sabato, settembre 03, 2022

CHE HAI FATTO?

 

Nella lettura di questo capitolo, ci troviamo ad essere testimoni di un fatto di valenza peccaminosa capitale che muterà lo stato d’esistenza dell’uomo su questa terra. La sua azione di trasgressione della legge e la sua stessa persona si trovano di fronte al tribunale divino, in cui, Dio stesso è giudice. I fatti che portano ad attivare questo giudizio provengono da uno stato di benessere offerto volontariamente da Dio ad Adamo e Eva e che viene deturpato dalla coppia senza un valido motivo di giustificazione. Ci accorgiamo, a prima lettura, quanto debole è stata la stima verso Dio e la fermezza di mantenere la promessa da parte dell’uomo e quando sia stata più debole quella della compagna che Dio gli diede, per il fatto che, nessun obbligo o forzatura aveva espresso satana nel convincimento, ma solo un tentativo ardito di convinzione che con facilità la donna si è corrotta. Ed ecco senza una presunzione di accadimento malefico che potesse accedere nella loro vita nel Giardino, i due si sono trovati in un mare di guai. Nella prima fase di interrogatorio il contraddittorio sembra che giustificasse i rei. Infatti, viene risposto: la donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato. Nella prima fase del dibattimento, Dio, considera la difesa di Adamo ma non la valuta come esente di colpa, essendo che, essa viene assorbita dalla responsabilità di avere Adamo assunto l’obbligo di osservanza, essendo che, egli ha ricevuto in modo diretto la norma e quindi ne era personalmente responsabile per pagare col sacrificio continuo ed incessante l’ottenimento del frutto della terra, divenuta per sua colpa, amara.  Tuttavia, se si è d’accordo o no, essendo l’uomo il soggetto principale della creazione umana, secondo quando si intende dalle Scritture, Dio provvederà a suo tempo, per la salvezza con il secondo Adamo, Gesù, come uomo incorruttibile e divino. Ad Eva, Dio, le rivolge l'accusa. In questo secondo dibattimento, Dio, annullando per il momento il peso dell'influenza di satana, incolpa Eva di volontaria azione peccaminosa: Che hai fatto?  E’ chiaro che la donna si è trovata tra due fuochi, se da un lato, poteva chiedere un esimente per la giustificazione, per il fatto che, lei non ha ricevuto il comando diretto da Dio, dall’altro, si è trovata colpevole di avere straripato dalla sua condotta di ubbidienza al marito e ancora, cosa più seria, quella di Dio. Quindi volendo o non volendo si è trovata ad oltrepassare il comando del marito e quello di Dio. La pena è stata una fisica, cioè, il dolore del parto che è intenso e di poco tempo riguardante la disubbidienza al marito e l’atra, di sottomissione perpetua al marito per avere ignorato Dio. Per satana la pena a quanto possiamo capire è relativa, essendo che: Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame... Si intravede nella condanna a satana che egli avrebbe avuto una certa libertà di azione e che, nel caso di Eva, ne abbia oltrepassato il limite stabilito da Dio. Egli, agì con furbizia avendola trovata debole e non diretta responsabile del comando di Dio. Cosa diversa se satana si fosse trovato a confronto con Adamo, allora, avrebbe esplicitamente corrotto Adamo e sfidato Dio. Cosa molto rovinosa che non sappiamo cosa sarebbe successo.

Pace e fede nel Signore