martedì, giugno 29, 2021

MOSE' VA INCONTRO A IETRO

 

                             Esodo 18:7 Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò; Mosè consideratosi di fronte a Dio, uomo di poca favella, mostrò in altre occasioni, di avere un carattere prettamente umano coronato da sentimenti non immuni di errori, ma dobbiamo anche affermare che mai ha perso il senso dell’umiltà e della sottomissione a Dio. Oltre alla sua umiltà è opportuno segnalare anche il suo coraggio e la sua tenacia, specie quando intercedette per il suo popolo difronte a Dio. Le sue parole, non equiparabili, furono determinanti a scuotere il perdono di Dio difronte a un delicato momento, in cui, Dio, stava per decidere la fine del suo popolo. Non per nulla Mosè è uguagliabile al futuro Messia, Gesù, in un periodo del ministerio divino, nel quale, Mosè fu riferimento principale della liberazione degli Israeliti dalla schiavitù egizia. Aronne, suo fratello, gli fu da braccio destro seguendo con accuratezza tutto quello che Mosè gli ordinava. Quello che suscita ammirazione e una percezione di affetto sono state la devozione e l’umiltà di Mosè che ha avuto nei riguardi di suo suocero, Ietro, sacerdote di Median. Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò; poi si informarono l'uno della salute dell'altro ed entrarono sotto la tenda. Mosè che ha visto Dio faccia a faccia, che ha parlato direttamente con Lui, che ha disquisito per il perdono del suo popolo, difronte a suo suocero, semplice sacerdote, si prostra e lo bacia. Qui è la visione della grandezza di un uomo, nel dimostrare umiltà e sottomissione al suocero, sacerdote e persona anziana, degna di rispetto. Il suo comportamento umile ma anche di purezza di cuore, lo ha reso degno della fiducia di Dio che sebbene gli abbia tolto il diritto di vedere Canaan, gli ha dato gli onori del cielo. Egli sarà chiamato, insieme ad Elia a parlare con Gesù sul monte della trasfigurazione, del progetto messianico e della croce di Gesù. E non è tutto, egli, è ancora nominato nei fatti avvenire della Apocalisse, uguagliando il suo cantico a quello dell’Agnello, che rappresentano gli araldi della salvezza umana.  L’onore che Dio ha dato a Mosè inonda tutta la terra e si ripercuote nei cieli per far coppia con Gesù, come riferimento dei due liberatori, uno della terra e l’altro dei cieli. Ietro, rimane sbalordito di come Dio abbia liberato Israele per mano di Mosè ed anche del suo speciale rapporto che godeva con Dio. Per questo e per la sua posizione di servitore, si sentì di offrire un olocausto coronato di sacrifici a Dio. L’esempio di Mosè e Ietro dovrebbe marcare il cuore di tutti noi a rivalutare il rapporto tra due persone timorosi nel Signore, ma anche l’umiltà e il rispetto che deve esserci nei legami in famiglia, soprattutto verso gli anziani che sono quelli che hanno posto le basi del futuro.

Pace e fede nel Signore