Genesi 6:13 Allora Dio disse a Noè: Nei miei decreti la fine di ogni essere vivente
è giunta, poiché la terra, a causa degli uomini, è piena di violenza; ecco, io
li distruggerò, insieme con la terra. Questo decreto, espresso con
tassatività decisionale, suscita, a prima lettura, un certo che di perplessità,
essendo che Dio, nella creazione, ha speso sei giorni e alla fine ha dichiarato
che ogni cosa è stata buona. La mente umana rimane incerta e si smarrisce
nell’individuare il limite della pazienza di Dio, se quest’ultima è
ipotizzabile che scada ed interrompa la violenza dei nostri giorni. Ancor di
più, ci si chiede, se la terra è stata piena di violenza per colpa degli
uomini, perché avrebbe dovuto subire la distruzione? Per individuare i motivi,
che non sono di facile percorso, tentiamo di confrontare l’episodio del fico
seccato da Gesù e la dichiarazione di Dio della distruzione della terra, sopra
indicata. Se nella prima vicenda la natura ascoltò la voce del nemico e non
diede il frutto, fuori stagione, al Creatore e con ciò, ricevette la punizione
adeguata, anche la terra, nel momento della lotta tra Dio e Lucifero, si
suppone che abbia ceduto alla lusinga dell’Angelo, per porsi contro il
Creatore. Il risultato a questo accordo elusivo, è stato che la terra ha
subito, nel suo proprio, la conseguenza di essere rimasta informe e vacua,
essendo dovuta rimanere perfetta, dato che tutto ciò che Dio crea è perfetto,
per sempre. Se ne deduce che lo Spirito
di Dio, girando attorno al mondo, considerò come potesse perfezionare il
distrutto. Il fatto che esiste una correlazione tra il mondo e l’uomo è dedotto
dai versi: Romani 8:19 Poiché la
creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio. Da
questo si argomenta che la creazione, compresa la terra, contribuisce e
collabora con la vita dell’uomo e può fare delle scelte. Nel caso dei tempi di
Noè, Dio, per arrivare alla decisone di distruggere l’umanità, deve aver perso
la pazienza come ai tempi di Lucifero. Tuttavia, come Egli girò la terra, vacua
per sanarla, ora la sua pietà gli fa adoperare il suo amore per salvare la
creatura. Fu in questo momento che Dio,
prima di agire, diede uno sguardo al mondo se potesse ancora recuperarlo. Ci
accorgiamo che per quel misterioso legame che vi è tra uomo e terra, questa
volta, Dio, nel salvare l’umanità ha sconvolto di nuovo la terra, per la
seconda volta e spostando il suo asse ha fatto avvenire il diluvio, rimanendo l’arca,
l’unica salvezza al mondo, come l’arca dell’alleanza lo fu, per il popolo di
Israele. Possiamo, allora, dire beati coloro che si mantengono dentro l’arca,
poiché, chi si tiene fuori dall’arca di Noè si terrà fuori anche dall’arca
della salvezza. E’ impressionante leggere e capire, che alla dichiarazione di
distruzione, Dio abbia attuato il suo amore. Questo indica come la giustizia di
Dio è divinamente equa e che non tende più da una parte o dall’altra.
Umanamente ci collega a quella giustizia attuata da Salomone quando propose di
dividere il bambino conclamato dalle due madri, mentre nel suo cuore vi era
pietà per la creatura, essendo che egli ricevette parte della proiezione della
giustizia di Dio, così l’umanità, nel caso di Noè, ha trovato grazia invece
dell’ira di Dio. Da questi due avvenimenti che hanno modificato il genere
umano, esso è sopravvissuto, per volontà del divino, tuttavia, avverrà che nel
prossimo, Dio stesso prenderà la decisione di giudizio e di condanna e
riserverà solo ai meritevoli la salvezza della dimensione dell’eterno e della
sua presenza.
Pace e fede nel
Signore
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