lunedì, ottobre 08, 2018

IL PRUNO ARDENTE



         Il mistero che avvolge la visione del pruno o cespuglio ardente attira l‘attenzione, per almeno due motivi, il primo perché l’Angelo del Signore sia apparso con un fuoco che non consumava il pruno e l’altro il perché Mosè fu fermato nel momento in cui, decise di andare a vedere quale fosse la causa che il pruno non bruciasse. L’apparizione dell’Angelo determinò nel luogo del pruno, una dimensione estranea alla fisica terrena, vale a dire una zona franca ove erano presenti i principi divini, di cui, l’uomo non può che stupirsi, rimanendo attonito e quasi incredulo. L’angelo, dopo aver santificato il luogo, attivò la sua gloria fiammeggiante ad evidenziare la sua presenza, ove anche la natura cambiò aspetto, poiché, divenne santa.  È chiaro che, in altre occasioni il Signore, ha fatto scendere dal cielo fuoco consumante e avvolte, con zolfo, ma in questo caso fu un fuoco scintillante simile ma non uguale al fuoco. L’Angelo di Dio, avvolto dalla gloria abbagliante, si manifestò a Mosè con caratteristiche fuori da questo mondo, che gli suscitarono una meraviglia e un disorientamento tale che ne fu coinvolta anche la sua parola. Pur essendo un grande generale del faraone, esperto in dialoghi di guerra e di amministrazione, non seppe proferir una limpida parola quando Dio gli diede mandato di liberare il suo popolo. Le sue gambe si piegarono, non solo perché gli fu detto dall’Angelo, che dove si trovava era terra santa, ma anche perchè il tremore di tutto il corpo gli indebolì le gambe facendogli favore a farlo piegare in tutta la sua lunghezza. Mosè, rappresentò il popolo di Dio che si sarebbe piegato per ammirare la sua Gloria e Santità, in tutti i tempi. Il suo non parlare fluente rappresenta l’inferiorità del linguaggio dell’uomo di fronte alla Parola di Dio e come Mosè riconobbe la sua meschinità di essere meno che servo, il mondo riconoscerà la sua debolezza e la sua inferiorità quando, semmai, raggiungerà l’apice della conoscenza su questa terra. L’uomo ha bisogno del bastone per appoggiarsi di fronte la tenacia di Dio, ha bisogno di togliersi i calzari perché egli è nato nudo e lo sarà fino alla morte per riconosce Dio, pieno di Gloria, che copre l’universo con la sua opera.  Esodo: 3:5 Dio disse: Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro. Come spiegare che l’Angelo parla in prima persona, come se fosse Dio, quando rivela a Mosè il suo nome: IO SONO COLUI CHE SONO? L’Angelo avendo avuto il mandato da Dio, come messaggero, parla in prima persona perché, in quel momento, rappresentava Dio sulla terra. Il nome pronunziato rivela a Mosè che Dio è il vivente. Infatti, colui che sono, corrisponde a colui che vive in eterno. Mosè si nascose la faccia perché aveva paura di guardare Dio. In effetti, egli vide il divino, che non era Dio ma il suo Angelo, poiché, l’uomo non può vedere Dio e vivere. Le parole, colui che sono, abbracciano tutta la complessità della natura di Dio, tutte le cose che ha fatto nella creazione e tutto ciò che ha promesso. Solo con Dio possiamo salire al Sinai per contemplare la sua Gloria e ricevere istruzione di come dobbiamo affrontare la conoscenza della sua natura per lodarlo in eterno. Il pruno ardente rappresenta il nostro cuore che arde per il desiderio di vedere Dio, come Egli è. Le fiamme che non bruciano ma che scintillano, rappresentano, le lingue di fuoco dello Spirito Santo che battezza e ci insegna la via dell’eterno. Come Dio ha parlato a Mosè di liberare il suo popolo, oggi ci comanda di evangelizzare il mondo, affinché, tutti ammirino il pruno ardente, la prova che Dio è il “DIO COLUI CHE SONO”.     
Pace e fede nel Signore

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