù, va a preparare il luogo ove saremo trasportati per viverci in eterno e corrisponde al Paradiso, il quale, collima con l’espressione: Apocalisse 21:5 E Colui che sedeva sul trono disse: Ecco, io faccio nuove tutte le cose; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ci accorgiamo che il sistema della Terra sarà rinnovato ex nuovo da Dio e che questa volta il Paradiso sarà illuminato dalla luce piena di Dio, di cui, Gesù sarà la sua lampana. Apocalisse 21:23 La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello. A tale disposizione Dio stesso asciugherebbe le lacrime all’uomo che è diventato terzo di una guerra e vittima con fine gloriosa, di un fatto divino incomprensibile tra spiriti e angeli, per un fine a noi sconosciuto dei piani di Dio. L’uomo, sulla terra, si trova a soffrire e a essere nello stesso tempo difeso, insegnato e provato per il raggiungimento della sua incorruttibilità, superiore a quella degli angeli di Lucifero, necessaria per la nuova esistenza che sarà nel nuovo pianeta che Gesù farà a sostituzione di quello di Lucifero. Ma quale rapporto potrebbe avere, allora, il regno di Gesù dei mille anni sulla terra? Questo è un problema. Si potrebbe ipotizzare che possa essere, una preparazione dell’uomo a conoscere la potenza di Dio, ma anche il suo amore e il suo sistema, per essere poi a conoscenza del regno divino futuro ma anche e soprattutto di riconoscere di essere superiori a quei angeli di Lucifero. Ed ancora, se non sappiamo cosa facessero gli angeli sotto il governo di Lucifero, certamente sappiamo che in Paradiso quello che faremo, per il fatto che Gesù disse, che Egli avrebbe bevuto il vino a tavola con noi insieme ad Abramo, Isacco e Giacobbe. Quindi, nel nuovo mondo o Paradiso vi sarebbe il vino che sarà tratto dalla vite. Di conseguenza tutto il resto sarà simile a quello che produce qui la Terra. Tuttavia, non sappiamo cosa sia e che fine farà la geenna ove sarà collocato satana e i suoi angeli. Essi saranno gettati nella geenna di fuoco e zolfo e saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli. Le parole secoli dei secoli, tuttavia, a parer nostro, non indicano l’eternità né la distruzione completa di Lucifero o satana. Cosa sarà di  loro, non è detto. Una ipotesi fantasiosa, è quella che forse saranno usati per una nuova fase di creazione. Da questo si potrebbe dedurre che essi servono come strumento per perfezionare gli abitanti di nuovi mondi per poi abitare un altro regno di eccellenza, creato da Dio e così via, fino a popolare l’intero universo. Tuttavia, tutto questo procedimento di creazione e rinnovamento di creazione, inficerebbe la natura della perfezione di Dio? E se è no, l’uomo perché dopo la creazione ha peccato? Farebbe egli parte della perfezione o è una anomalia della perfezione ammessa da Dio? Dio lo sa. La cosa che sappiamo per certo, è; Apocalisse 22:5 Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli. Ecco che si presentano di nuovo le parole  nei secoli e secoli e non la parola eternità.  

Pace e fede nel Signore   

 

venerdì, dicembre 24, 2021

MIRIAM CONTRO MOSE’

 

         Marco 6:4 Ma Gesù disse loro: Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua. La consuetudine innata nella natura dell’uomo si verifica in moltissime famiglie fino ad oggi. Questo sentimento di rigetto è apparso anche dove non si pensasse che accadesse, nella casa di Gesù ed ancora prima in quella di Mosè. La storia di Miriam, sorella di Mosè, ne è un esempio: Numeri 12:1 Maria e Aaronne parlarono contro Mosè a causa della moglie cusita che aveva presa; poiché aveva sposato una Cusita. Ricordiamo che Miriam, altrimenti detta Maria, fu sacerdotessa di Dio e che al passaggio del Mar Rosso, ispirata da Dio, condusse, nel deserto, le danze e i canti di ringraziamento. Da questo possiamo riconoscere in lei una donna di grande virtù e di umile serva di Dio. Tuttavia, anche lei si contaminò di invidia e di risentimento verso suo fratello, coinvolgendo anche Aronne, che in questo caso, cadde nella trasgressione a Dio come quando costruì il vitello d’oro. Miriam peccò di invidia, perché criticò Mosè di avere sposato una donna cusita, cioè di Median. Secondo lei, doveva essere una israelita, ma non considerò la situazione difficile, in cui, si trovò Mosè e l’avvenimento dell’apparizione dell’Angelo di Dio nel pruno ardente. Se ciò possa essere considerato come disaccordo familiare ma sanabile, quello grave fu che nell’occasione, alzò oltre il limite della modestia, il suo egoismo e rancore contro Mosè, mettendo in discussione la chiamata di Dio a Mosè, affermando che anche il popolo di Israele aveva parlato con Dio e quindi non era solo lui il privilegiato di Dio. La sua esagerata intrusione smosse l’ira di Dio che avendo chiamato all’entrata del tempio tutti e tre e messo in disparte Miriam e Aronne, Dio riprese Miriam ed Aronne, dicendo loro che a differenza degli altri profeti Dio parla a Mosè faccia a faccia e che lui è l’uomo di fiducia della sua casa. Nel momento in cui Dio si allontanò, Miriam si ritrovò colpita dalla lebbra e fu bianca come la neve. Numeri 12:11 Aronne disse a Mosè: Signor mio, non addossarci la pena del peccato che abbiamo stoltamente commesso. Aronne riconobbe che per la seconda volta mancò verso Mosè e verso Dio. L’attitudine di pentirsi, ha salvato Aronne dal castigo divino anche in questo caso. Infatti, si precipitò umiliato a Mosè, riconoscendo di essere stato uno stolto.  Così Mosè gridò al Signore Numeri 12:14 Il Signore rispose a Mosè: «Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe essa vergogna per sette giorni? Dio, come caso raro, si giustifica e disquisisce a livello d’uomo, con Mosè. Ecco che si evidenzia il fatto che Dio disse che con Mosè Egli parla faccia a faccia. Diverso fu, invece, il suo parlare nei confronti di Miriam e lo sarebbe stato anche se lei, come sacerdotessa, avrebbe avuto i privilegi di Mosè. In riguardo a questo avvenimento, in cui, Dio discute con Aronne e Miriam con le stesse caratteristiche caratteriali di un uomo saggio, ci si chiede, se l’uomo nel giorno del giudizio possa avanzare delle discolpe e tentare di alleviare la propria pena o dobbiamo, come dice la Parola, avere bisogno di Gesù che sarà il nostro avvocato? Può esistere l’ipotesi che l’imputato uomo possa avere diritto di esprimere, nella fase dibattimentale, le sue giustificazioni o deve stare in silenzio? Questo è un problema. Tuttavia, se è detto che Gesù sarà il nostro avvocato è chiaro che se dovessimo difenderci da noi stessi non potremmo sopportare la giustizia di Dio e, quindi, potremmo essere penalizzati più gravemente. Gesù sarà l’avvocato divino per il nostro bene e la fiducia in Lui sarà tanto quanto la fede che abbiamo in Lui.

Pace e fede nel Signore