Il mistero che avvolge la visione del
pruno o cespuglio ardente attira l‘attenzione, per almeno due motivi, il primo
perché l’Angelo del Signore sia apparso con un fuoco che non consumava il pruno
e l’altro il perché Mosè fu fermato nel momento in cui, decise di andare a
vedere quale fosse la causa che il pruno non bruciasse. L’apparizione
dell’Angelo determinò nel luogo del pruno, una dimensione estranea alla fisica
terrena, vale a dire una zona franca ove erano presenti i principi divini, di
cui, l’uomo non può che stupirsi, rimanendo attonito e quasi incredulo.
L’angelo, dopo aver santificato il luogo, attivò la sua gloria fiammeggiante ad
evidenziare la sua presenza, ove anche la natura cambiò aspetto, poiché, divenne
santa. È chiaro che, in altre occasioni
il Signore, ha fatto scendere dal cielo fuoco consumante e avvolte, con zolfo,
ma in questo caso fu un fuoco scintillante simile ma non uguale al fuoco.
L’Angelo di Dio, avvolto dalla gloria abbagliante, si manifestò a Mosè con
caratteristiche fuori da questo mondo, che gli suscitarono una meraviglia e un
disorientamento tale che ne fu coinvolta anche la sua parola. Pur essendo un
grande generale del faraone, esperto in dialoghi di guerra e di amministrazione,
non seppe proferir una limpida parola quando Dio gli diede mandato di liberare il
suo popolo. Le sue gambe si piegarono, non solo perché gli fu detto
dall’Angelo, che dove si trovava era terra santa, ma anche perchè il tremore di tutto
il corpo gli indebolì le gambe facendogli favore a farlo piegare in tutta la
sua lunghezza. Mosè, rappresentò il popolo di Dio che si sarebbe piegato per
ammirare la sua Gloria e Santità, in tutti i tempi. Il suo non parlare fluente
rappresenta l’inferiorità del linguaggio dell’uomo di fronte alla Parola di Dio
e come Mosè riconobbe la sua meschinità di essere meno che servo, il mondo
riconoscerà la sua debolezza e la sua inferiorità quando, semmai, raggiungerà l’apice
della conoscenza su questa terra. L’uomo ha bisogno del bastone per appoggiarsi di fronte la
tenacia di Dio, ha bisogno di togliersi i calzari perché egli è nato nudo e lo
sarà fino alla morte per riconosce Dio, pieno di Gloria, che copre
l’universo con la sua opera. Esodo: 3:5 Dio disse: Non ti avvicinare qua; togliti i
calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro. Come
spiegare che l’Angelo parla in prima persona, come se fosse Dio, quando rivela
a Mosè il suo nome: IO SONO COLUI CHE SONO? L’Angelo avendo avuto il mandato da
Dio, come messaggero, parla in prima persona perché, in quel momento,
rappresentava Dio sulla terra. Il nome pronunziato rivela a Mosè che Dio è il
vivente. Infatti, colui che sono, corrisponde a colui che vive in eterno. Mosè
si nascose la faccia perché aveva paura di guardare Dio. In effetti, egli vide
il divino, che non era Dio ma il suo Angelo, poiché, l’uomo non può vedere Dio
e vivere. Le parole, colui che sono, abbracciano tutta la complessità della
natura di Dio, tutte le cose che ha fatto nella creazione e tutto ciò che ha
promesso. Solo con Dio possiamo salire al Sinai per contemplare la sua Gloria e
ricevere istruzione di come dobbiamo affrontare la conoscenza della sua natura
per lodarlo in eterno. Il pruno ardente rappresenta il nostro cuore che arde per
il desiderio di vedere Dio, come Egli è. Le fiamme che non bruciano ma che
scintillano, rappresentano, le lingue di fuoco dello Spirito Santo che battezza
e ci insegna la via dell’eterno. Come Dio ha parlato a Mosè di liberare il suo
popolo, oggi ci comanda di evangelizzare il mondo, affinché, tutti ammirino il pruno
ardente, la prova che Dio è il “DIO COLUI CHE SONO”.
Pace e fede nel
Signore
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