lunedì, maggio 30, 2016

GIOVANNI BATTEZZA GESU'

I motivi del battesimo di Gesù, come la sua crocifissione, restano chiusi in un fitto mistero, per cui, rimane solo la testimonianza delle Sacre Scritture, dalle quali, possiamo attingere, con l’aiuto dello Spirito Santo, indizi che insieme ci aiutano a ipotizzare ma non a sapere i fatti, come sono realmente accaduti. Capire il motivo, che Gesù, seconda persona della Trinità e Unigenito Figlio di Dio, avrebbe avuto bisogno di battezzarsi sulla Terra, anche se essa fosse stata santa o, ancor meno, che essa è macchiata di peccato, è arduo se non addirittura impossibile. Non solo, ma a questo dovere di seguire, Gesù, i canoni divini, nelle diverse situazioni e luoghi vi è stato la presenza straordinaria di Dio e specie in questa circostanza della celebrazione del battesimo, fatta da Giovanni Battista. Per capire, di più, quanto il Signore ci vuole suggerire è essenziale esaminare il quadro dell’accadimento, con un attento occhio trascendentale.  Matteo 3:14 Ma Giovanni lo divietava forte, dicendo: Io ho bisogno di esser battezzato da te, e tu vieni a me! Vi sono almeno due ragioni, perché Giovanni dice questo. La prima, è che Gesù è superiore a Giovanni, ed egli, aveva giusto motivo di affermare la sua inferiorità a Gesù. La seconda ragione nasce dal verso, Matteo 3:11 Ben vi battezzo io con acqua, a ravvedimento; ma colui che viene dietro a me è più forte di me, le cui suole io non son degno di portare; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco. Notiamo che, in questo specifico luogo, due personaggi s’incontrano, uno è il Signor Gesù, preannunziato a Maria e l’altro è il profeta Giovanni preannunziato a sua cugina Elisabetta, entrambi, per volere di Dio, dovevano incontrarsi e trasmettersi, l’un l’altro, un compito. Lo scopo era quello che, alla data fissata, si avrebbero dovuti incontrare nel Giordano, alla presenza di Dio, per confermare il battesimo di Gesù. In questo quadro è nascosto un altro avvenimento, quello in cui, Giovanni ha detto: “io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me”. Qua subentra il secondo significato delle due ragioni premesse. Giovanni, battezzando con acqua, non aveva bisogno di essere battezzato in acqua, poiché esercitava quel compito dietro la qualificazione ricevuta da Dio, ma quando disse che uno era più grande di lui, che era Gesù e che Egli avrebbe battezzato con lo Spirito Santo e con il fuoco, dichiarò delle virtù di Gesù che lui non possedeva. E ancora, chi, gli aveva detto queste cose, se non lo Spirito di Dio? Di fronte alla rivelazione di questo segreto divino, per conseguenza, in quell’incontro, doveva esserci il controllo e la presenza di Dio, come effettivamente vi fu. Fra le altre cose, a Giovanni, delle tre virtù, mancava il battesimo dello Spirito Santo e del fuoco e a Gesù mancava quello dell’acqua. Quando Giovanni vide lo Spirito Santo discendere in somiglianza di colomba su Gesù, egli fu battezzato con lo Spirito Santo e col fuoco, mentre Gesù, uscendo dalle acque del Giordano fu battezzato con l’acqua. Ecco che i due personaggi si trovarono con il possesso delle stesse virtù, poiché scambievolmente, Giovanni assume il battesimo dello Spirito Santo e del fuoco e Gesù quello delle acque. Come si può immaginare, il compito di Giovanni sarebbe finito lì e nello stesso luogo e nello stesso istante le consegne sarebbero traslate a Gesù. E’ stata, come una gara a staffetta. Infatti, Giovanni, disse che dopo di lui ne sarebbe venuto uno più grande di lui, in questo modo, si esplicava la continuità del ministero di Dio tra lui e Gesù. Esaminiamo adesso l’indizio della presenza di Dio. Matteo3:15 E Gesù, rispondendo, gli disse: Lascia al presente; perciocché così ci conviene adempiere ogni giustizia. Allora egli lo lasciò fare.  Quel - ci - è riferito, non a Gesù e Giovanni, ma a Gesù, allo Spirito Santo e a Dio e quindi alla Trinità. Infatti, Dio e lo Spirito Santo furono presenti.  Matteo 3:17 Ed ecco una voce dal cielo, che disse: Questo è il mio diletto Figlio, nel quale io prendo il mio compiacimento. Insieme, Gesù e Giovanni, in quella manifestazione divina, nella quale, fu presente la Trinità, ebbero la conferma del battesimo di morte. Giovanni, che sarebbe stato decapitato e Gesù che sarebbe stato immolato in croce. Da questo notiamo che l’uomo di terra acquisisce il battesimo del cielo e Gesù, del cielo, acquisisce il battesimo di terra. Tutte e due portano al battesimo di morte. Giovani fu decapitato e Gesù morì in croce. Il compiacimento espresso da Dio per il Figlio Gesù fu per la conferma del ministero della buona novella, che da Giovanni era passato a Gesù e l’altra conferma fu quella del sacrificio in croce. Non è poca cosa, che i fatti si sono svolti in terra arida e in semplice umiltà, poiché i luoghi e la gente sono stati testimoni di un evento divino che coinvolge l’intera umanità e anche e soprattutto l’universo. Tutto, alla fine, fu confermato sulla croce da Gesù, che disse, che ogni cosa fu compiuta.

Pace e fede nel Signore

 

 

 


domenica, maggio 29, 2016

SACRIFICI INUTILI



Isaia 1:14 ..i vostri noviluni e le vostre feste li detesto e mi sono di peso.
La Festa del Novilunio fu istituita da Dio come rito perenne (2Cron 2:3), questo giorno di luna nuova, era celebrato con preghiera detta della “riunione”.  
Sebbene, oggi, questa festività dovesse sembrare in disuso, la sacra Scrittura ci conferma che essa è stata istituita da Dio per essere una ricorrenza perenne. Il popolo di Israele non avrebbe fatto tale oblazione, se Dio non si fosse manifestato con potenza, facendo sentire loro la sua voce. Come mai, non si è inclini a osservare questa ricorrenza? Ebrei 8:8  Dio infatti, rimproverandoli, dice: "Ecco, vengono i giorni che io concluderò con la casa d’Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto…..(8:10………, io porrò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo).  Marco 12:33  ……..e che amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l’anima e con tutta la forza, e amare il prossimo come se stessi vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici.
Da quest’ultimo verso, dovrebbe scaturire un’assoluta ubbidienza a Dio, in cui, l’uomo lo ringrazia per il benefico della vita. Se, però, Dio mantiene la sua promessa, la stessa cosa non può dirsi per l’uomo, poiché dalla sua accomodante preghiera, motivata dal fatto che si è allontanato o perché in essa si esprime indirettamente un forte sapore di mondanità, quest’attitudine provoca l’accadimento di un rimprovero severo da parte di Dio, come si legge dal profeta Isaia 1:14, sopra enunciato.
Il rimprovero che scaturisce da Dio, non è odioso, come quello legiferato ai tempi di Mosè, occhio per occhio e dente per dente, poiché ciò cozzerebbe con il carattere della persona di Dio, che è Amore. Il suo rimprovero è uno sprono che vuole condurre la creatura a intendere le vie divine e, quindi, più facilmente avere il favore di Dio. Grave sarebbe stato, se Dio non avesse parlato, lasciando l’uomo senza una meta, nel viaggio misterioso della vita, che ha come oggetto, l’universo. Se fosse stato di quest’ultimo indirizzo, il Signore, non avrebbe certo creato l’uomo con le sue stesse mani. S’intravede, da questo rimprovero, un legame indelebile tra Dio e l’uomo, infatti, come Gesù fa parte della Trinità di Dio, l’uomo è la proiezione della sua Trinità sulla terra. Se non fosse così, Dio, non avrebbe dato all’uomo un mondo su cui vivere, chiamato, Terra, che è lo scannello dei suoi piedi, posto nel salotto dell’universo. Da questo nasce, nel cuore dell’uomo, una condotta irreprensibile di testimonianza di un credo molto espressivo, che supera la stessa cognizione dell’esistenza e si concentra nel valore divino superiore ed eterno, rispetto a quello temporaneo del mondo. Non per nulla, Dio mandò sulla terra il Figlio Gesù, per tendere una mano allo zoppicante uomo, resosi tale, disubbidendo la condizione familiare offertagli da Dio, nel primo luogo, ab antico.  E’ bene, ora, che l’uomo si ripristini dalle sue scorie e si volga indietro a sanare la condizione dove ha lasciato la via maestra che lo collega a Dio, senza ascoltare quelli che invocano il detto, che bisogna sempre guardare avanti.
Pace e fede nel Signore


mercoledì, maggio 18, 2016

CORRUZIONE MORALE

 

Potremmo affermare che la corruzione nasce dalla disubbidienza di un comando? Se la risposta è sì, questa violazione, a torto o a ragione, si è proiettata nell’uomo sin dalla disubbidienza di Adamo ed ancora da Lucifero, se egli non facesse parte della creazione degli angeli, altrimenti tutto confluirebbe in Dio. La domanda che può apparire banale è quella di dire se la corruzione esisteva già. Tuttavia, se essa avesse un atteggiamento diverso da quello che identifichiamo essere il male, allora, ci troveremmo di fronte a un problema che non è sopportato dalla nostra mente. Da questo quesito, pur nascono due possibili fonti d’interpretazione. La prima, si riferisce alla corruzione scaturita dal contestare un benestare divenuto monotono, per cui, l’uomo avrebbe optato per un cambiamento che lo porterebbe ad un incognito risultato, l’altra verrebbe dalla coesistenza della corruzione dentro la creazione prevista dal divino. Secondo quando è scritto nel profeta Isaia sembra che la seconda spiegazione sia avvalorata. Isaia 45:7 Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il benessere e creo la calamità. Io l’Eterno, faccio tutte queste cose.  Per qualche motivo Dio li ha creati e per qualche altro motivo li distrugge. Apocalisse 20:14 E la morte e l’inferno furono gettati nello stagno del fuoco. Questa è la morte seconda. Considerando la creazione, ad essa non potevano mancare le tenebre, altrimenti il tutto sarebbe stato mancante di un’identità e non definirebbe il tutto, né tanto meno la perfezione. Così, l’albero del Giardino di Eden era completo, poiché conteneva in se la conoscenza del bene e del male. Tuttavia, Dio detesta il male e pur facendo parte ad esso la corruzione, non permette che l’uomo ne abbia uso, ma che la conosca nella sua interezza tramite la sua legge, poiché, non vuole che l’uomo si contamini. Questo principio non dà diritto all’uomo di professare la corruzione, dichiarando che essa è passaggio obbligato per la conoscenza del tutto, se dovesse reclamare che il mondo, per volontà di Dio, è sotto la potestà di satana. Lo scopo principale resta, quindi, quello che Dio vuole selezionare la chiesa, quel gruppo di popolazione che, della corruzione prende conoscenza senza professarla. In questo modo, la sua parola sarà Legge che mette in luce il cuore dell’uomo del pericolo di un suo fallimento per l’ottenimento dell’eternità, insegnamento che immette l’uomo in una fase preparatoria per essere trasformato in forma divina. Tutto questo indica che egli deve solo tenersi lontano dalla corruzione tramite la conoscenza delle Scritture, mentre a differenza di quelli che l’hanno esercitata, essi saranno condannati. Che posto occuperebbe, allora, la generazione del XXI secolo? Matteo 24:6 Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano ma non sarà ancora la fine. Se da un lato vi saranno gli effetti della corruzione dall’altra Dio porrà il rimedio di stare attenti e di attendere gli eventi che mostreranno gli indizi della venuta di Gesù. Non prima, che la conoscenza del male arrivi al termine del suo percorso, la fine verrà. Più grave è lo stupore di vedere e vivere nella manifestazione del male, più apprezzeremo la potenza di Dio capace a distruggerlo. Non è valido pensare, come alcuni fanno, che la corruzione possa essere casualmente accettata così da giustificare la nostra debolezza, per i tempi difficili, ma di fronte l’evenienza dei tempi, si deve essere come guerrieri per combattere il male e nello stesso tempo valorizzare il bene che Dio vuole offrirci. Non dobbiamo cedere o essere delusi come il profeta Geremia 9:2 Oh, avessi nel deserto un rifugio per viandanti! Abbandonerei il mio popolo e me ne andrei lontano da loro, perché sono tutti adulteri, un assembramento di traditori. Poiché lo stesso l’avrebbe potuto dire Gesù, vedendo il mondo peccatore, ma come Egli ha combattuto fino alla fine, così, dobbiamo farlo noi, per il fine divino che è quello della salvezza che porta a vivere nell’eternità con Dio. Questo secolo ci porta più vicini a quello che diceva Geremia cap. 9 che col parlare menzogna si sono talmente abituati, che non è più facile per loro convertirsi. Sarà duro per l’uomo tornare sui giusti passi, perché inesorabilmente è divenuto schiavo del peccato.

Pace e fede nel Signore