Cap 1:1
Nel principio Dio creò i cieli e la terra.
L’uomo si trova a confrontarsi con due
realtà, una reale, nella quale, percepisce la materia e segue il tempo con il
suo effetto distruttivo e l’altra, invisibile o spirituale, conosciuta attraverso
le Sacre Scritture. Su di essi, sebbene si sforzi, non riesce a concretizzare,
nella prospettiva della sua vita, quale delle due deve seguire. Questa ambiguità
lo rende incerto, non potendo egli indentificare la propria posizione
nell’universo, dove misteriosamente vive. Tuttavia, nel suo intimo sente che all’origine
di tutte le realtà vi sia un Creatore che ha pur fatto tutte le cose. Proprio
questo sentimento lo porta a leggere e rileggere quanto è stato trasmesso dai
profeti. Egli, confronta gli eventi passati e presenti, ma non riesce a trovare
una soluzione del mistero che lo circonda. Se poi, si volge allo studio della scienza
e dei fenomeni naturali, crede che tutto ciò che esiste sia accaduto per caso e
la realtà, in cui vive, altro non è che un fenomeno di accadimento
indecifrabile che lo conduce a considerare che il tutto sia una illusione, ove
non esiste né principio né fine. Ciò, lo porta ad affermare che la realtà dell’esistenza
sarebbe utopica, pur, avendo a sostegno quella invisibile e spirituale delle Sacre
Scritture che comprovano, attraverso le varie testimonianze, l’esistenza
creatrice di tutte le cose. Concludendo, questa piccola introduzione, ci
apprestiamo a esaminare la Genesi, che apre all’uomo parte del mistero della
rivelazione e chiarisce le perplessità che costantemente spingono a pensare se
esiste vita oltre la morte e se Dio abbia conservato un luogo per la salvezza
dell’uomo. Detto ciò, incominciamo ad esaminare il verso Genesi1:1. Nel principio Dio creò i cieli e la terra.
Questo verso è anticipato, a sua volta, dai versi Giovanni 1:1 Nel principio era la Parola, la Parola era
con Dio, e la Parola era Dio. 2 Essa era nel principio con Dio. 3 Ogni cosa è
stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è
stata fatta. Come possiamo vedere, il principio della creazione è
anticipato dal principio dell’esistenza della Parola[1], la quale, a nostro parere,
è stata anticipata, dall’eternità di Dio Padre, che l’ha generato e non creato
dalla sua stessa persona. All’istante, la Parola apparsa, si è posta appo Dio, divenendo
Dio nella sua complessità, con il suo potere di separarsi, in tre persone,
Padre, la Parola e lo Spirito Santo. Così, scopriamo che Dio è Uno, complessa
personalità costituita di tre identità, identificata dagli studiosi, con
l’appellativo di “Trinità”. Tutti e
tre possono muoversi ovunque, rimanendo collegati a Dio Padre, sia nell’unità
di spirito che nella volontà decisionale. La Parola è creatrice, essendo la
volontà esecutrice del pensiero di Dio Padre, il quale, secondo la nostra
convinzione, sta seduto nel suo Trono. La domanda che qualcuno fa è questa: perché
Dio Padre ha avuto bisogno di generare la Parola, potendo egli stesso creare? A
questa interrogazione, possiamo supporre due ipotesi, la prima, che Dio abbia generato
la Parola, parte di se stesso, affinché essa potesse creare l’oggetto, cioè
tutte le cose. Nella seconda ipotesi, nel momento della creazione, erano presenti,
Dio Padre, la Parola e lo Spirito Santo, cioè Dio nella sua integra forma, cosicché,
quando diciamo Dio, intendiamo la sua totale complessa identità della Trinità.
Genesi 1:26 Facciamo l’uomo alla nostra immagine. La Trinità, come si può
osservare, resta unita nel suo imperscrutabile mistero divino e nella sua natura
intrinseca di Dio. Per come stanno i
fatti, quindi, si comprende che dopo che la Parola fu generata, Dio, nel suo
complesso, cominciò a creare tutte le cose, per mezzo della sua stessa persona
“Parola” avendo il potere di sdoppiarsi e di parlare al singolare o al
plurale, facciamo l’uomo alla nostra
immagine. Stranamente, con questo stesso principio, ricordiamo che l’uomo è
stato creato trino. 1Tessalonicesi 5:23 ……e
l'intero essere vostro, lo spirito,
l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore
nostro Gesù Cristo. Questa trinità dell’uomo, tuttavia, è diversa da quella
di Dio, essendo che, Dio è Spirito nella sua integrità di tre persone, mentre
l’uomo, con la prima persona è carne, per il fatto che vive sulla terra. Per
queste leggi fisiche terrestre, ricordiamo che lo stesso seme di Dio, “Gesù”, per vivere sulla terra, Dio lo ha
fatto nascere da Maria vergine con un corpo incorruttibile, il quale, per il
riferimento scritturale è considerato essere, il secondo Adamo, ai fini della redenzione
di tutta l’umanità[2].
Ritornando, ora, al secondo verso della Genesi, ci si chiede: se la Parola ha
formato il creato, chi ha lottato con Lucifero? Prima di tutto, non pensiamo
che Dio abbia lottato, essendo che Lucifero è un angelo creato, semmai, Dio, lo
ha piegato con la sua Parola, la quale, nell’abbassare Lucifero, si è prodotto
una deformazione nella terra, rendendola vacua e deserta. Se ricordiamo,
qualche cosa di simile è accaduta, quando Dio, per eseguire la sua azione
punitrice su Sodoma e Gomorra, la sua integrità Trina la rappresentò
in tre persone divine, di cui, una parlava in prima persona, come fosse Dio ma
che trasmetteva il parlare di Dio. In riguardo alla Parola scesa sulla terra, si
suppone che, essendo Essa, la parte esecutrice della volontà di Dio, si è parzialmente
o interamente disgiunta dalla Trinità e si è incarnata nel seme di Dio, in Maria
vergine ed è divenuto “Gesù” sulla terra e che, nel battesimo delle acque del
Giordano, ricevette lo Spirito Santo, completando la sua personalità divina sulla
terra. Per concludere questa parentesi, Gesù uomo, in corpo incorruttibile, alla
fine dei tempi combatterà contro satana e i suoi angeli e li porrà nella geenna
per sempre. Per il presente, la persona di Gesù, con corpo incorruttibile e
trafitto dai chiodi è posta accanto al trono di Dio che intercede per noi. Apocalisse
22:3 Non ci sarà più nulla di maledetto.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello… Da questo cambiamento
della forma Trina di Dio, di esserci due troni, si ipotizza che la seconda
Persona di Dio, la Parola, è discesa sulla
terra divenendo Gesù, Figlio di Dio ed ora, sta seduto accanto al Trono di Dio,
rimanendo Uno, nella sua complessità di Spirito e di Persona col Padre, ma che
aspetta, l’ordine di Dio Padre di discendere sulla terra per concludere i tempi.
Torniamo al secondo verso Genesi 1:2, dopo che Dio ha scagliato Lucifero
nell’abisso, avvenuto successivamente alla creazione dei cieli e della terra, quest’ultima
si trovò ad essere informe e vacua, con le tenebre che la coprivano nella sua
totalità. A questa conclusione si arriva ricordando che Dio, per il suo
principio di perfezione, poiché, crea ogni cosa buona, non si sa perché Dio abbia
deciso di provvedere diversamente nei riguardi della terra, trovandosi essa, deserta
e vacua per la conseguenza della punizione data a Lucifero. Così, Dio, dopo questo scontro, se così si
vuole intendere, aleggiava intorno alla terra esaminando la possibilità di
rinnovarla. Tornando al verso, che parla della distesa dei cieli, essa può essere intesa come lo spazio, cioè
l’universo, nel quale, la terra è stata creata dopo i cieli ed è contenuta nei
cieli. Tuttavia, in riguardo alla luce, non si capisce la relazione della luce descritta
nel verso tre e seguenti con la luce del verso quattordici e seguenti. Genesi
1:3 Dio disse: Sia luce! E luce fu. 4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò
la luce dalle tenebre. 5 Dio chiamò la luce giorno» e le tenebre notte. Fu
sera, poi fu mattina: primo giorno. Genesi
1:14 Poi Dio disse: Vi siano delle
luci nella distesa dei cieli per
separare il giorno dalla notte; siano
dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; 15 facciano luce nella
distesa dei cieli per illuminare la terra. La luce del verso tre e seguenti,
non è la luce del verso quattordici e seguenti, infatti, Dio, quando creò i
cieli e la terra, i cieli di quel momento, lo spazio, cioè l’universo tenebre,
conteneva la terra. Infatti, quando Dio disse: sia la luce e la luce fu, essa
si trovò mescolata alle tenebre preesistenti, per cui, Dio, come leggiamo, separò
la luce dalle tenebre. Il punto da chiarire ora è a che cosa si riferisce il
quarto e il quinto verso: chiamò la luce
giorno e le tenebre notte fu sera,
poi fu mattina, poiché, essi non coincidono né si riferiscono al giorno e la
notte del verso 14. Possiamo, tuttavia, ipotizzare
che deve esserci stato un diverso sistema di ciclo, tra il giorno e la notte,
diverso dal giorno e della notte dei lunari che Dio fece al verso quindici. Questo
diverso sistema pone due ipotesi, la prima, spiegherebbe che se la luce del verso
tre, con il ciclo giorno e notte, si riferisse ai tempi del regno di Lucifero, egli,
avrebbe illuminato la terra con la sua luce, essendo che nella terra vi erano le
tenebre, dopo la punizione, chiamati
cieli al verso Genesi 1:1, la
seconda ipotesi, ci porta a considerare che, se Lucifero non avesse illuminato la
terra, allora, la terra si sarebbe trovata nel limite di separazione tra luce e
tenebre, che comunque, resterebbe ancora da spiegare a che cosa si riferisca, fu sera poi fu mattina, primo giorno. Se
consideriamo che, fu sera è prima di fu mattina, allora, si può ipotizzare una
consequenzialità del susseguirsi di tenebre e luce che avrebbero mosso la terra
come il pendolo, l’un verso l’altro luogo, in modo da creare sulla terra, una
volta tutta notte, da un lato e dall’altro tutta luce quando si spostava sulla
luce. L’altra ipotesi sarebbe: se la terra, fosse stata ferma nella linea di
confine tra la luce e le tenebre, veniva illuminata metà di luce e metà di
tenebre costantemente. Questo avrebbe causato che metà della terra sarebbe
stata sempre illuminata e l’altra sempre buia. Tornando alla così detta lotta e
dopo che Lucifero fu inabissato, le tenebre avrebbero preso posto sulla terra lasciandola,
vacua e deserta. Al verso quattordici, ora, valutiamo la parola, Genesi 1:14” Poi”. Essa indica che è passato un
certo tempo a noi sconosciuto, in cui, dopo il castigo che Dio diede a Lucifero,
…lo Spirito di Dio aleggiava sulla
superficie delle acque. Entra,
così, in atto il verso quindici, ove Dio creò i lunari per separare il giorno
dalla notte a noi conosciuti. Cronologicamente la rotazione della terra è incominciata
dopo che Dio ha creato i lunari, infatti, è per il sistema solare che la terra
gira su se stessa causando il giorno e la notte e poi girando intorno al sole
forma le stagioni. Con la rotazione della terra, durante la notte, l’uomo si
riposa dal suo lavoro. In questo modo, la terra è stata sottoposta agli effetti
fisici che continuamente la muovono nell’evolversi del tempo. In riguardo ai continenti,
nel principio erano tutti riuniti in un luogo, ora si trovano dispersi nella
sfera del mondo, a causa del sole prima e della forza centrifuga, dopo.
[1] Parola: Alla seconda persona di Dio, la Parola non è stato dato il nome di Gesù, poiché, è sulla terra
che, come seme di Dio, ha acquistato il nome di Gesù.
[2] Umanità: l’umanità non poteva essere salvata da un uomo terreno, per
almeno due motivi. Uno perché peccatore, l’altro per abrogare o annullare una
condanna eterna di Dio era necessario un sacrificio di un divino e non quello di un uomo.
Cap.1:2
La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.
Dopo
la cacciata di Lucifero, la conformazione della terra cambiò dal suo stato di
perfezione e divenne vacua e deserta per la ipotesi che vi sia stata una lotta,
ovvero, Dio abbia punito Lucifero insieme ai suoi angeli ribelli. Importante
notare che, dopo questa fase punitiva, Dio decise di sanare la terra cambiando
la destinazione della precedente programmazione, tralasciando l’opportunità di
poterla rifare ex nuova. Proprio quest’ultima iniziativa, nella quale Dio rinnova
la terra, suscita una domanda spontanea che l’uomo si fa: se Dio, per suo principio
caratteriale, fa ogni cosa nuova, Apocalisse 21:5 Allora colui che sedeva sul trono disse: Ecco, io faccio tutte le cose nuove, come mai in
questo caso, trovandosi la terra in uno stato di desolazione e deserto, non abbia
fatto nuova la terra? Dio ha fatto questa opera col proposito di rimediare alla
disubbidienza di Lucifero e non di fare nuova la a terra. Dio, realizzando, con
un piano migliorativo, una creatura diversa dagli angeli, al termine del percorso
progettuale terreno, sarebbe risultata d’essere superiore agli angeli. Da
questo progetto, inizia, il ministero di Dio, di cui, è senza dubbio di
difficile interpretazione ma che il fine è glorioso. Tuttavia, cerchiamo di
capire, per quando sia possibile, di arrivare a dare un significato alla grande
opera di Dio sull’uomo. Per prima cosa, ci accorgiamo che la creazione che Dio
mette su, si svolge in tre fasi ai fini di costruire l’abitat dell’uomo che
formerà sulla terra. Con la prima fase, Dio, struttura la conformità della
terra, separando le acque dalle acque, cioè il mare dalle nuvole. La seconda,
Dio, raccoglie le acque e fa apparire l’asciutto, cioè i continenti li ha posti
tutti in un luogo, bilanciati dalla massa delle acque, la terza creazione si
riferisce alla vegetazione e agli animali. Queste tre creazioni sono state
anteposte, prima della creazione dell’uomo, per il fatto che, una volta apparso
l’uomo egli avrebbe dovuto trovare le condizioni per sopravvivere, secondo il
ciclo della produttività di questa terra. Ma quale scopo avrebbe avuto la
creazione dell’uomo fatto con l’impasto dal fango della terra? In questo caso, la materia assume una
importanza strumentale per il fine che Dio potesse immettere nel corpo di
terra, un’anima, diversa rispetto alla natura degli angeli. Essa rappresenta
l’essere vivente dentro il corpo materia che ha la capacità di sopravvivere
sulla terra usufruendo del suo lavoro e del prodotto della terra, mentre il
soffio di Dio, sarebbe la vita che lo fa muovere in essa. Tutto questo procedimento
divino, che nella sua complessità dovrebbe dar vita a una creatura sotto la
protezione di Dio, che l’ha creato, si trova stranamente a fallire sotto il
peccato. Quale potrebbe essere lo scopo che l’uomo sarebbe caduto in peccato se
Dio stesso lo ha formato? Diciamo che il compito della esistenza dell’uomo su
questa terra è grande per almeno due motivi: il primo è quello di conoscere il
bene e il male e l’altro, quello che una volta nei cieli, giudicherà gli
angeli. 1Corinzi 6:3 Non sapete che
giudicheremo gli angeli? Per questo motivo Dio, forma l’uomo con le sue
stesse mani e gli infonde il suo Spirito e non solo, ma lo crea alla sua
immagine, rispecchiando in questo modo, la proiezione dell’immagine di Dio sulla
terra. Genesi 1:26 Poi Dio disse: Facciamo
l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, …. Dio, nella
sua misteriosa personalità, parla al plurale, facendoci intendere che la “Trinità”,
al completo, era in atto per la formazione dell’uomo. Alla dichiarazione di
esser stato creato a somiglianza e ad immagine di Dio, l’uomo viene formato
trino[3]. Detto questo, si necessita
di far luce riguardo alla creazione dell’uomo, che secondo diversi scolari,
affermano che esistano due creazioni, dal fatto che vi sono, almeno tre indizi
che ci portano a sostenere tale ipotesi. Questi sono: il primo indizio è in Genesi
2:8 Dio il Signore piantò un giardino in
Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che
aveva formato. Il secondo indizio, in Gessi 2:23 L'uomo disse: Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e
carne della mia carne. Il
terzo indizio, Genesi 2:11. Il nome del primo è Pison, ed è quello che
circonda tutto il paese di Avila… e Genesi 4:16 Caino si allontanò dalla
presenza del Signore e si stabilì nel
paese di Nod, a oriente di Eden. Lì, poi trovò moglie. Stando così le cose, sul fatto che vi sia stata una prima
creazione primordiale, si nota che sulle evidenze sopra richiamate, si discute che
il rapporto affettivo tra l’uomo e la donna non fosse stato sentimentale, essendo
che la coppia viveva allo stato selvaggio senza concetto di pudore o di unione
familiare. Divenuta, popolo, esso viveva provando solo timore in Dio, ma non lo
conosceva, come lo conobbero Adamo ed Eva. Da questo, si comprende il decreto
di Dio che fece, in occasione della cacciata di Caino, che chiunque del popolo
circostante al Giardino, avrebbe incontrato Caino con il segno che Dio gli
aveva messo, non lo avrebbe dovuto uccidere. Ma c’è una postilla che ci fa
capire che quel popolo, aveva solo timore di Dio, che chiunque lo avrebbe
ucciso avrebbe ricevuto la pena sette volte più di Caino. Genesi 4:15 Ma il Signore gli disse: Ebbene, chiunque ucciderà Caino, sarà punito
sette volte più di lui. Questa
decretazione ci dice che la possibilità che qualcuno poteva uccidere Caino, sarebbe
potuta accadere, dato il rapporto debole che avevano con Dio. Tuttavia, Caino fu
accolto da quel popolo come un privilegiato di Dio, perché lo conosceva, per
cui, Genesi 4:17 Poi Caino conobbe sua
moglie, che concepì e partorì Enoc. Quindi si mise a costruire una città, a cui
diede il nome di Enoc, dal nome di suo figlio, Caino, dal grande peccato
commesso ha tratto un grande insegnamento di vita che gli fece guadagnare la
simpatia dei popoli vicini. Divenne, un uomo intelligente e rispettoso e si
pensa che, in lui, non si sia mai spenta, l’immagine e il rimorso di avere
ucciso suo fratello Abele. Da questa brutta esperienza, Caino, si umanizzò,
mutando la sua visione di vita, tale che, nel costruire una città, mostrò
grande generosità, quando diede ad essa il nome di suo figlio, Enoc.
Cap. 2.1
Così, furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro.
Il
secondo capitolo apre chiarendo quello che Dio ha creato nella creazione “e tutto l’esercito loro” cioè angeli,
spiriti, compreso l’uomo creato, maschio e femmina. Considerando, ora, come
alcuni studiosi asseriscono, che vi siano state due creazioni, ci chiediamo:
quali siano stati i motivi di questa doppia opera di Dio? Dai fatti e da quello
che ha detto Adamo “Questa, finalmente, è
ossa delle mie ossa e carne della mia carne” si desume che l’uomo e la
donna della prima creazione non fossero compatibili, non per un errore di
creazione ma per la cruda natura, in cui, essi si sono dovuti imbattere vivendo
all’addiaccio. Lo stato selvaggio della natura richiedeva una tempra forte e
poco sentimentale, la vita si svolgeva per sopravvivere e costruirsi un riparo
dal freddo e una difesa dagli animali. Non vi era tempo per il sentimento,
tranne per difendere la compagna dal pericolo e procreare, per cui, lo stato
d’esistenza era molto simile a quello degli animali. Così, dopo un lungo tempo,
Dio decise di prendere l’uomo da un luogo indeterminato della prima creazione e
lo pose nel Giardino che aveva piantato.
Genesi 2:8 Dio il Signore piantò
un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. Dato il
modo primitivo di vita dell’uomo, vissuto per lungo tempo in un abitat impervio
e lontano dal sentimento spirituale, Dio,
decise di intervenire sull’uomo per passare alla fase successiva della sua
esistenza. Così, Dio, ha tratto l’uomo da
quel mondo selvaggio e lo ha posto nel Giardino dell’Eden per studiarlo. Qui, si
nota la parola per “studiarlo”, questo
studio non fu altro che, un intervento correttivo che Dio fece all’uomo di
rivelazione, tratto dal luogo desertico e senza un fine evolutivo per porlo nel
Giardino, al fine di istruirlo alla conoscenza di Dio. Questo processo di
istruzione durò del tempo, nel quale, Adamo, dalla sua posizione di uomo
selvaggio, arrivò a parlare con Dio, essendo che in lui nacque una certa
familiarità spirituale, tale che, ebbe a dire al Signore, in riguardo alla
donna, questa “finalmente”. Adamo
dopo il risveglio, fu consapevole della operazione che Dio fece, così, quando rispose
in quel modo, finalmente, egli
espresse la sua soddisfazione ma anche e soprattutto, la gioia di avere una compagna
fedele. Ormai Adamo, aveva impresso nel suo cuore il sentimento della unione di
un uomo e una donna, come l’esistenza di un corpo solo, mancava solo la
pronunzia di Dio, per istituire il matrimonio. Dalla stessa carne dell’uomo,
Dio ha creato la donna che sarebbe stata sua intrinseca compagna di sentimento e
di conforto ma soprattutto di moglie, dato che, da quel momento, Dio istituì l’istituto
del matrimonio[4].
Ecco perché Adamo, esclamò questa
finalmente è carne della mia carne. E’
chiaro che Dio avendo creato l’uomo e la donna, essi erano diversi e più
spirituali dei popoli che abitavano nel paese di Avila, situato nei dintorni di
Eden. Nel momento, in cui, Dio infuse loro lo Spirto divinino divennero “anima vivente”. Su questo evento, nasce
una domanda: ci si chiede, quando essi, divennero anima vivente, nella prima o
nella seconda creazione? Questo è un problema. Infatti, nel primo capitolo
della Genesi, non è menzionata l’anima
vivente, mentre nel secondo capitolo, è menzionata con riferimento alla
prima creazione. Genesi 2:7 Dio il
Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un
alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente. Solo dopo, Genesi
2:8 Dio il Signore piantò un giardino in Eden,
a oriente, e vi pose l'uomo che aveva
formato. E’ chiaro che se l’uomo che Dio aveva formato fuori e poi l’ha
posto nel Giardino, era già anima vivente,
come recita il verso Genesi 2:7, non si capisce, tuttavia, perché non vi è
alcun riferimento nel primo capitolo sull’anima
vivente. Da Genesi 2:7 e Genesi 2:8 si comprende che l’uomo era anima
vivente già fuori dal Giardino. Per conseguenza anche la donna della prima
creazione lo era. Il punto, ora da chiarire è questo: se Adamo era già anima vivente fuori dal Giardino, come
era Eva che fu creata nel Giardino? In teoria non doveva essere anima vivente, tuttavia, essendo stata tratta
da Adamo, divenne anche lei anima vivente
per trasposizione. Ma il punto che si vuole evidenziare è che: essere anima
vivente, non era la condizione necessaria e sufficiente, perché l’uomo avrebbe
acquisito la salvezza, essendo che, era necessaria la incorruttibilità
del corpo, per accedere nel regno di Dio, come quello che Gesù ebbe, come
secondo Adamo. Da non confondere l’attribuzione della parola corpo, solo
riferita al corpo materia, poiché esiste anche, il corpo anima
dell’uomo, che è quello, specificatamente, che risorgerà all’ultimo giorno. Genesi
3:19 mangerai il pane con il sudore del
tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai.
Cioè, è il corpo carnale che ritornerà alla terra, poiché, Dio farà ogni cosa nuova e, quindi, nulla di
questo mondo sarà preso, essendo che, ogni cosa di questo mondo è contaminata
dal peccato.
Cap.3:1
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il Signore aveva fatti.
La
prima domanda che ci facciamo è la seguente: se Lucifero è stato buttato
nell’abisso, chi era nel Giardino dell’Eden sotto forma di serpente? E’ chiaro
che, per motivi divini, Dio fece il serpente il più astuto di tutti gli animali
e che, se è stato punito con la pena di strisciare nella polvere, questo
animale doveva essere non strisciante. I fatti ci dicono che esso non avrebbe
avuto forma umana, poiché, gli unici umani erano Adamo ed Eva e che tutti gli
animali ebbero un nome dato da Adamo. Se il serpente parlava, si suppone anche che,
tutti gli altri animali parlassero la lingua unica come quella dell’uomo. Così,
per ipotizzare il complesso mistero, cerchiamo di trovare qualche indizio nelle
Sacre Scritture che ci possa aiutare a formare un’idea possibile su chi fosse
veramente il serpente e i motivi della sua condotta. Se il serpente, che ebbe la
condanna di strisciare per tutta la sua esistenza, fosse stato satana, non si
spiegherebbe, come un serpente poteva essere in forma di angelo alla corte di
Dio, insieme agli altri angeli. Jobbe 1:6 Un
giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e satana venne
anch'egli in mezzo a loro. Questa lettura ci mostra che satana era un
angelo in mezzo agli altri angeli alla corte di Dio. Egli era anche un
sovraintendente che girovagava accertando le cose di questo mondo. Jobbe 1:7 Il Signore disse a Satana:
Da dove vieni? Satana rispose al Signore: Dal percorrere la terra e dal
passeggiare per essa. La parola dal passeggiare per essa, che altre
versioni traducono controllare o viaggiare, indica uno specifico compito
assegnato a satana e dal quale compito, satana risponde a Dio, del suo servizio
non mostrando nessuna stortura o confidenza, poiché, egli non poteva rispondere
a Dio scherzando o tergiversando. Quindi, egli aveva uno specifico compito, poiché
specifico era il suo potere. Infatti, ciò è dimostrato da una attenta lettura
su, 1Croniche 21:1 Satana si mosse contro
Israele, e incitò Davide a fare il censimento d'Israele. Ecco che il
serpente che aveva ricevuto la condanna di strisciare perennemente, non poteva
agire come angelo distruttore mandato da Dio, sia nei confronti di Davide che nei
confronti di Jobbe ed anche, come si osserverà, in altre missioni. Quindi il
serpente del Giardino di Eden, chi era? Prima di rispondere con un’ipotesi
plausibile, dobbiamo fare una premessa. Se da un lato, Lucifero fu sprofondato nell’abisso,
secondo Isaia 14:12 Come mai sei caduto
dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora? Lucifero, non poteva
trovarsi nel Giardino, poiché, contrasterebbe il fatto che da una pena, Dio,
gli avrebbe dato il privilegio di entrare nel Giardino. Né tanto meno, poteva
essere satana, in persona, poiché non è menzionato nei versi del colloquio con
Eva. Chi poteva essere, allora, il serpente? Come abbiamo visto, Dio diede
delle condanne a Adamo ed Eva, riferibili a personaggi carnali così, come
abbiamo visto, al serpente che era un animale, ha dato pena carnale. Diverse,
invece, sono le condanne per gli angeli, di cui, ci riferiamo a quei ribelli che
furono sotto la potestà di Lucifero. Tuttavia, considerando che nel corso del
ministero di Dio, satana è stato parte attiva ed è stato spesso artefice di
concessioni e permessi dati da Dio, vedi Jobbe 1:6. E ‘chiaro che quando il serpente parlò, era
satana che suggeriva al serpente cosa dire. Da ciò si suppone, che satana, sia
entrato nel serpente e che lo abbia fatto parlare intorno alle Scritture, infatti,
il serpente, in se stesso, non poteva conoscere le Scritture, poiché sarebbe
risultato, allora, più sapiente di Adamo, il quale, invece, Dio gli aveva dato
la facoltà di dare i nomi agli animali, come renderli a lui sottomessi. Infatti,
come Adamo ed Eva, ebbero una pena terrena anche il serpente ebbe una pena
terrena, quella di strisciare sulla polvere per tutta la sua vita. Se fosse
stato satana, certamente, avrebbe avuto una pena diversa, di cui, non ne
conosciamo né la forma né il valore spirituale. Il fatto, se crederci o no, è
stato simile a quello che successe, quando Gesù ebbe fame e l’albero di fico
gli avrebbe dovuto fornire il frutto fuori stagione ma preferì ascoltare la
voce di satana, per cui, non glielo diede e per questo motivo, Gesù, lo seccò
all’istante o il caso di Pietro, che aveva offerto la sua vita per il Maestro e
Gesù gli disse vai via satana. La domanda che ci facciamo, è questa: perché
Dio, permise che Adamo ed Eva fossero tentati da satana, se Dio aveva fatto il
Giardino come luogo perfetto e di privilegio per far vivere la nuova creazione?
Dobbiamo ricordarci la preghiera, detta
da Gesù, quella del Padre nostro, che ad un certo punto dice, non indurci in tentazione. E’ chiaro che
se tutto va e deve andare secondo la volontà di Dio, anche quella di tentare
Adamo ed Eva era nel piano di Dio. Infatti, Genesi 2:9 Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a
vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero
della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male,
è
stato, un preciso progetto di Dio, di piantare i due alberi nel mezzo del Giardino,
i quali, erano vicini l’un l’altro. Quale poteva essere il motivo è un mistero,
tuttavia, si possono avanzare diverse ipotesi. Una, sul fatto che l’albero
della vita sia menzionato prima, mostrerebbe la volontà di Dio, di donare la
vita, come sua prima espressione di amore, alla creatura che avrebbe osservato
il sistema organizzativo che Dio aveva fatto nel Giardino, l’altra ipotesi, sottintendeva
la capacità dell’uomo di osservare un comando, che fungesse da legge, poiché,
Dio non ha mai dato una libertà incondizionata, senza aver presentato
benedizioni e maledizioni. Questo principio divino, chiarisce che alla libertà
di vivere ad anima vivente, Dio, pose l’albero della vita, mentre, al libero
arbitrio, Dio pose l’albero della conoscenza del bene e del male. La presenza
dell’albero della conoscenza costituisce, da un lato, l’avvertimento di un
limite della libertà, dall’altro, se il frutto fosse stato mangiato, avrebbe
fatto conoscere all’uomo la natura della sapienza nella sua complessa unità,
del bene e del male e che lo avrebbe anche posto nelle condizioni di potersi
difendere dalle forze avverse, in virtù, della conoscenza acquisita ma anche di
incontrare la morte. Il bene e il male, posti da Dio, identificano le virtù di
positività e negatività che l’uomo deve conoscere ed esercitare nella terra per
essere in grado di organizzare una società progressiva e riempire la terra e
soprattutto, divenire idoneo a giudicare gli angeli del cielo nel futuro stato
di incorruttibilità. Se Adamo ed Eva mangiando del frutto della vita sarebbero vissuti
come anime viventi, in perpetuo, dopo la trasgressione, fase prevista e
valutata da Dio, persero lo stato di anima
vivente ma, in uno stato di
maggiore visione, acquistarono quella della conoscenza. Da quella
perdita, usciti dallo stato semidivino di ingenuità angelica sono entrati nel
nuovo mondo carnale della realtà materiale, che altro non è che, base
necessaria per giudicare gli angeli. Quindi Adamo ed Eva, sono diventati
strumento per la comparizione della dimensione del tempo e della morte. Se
questo passaggio sembrò essere, per la conseguenza della disubbidienza un
fallimento, indirettamente, è diventato presupposto della discesa di Gesù sulla
terra per salvare l’umanità dalla morte e dargli l’idoneità per la vita eterna.
Ma considerando, ora, la figura del serpente che nel Giardino esercitò una
funzione, a dir poco, misteriosa, la prima considerazione da fare è: se il
serpente fosse stato Lucifero o esso era satana o ancora, essendo l’animale il più
astuto fra tutti gli altri, fu impossessato da satana, Dio parlò, nel momento
della condanna, col serpente e non con satana, poiché egli, in quel momento,
era strumento di Dio. Notiamo, in questo brano che il flusso spirituale, di
satana che si è incorporato nel serpente, si esplica in modo sinuoso e
impercettibile da manipolare facilmente l’intimo umano a fargli cambiare
rapidamente la promessa data a Dio. In questo contesto, si nota che la risposta
di Dio verso il serpente è perentoria e si riferì all’animale. In riguardo alla
figura dell’albero della conoscenza, l’uomo si trova, senza che lui ne abbia avuto
cognizione di fatto, a scegliere opportunità positive e negative, in altri
termini, a Adamo, Dio diede il libero arbitrio o seguire le vie di Dio o le vie
tenebrose, essendo stato posto a centro di esso. Quindi, il nostro corpo o
meglio dire la nostra personalità rappresenta l’albero vivente della conoscenza
del bene e del male e il cuore è quello che decide le opportunità della nostra
vita. Questo bilanciamento di scelta, fin quando l’uomo stava nel Giardino, non
aveva preoccupazione di scelta che guardare solo la via di Dio, essendo immune
da ogni effetto malefico. Tuttavia, queste condizioni, necessariamente dovevano
assumere un cambiamento per il raggiungimento dello scopo, affinché Dio potesse
preparare l’uomo ad entrare nel suo regno, come generazione superiore agli
angeli, che Dio, si era proposto dal principio. Allora, non fu un caso che Dio
piantò l’albero della conoscenza del bene e del male, ma un preciso motivo per modellare
l’uomo e renderlo idoneo a rimpiazzare quegli angeli ribelli che si erano
allontanati da Lui. Il fatto che Adamo
peccò, per avere mangiato il frutto della conoscenza del bene e del male,
secondo una diversa scuola, non sarebbe da attribuirlo totalmente ad Adamo, poiché,
se ciò fosse accaduto di sua iniziativa, cioè, senza l’intervento del serpente,
l’azione di disubbidienza di Adamo avrebbe potuto essere considerata come una sua
infrazione, la quale, contrasterebbe il principio della perfezione dell’Eden
come luogo puro creato da Dio, nel quale, l’uomo avrebbe dovuto prosperare. Ritenendo
che Dio, di fronte alla grave colpa di fratricidio di Caino, non scelse la
morte del fratello ma preferì di dargli un segno, allontanandolo dal Giardino, si
suppone che Adamo, in quella circostanza che mangiò il frutto, trasgredendo a un
comando perentorio di Dio, avrebbe potuto avere una giustificazione per la sua
condizione della nuova esperienza. Infatti, Dio avendo piantato l’albero, questo,
sarebbe risultato pietra di inciampo per Adamo e che, per tal motivo, poteva
essere perdonato. Tuttavia, Adamo peccò non tanto per avere mangiato il frutto,
che l’azione poteva essere giustificata ma piuttosto, per il fatto di avere
ascoltato la creatura e ignorando Dio, Genesi 3:17 Ad Adamo disse: Poiché
hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero
circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne…..Nella conclusione
dei fatti, se nell’avere creato l’uomo, Dio disse di averlo fatto alla sua immagine
e somiglianza, nulla avrebbe tolto all’uomo se avesse prima o poi conosciuto il
bene e il male, poiché, questo era il fine del ministero di Dio, quando pose
l’albero della vita e quello della conoscenza. Consideriamo, ora, il verso, Genesi
2:22 Poi Dio il Signore disse: Ecco,
l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male.
La similitudine che segue, rispecchierebbe il significato del verso
soprascritto: come l’aquila, dopo avere svezzato i suoi piccoli, li obbliga a
volare, facendo lasciare per sempre il loro nido, così l’uomo, assistito nel
Giardino, Dio, lo fa uscire per accompagnarlo alla esperienza e alla conoscenza
terrena per renderlo idoneo al raggiungimento della vita eterna. Quindi, non è
poca cosa che l’uomo soffre in questo mondo, poiché, a ogni dolore che lui
riceve corrisponderà un privilegio guadagnato nel regno di Dio. Ritornando al significato dei due alberi che
Dio ha posto nel Giardino, ci si domanda, quale possa essere stato il motivo? L’albero
della conoscenza del bene e del male, Dio lo ha posto accanto a quello della
vita, poiché, insieme a quella della vita, rappresentano e rispecchiano la
perfezione dell’uomo fatto ad immagine di Dio sulla terra, ma ancora più
intrigante è sapere il perché, quando l’uomo fu cacciato dal Giardino, non potette
più mangiare del frutto dell’albero della vita, se prima poteva mangiarlo? A
parte il peccato della disubbidienza, che sappiamo che doveva accadere, cosa
era cambiato nel piano di Dio? Si suppone che quando Adamo mangiò del frutto
dell’albero del bene e del male, Dio disse: che l’uomo era diventato come
uno di noi. A queste condizioni dell’uomo, divenuto a somiglianza di Dio,
se avesse anche mangiato il frutto dell’albero della vita, dopo essere stato
cacciato, sarebbe divenuto eterno. Questa condizione non sarebbe stata conforme
al piano di Dio, poiché, l’uomo deve diventare eterno, solo nel regno di Dio. Per
questo motivo Dio ha messo due Cherubini all’entrata del Giardino per impedire
l’uomo che entrasse. Tuttavia, il tentativo che l’uomo possa entrare nel
Giardino e mangiare del frutto dell’albero della vita, esiste, ma pur, Dio
avendo accresciuto la conoscenza dell’uomo, essa è mantenuta di gran lunga
inferiore perché l’uomo possa sfondare il passaggio del Giardino. Dobbiamo,
comunque dire, che se la morte sembra essere la pena distruttiva per l’uomo,
essa è necessaria, affinché, Dio la tramuti come strumento di passaggio a vita
eterna[5].
Genesi 3:15
Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno.
Questa
sentenza non è di facile interpretazione, tuttavia, dopo aver letto le Sacre
Scritture, possiamo fare un tentativo di una ipotesi che possa avvicinarsi al probabile
significato. Certo è che il soggetto a cui si riferisce la profezia, è Gesù. La
donna menzionata, che comunemente si associa a Maria madre di Gesù, può non
essere il riferimento corretto, per il fatto che si parla di progenie, (che in
realtà è discendenza), del serpente e della progenie della donna, non essendo
identificati né l’uno né l’altro è da considerarli con riferimento spirituale.
La progenie del serpente, che si riferisce agli spiriti del male, sebbene non
sia osservabile, essa esisterà fino alla fine dei tempi. Per conseguenza, del
riferimento spirituale, anche la progenie della donna è spirituale, la quale,
non può essere riferita a Maria, essendo che nessuno le ha ferito il calcagno
prima di morire, essendo che, Dio, l’ha scelta vergine mortale. Chiariti questi
punti cardini, cominciamo a riflettere chi possa essere la donna, essendo Gesù
il soggetto del ministero di Dio. A Gesù è associata la chiesa di essere la sua
sposa. Efesini 5: 23 il marito infatti è capo della moglie, come anche
Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo. Quindi la
chiesa, come donna spirituale, resisterà agli attacchi della progenie del
serpente, senza che egli possa corromperla, tuttavia gli attacchi della
progenie del serpente le feriranno il calcagno, cioè, alla chiesa non gli
permetterà di fare un cammino facile ma che sarà ferita dai numerosi martiri,
che per amore di Gesù, offriranno la propria vita. Essi rappresentano il piede
della chiesa e, quindi, della donna. La chiesa scaccerà il capo alla progenie
del serpente, essendo che le porte dell’inferno non possono sconfiggerla,
tuttavia, per le sue lividure, potrebbe indebolirsi se Gesù, al momento del suo
ritorno, non la salverebbe e la portasse in cielo.
Pace e fede nel Signore
Genesi 4:1
Adamo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: Ho acquistato un uomo con l'aiuto del Signore. 2 Poi partorì ancora Abele, fratello di lui. Abele fu pastore di pecore; Caino lavoratore della terra.
Da
questo punto, in poi, l’uomo inizia il viaggio del ministero di Dio, che lo
porta a strumentalizzare la terra e tutto ciò che Dio ha creato per agevolare la
sua esistenza[6].
L’uomo diviene cosciente della sua realtà terrena ma resta inconsapevole del
suo futuro, per cui, ha costantemente bisogno dell’aiuto di Dio. La sua
capacità intellettiva diventa il mezzo primario per progredire e riconoscere il
suo Dio. Così, egli incomincia ad attivare il primo comandamento di Dio, quello
di moltiplicare e riempite la terra. Adamo, allora, conobbe Eva, che concepì due
figli. Il primo fu Caino, che fu benedetto da Eva che disse, ho acquistato un
uomo con l’aiuto di Dio. Tuttavia, sembra strano che nessun ringraziamento lei offrì
a Dio, quando partorì Abele. Questo fatto di mancata benedizione, con una
sottil veduta, si intravede una somiglianza con Gesù, il Cristo. Isaia 53:3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza,
pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e
noi non ne facemmo stima alcuna. Come Caino, padrone dei campi uccise Abele,
umile pastore di gregge, l’uomo uccise Gesù, Pastore di uomini. Così, come Abele,
umile e innocente, è stato sacrificato per l’offerta a Dio, Gesù, umile e giusto,
mori sulla croce sacrificatosi per la salvezza degli uomini e che il suo sangue
salva, se si è pentito, anche chi crudelmente lo trafisse, poiché, l’uomo continua
a non sapere quello che fa. Con queste premesse, si raffigura lo scopo della
missione di Gesù, che volontariamente ha assunto il volto del martirio fino ad affrontare
la morte per dar la vita all’umanità. La chiesa rappresenta Abele, senza
macchia e senza peccato, sottoposta al sacrificio del martirio, per il solo
fatto di raffigurare il corpo di Gesù Cristo. Il rapporto di Caino con suo
fratello Abele, figli della prima coppia, se potevano essere esempio di armonia
e amore, pur sorse in Caino una efferata gelosia che lo condusse ad uccidere il
proprio fratello, sulla base della qualità dell’offerta che ciascun fratello
presentava al Signore. Per prevenire questa difficile situazione, Dio parlò a Caino
e gli disse, Genesi 4:7 Se agisci bene,
non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta,
e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo. Il Signore
dettò la regola di comportamento sulla terra lasciando intendere che il male è
protagonista rilevante nell’interferire sulla volontà dell’uomo e sulla sua
salute ma anche su ogni tipo di disastro della natura. L’agire male mostra che
l’uomo ha dato posto a satana di fare il suo corso distruttivo nella propria
vita, avendo egli potere di traviare l’uomo se gli è permesso da Dio. A tutto
questo, Dio, come ha fatto con Caino, dà a tutti noi un consiglio vitale,
quello di dominare il male. In questo modo l’uomo acquista una forza
equilibratrice di esistenza terrena che lo porta pian piano all’idoneità
divina. In riguardo a Caino e Abele, ognuno di loro sentiva nel cuore di
ringraziare il Signore, essi si prodigavano chi meglio offrisse la primizia al
Signore, tuttavia, dalla buona fede che regnava in loro, il seme del male trovò
terreno fertile nel cuore di Caino. Da questo, ci si fa la domanda, come è
possibile che Caino benedetto dalla madre, per avere acquistato un uomo con
l’aiuto di Dio, a differenza di Abele che non ricevette alcuna benedizione, possa
essere stato un fratricida? La morte di
Abele apre una grande riflessione umana che ci conduce a considerare il
significato della sua offerta e il valore della sua innocenza. L’amore che
Abele nutriva per Dio, era incondizionato e il suo cuore era sincero e non vi
erano ombre di male nei suoi pensieri, infatti non considerò di fare una scelta
ipocrita o di interesse, ma offrì il meglio che aveva dei primogeniti del suo
gregge e del loro grasso. Caino, ambigua persona, che pur avendo offerto i
frutti della sua terra, non specifica la scrittura se essi fossero primizia. Proprio
nell’offerta, egli mostrò il suo carattere poco sincero che ostentando il suo
amore verso Dio, contrastava il rapporto di amore con Dio. Comunque,
considerando che Caino, non comprendesse la gravità di quello che aveva fatto,
Dio non lo ha fatto perire. Genesi 4:11 Ora
tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua bocca
per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. In questo caso, Dio
è stato specifico nell’esporre il significato della debolezza dell’uomo, che si
deve guardare dal male che sta dietro le sue spalle e dominarlo. Così, quella primizia che Caino tolse a Dio, a
sua volta Dio, gli tolse i frutti per tutta la vita. Genesi 4:12 Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà
più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra. Siamo di
fronte ad un giudizio di Dio che varia a seconda i casi. Se a Adamo Dio diede
la pena del duro lavoro a Caino non gli ha dato nemmeno i frutti del duro
lavoro, tuttavia, vediamo che l’amore di Dio ha predominato, poiché, non ha
fatto perire Caino. Genesi 4:13 Caino
disse al Signore: Il mio castigo è troppo grande perché io possa sopportarlo. Vediamo
che Caino non perde il senso di ribattere e di lamentarsi a Dio, sottovalutando
il grave peccato commesso, quello di avere ucciso suo fratello. La sua indole
ribelle, non si fermerà nel tempo e dalla sua stirpe usciranno generazioni che
si opporranno alla legge di Dio. Tuttavia, Caino, in questo frangente,
riconosce Dio e il bisogno del suo aiuto e se da un lato, a cuor leggero,
commise un infame delitto, mostrando un istinto acerbo e selvaggio, pur il
timore e la necessità di avere il contatto con Dio non cessarono di esistere
nel suo cuore. Per questo motivo, forse, Dio, gli pose un segno, affinché, chi
lo avrebbe riconosciuto come assassino, non lo avrebbe ucciso, essendo che
portava a dosso la maledizione di Dio.
Genesi 4:16 Caino si allontanò
dalla presenza del Signore e si stabilì nel paese di Nod, a oriente di Eden.
E’ chiaro che Caino, allontanatosi dalla presenza del Signore, non ebbe nessun
contatto con Dio. Egli, prese moglie nel paese di Nod, un popolo fuori di Eden,
i suoi interessi e i suoi sentimenti si uniformarono a quel popolo che non conoscevano
Dio come lo aveva conosciuto lui. Per questo, divenne capo stipite di un grande
popolo che si stanziò fuori dall’Eden. Gensi4:25 Adamo conobbe ancora sua moglie ed ella partorì un figlio che chiamò Set,
perché, ella disse: Dio mi ha dato un
altro figlio al posto di Abele, che Caino ha ucciso. Questa volta è
Adamo che ringrazia Dio di avergli dato un figlio che gli pose nome Set. Non sappiamo
cosa egli facesse, ma si suppone che abbia preso il posto di Abele, come
pastore. Genesi 4:26 Anche
a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. Allora si cominciò a invocare il nome
del Signore. A questo punto, nel
cercare di capire cosa sia successo, apriamo diverse teorie, sforzandoci di
ipotizzare il corso dei fatti. Quando è nato Set, la famiglia di Adamo era
composta da tre persone, dopo, Adamo ebbe figli e figlie di un numero
imprecisato. La questione che si apre è questa: con chi Set si sia unito per
generare la sua discendenza? E gli altri figli e figlie, con chi si unirono? Non
sembra scandaloso se si pensi, che nel principio vi sia stato un incesto tra i
figli di Adamo, poiché un esempio di tale anomalia è successo con Lot e le sue
due figlie. Genesi 19:31 La maggiore disse alla minore: Nostro padre
è vecchio, e non c'è più nessuno sulla terra per mettersi con noi, come si
usa in tutta la terra. 32 Vieni, diamo da bere del vino a nostro padre, e
corichiamoci con lui, perché possiamo conservare la razza di nostro padre.
La stessa cosa antecedentemente si suppone che sia successo con i figli di
Adamo. Se i figli siano stati dai 14 ai 140, l’incesto, viva via, andò a scemare.
Se, più che probabile, ciò, possa essere un chiarimento possibile, ne sorge un
altro che, in apparenza, sembra enigmatico ma che invece può essere chiarito
alla stessa tregua di questo. L’altra inspiegabile situazione sulla
procreazione è quella che leggiamo di seguito: Genesi 4:5 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Nel giorno che Dio creò
l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 li creò maschio e femmina, li
benedisse... La parola genealogia,
ci presenta due ipotesi sulla procreazione primordiale: nella prima ipotesi, se
Adamo è stato il primo uomo, non avrebbe una genealogia, poiché, il
primo uomo non può avere genealogia, ma una discendenza. Tuttavia, essendo stata
richiamata la sua genealogia, essa si riferisce ai suoi padri della prima
creazione, per il fatto che, Adamo fu preso da Dio da un luogo della terra e
posto nel Giardino di Eden per essere studiato.
Genesi 4:26
Anche a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. Allora si cominciò a invocare il nome del Signore.
Questi versi ci affermano che dopo la
cacciata dal Giardino, non era invocato il nome del Signore né da Adamo né da
Eva né dai lor figli Caino e Abele. Se non fu, da loro, invocato il nome di
Dio, come possiamo comprendere l’offerta che Caino e Abele facevano a Dio? Ed
ancora, come spiegare il fatto che, Caino parlò con Dio fuori dal Giardino, prima
e dopo il peccato? Se Dio era presente con Adamo ed Eva, già quando Egli
scendeva alla sera e passeggiava nel Giardino, come mai, non era invocato fuori
dal Giardino? Adamo ed Eva, nel Giardino, erano consapevoli di Dio e della sua
potenza perché lo vedevano di presenza e, per tale ragione, non v’era l’obbligo
di adorarlo, essendo che, per loro Egli era come un vero padre, come saremo
anche noi nel suo Regno, che non adoreremo più il Signore ma saremo suoi fedeli
sudditi. Nel Giardino, a differenza del Regno di Dio, Adamo ed Eva, non
adoravano Dio, poiché, erano ingenui e non avevano mangiato, ancora, il frutto
dell’albero della conoscenza del bene e del male, quindi, avevano il privilegio
di vederlo per quello che è. Cosi, fuori dal Giardino, avendo loro acquistato
la conoscenza, ebbero la consapevolezza di riconoscere Dio, come Creatore. L’invocazione
a Dio, quindi, non fu una condizione dettata da Dio ma fu la coscienza che li
mosse ad invocarlo, come Dio, e non più considerarlo come padre terreno.
Diverso fu, invece, il sentire dei popoli della prima creazione, che non
potevano invocare Dio perché non avevano le condizioni per una coscienza
spirituale di lodare il Creatore, ma avevano paura per il fatto oggettivo di
essere creatura umana ma non spirituale. Fu, dopo aver mangiato il frutto della
conoscenza, che l’uomo incominciò il percorso terreno che lo immise nelle vie del
sacrificio e della consapevolezza e responsabilità ma anche e soprattutto, a
riconoscere il suo peccato di fronte la santità di Dio. L’uomo, divenuto
sensibile alla realtà divina, cominciò ad invocare il nome del Signore, nel
momento di bisogno e in ogni cosa che costruiva per la sua gloria. La discendenza
del Set, capostipite, cominciò a adorare il Signore riconoscendolo come il Creatore
di tutte le cose. Tuttavia, parallelamente al credere in Dio dei discendenti di
Set, i discendenti di Caino contrastarono Dio e divennero idolatri. Nello stesso
tempo, secondo la nostra veduta, si mescolarono i due popoli e da quel momento,
iniziò il degrado dell’umanità che ebbe il suo culmine corruttivo nel capitolo
sei della Genesi, ove Dio, si pentì di avere creato l’uomo. Considerando la
manifestazione di Dio e la compiuta ragione della consapevolezza del popolo di
Set, alla realtà di Dio, come è stato possibile che si sia allontanato da Dio,
divenendo corrotto e violento? Quali possono essere stati i motivi? Dobbiamo fare una premessa: l’uomo, da quello
che abbiamo letto nella Genesi si trova al centro dell’albero della conoscenza
del bene e del male, il suo volto è posizionato verso il bene, mentre alle
spalle vi è il male. Genesi 4:7 …. il peccato sta spiandoti alla porta, e i
suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo! Da questo si intende che a un piccolo segno
di debolezza il male prende possesso del cuore e cambia la mente, ma l’uomo ha
la possibilità di dominarlo. Ritornando
al popolo di Set, che invocava il nome del Signore ma mescolato agli idolatri,
si allontanò dal Signore, rispecchia i nostri giorni, ove il popolo Cristiano,
si sta allontanando da Gesù. I popoli stanno accogliendo a braccia aperte il
male che sta dietro le loro spalle disconoscendo le promesse del Creatore e la
sua potenza. La stessa lontananza la vediamo nel capitolo sei della Genesi, e
ci rendiamo conto come i fatti si ripetono. Quali motivi consequenziali ne
possiamo trarre da queste due corruzioni del capitolo sei della Genesi e la
corruzione di oggi? Considerando gli eventi narrati nella Apocalisse, possiamo
dedurre a modo di ragione razionale, un parallelo con i fatti del passato. Se alla corruzione dei tempi biblici, in cui,
Dio si pentì di avere creato l’uomo e agì con la distruzione totale
dell’umanità, con la corruzione di oggi, Dio, reagisce con i fatti descritti
nella Apocalisse. Tuttavia, si possono fare altre riflessioni, causati dai
motivi della corruzione e della potenza militare di oggi che può provocare la
fine del mondo. Da questa possibilità diciamo che se per la corruzione
dell’umanità di allora, di popolazione inferiore a quella di oggi, Dio,
intervenne, suo malgrado, con la distruzione totale dell’umanità, dobbiamo
affermare che, il mondo di oggi, non ha imparato la lezione, per cui, Dio non
interverrebbe con lo stesso metodo di distruzione, scaturito dalle sue mani o
dalla sua potenza, come fece col il diluvio, sebbene potrebbe anche farlo, ma come
stanno le cose, ci accorgiamo che il suo volto è diretto altrove ed ha voltato
le spalle a questa umanità che continua il suo corso distruttivo. Questo è
quello che possiamo leggere se si avverasse una guerra mondiale, per la quale,
l’uomo potrebbe essere completamente distrutto con le armi fabbricate da lui
stesso. Tuttavia, è scritto che al momento massimo interverrà, Gesù, a salvare
l’umanità e, quindi, la sua chiesa, che altrimenti perirebbe. In altri termini
se prima, con poca popolazione, Dio intervenne con la sua distruzione, ora, con
la grande popolazione, Dio, abbandonerebbe l’umanità alla distruzione di se
stessa. Ma grazie al suo immenso amore, il suo intervento salverà i credenti in
Dio.
Pace e fede nel Signore
[1] Parola: Alla seconda persona di Dio, la Parola non è stato dato il nome di Gesù, poiché, è sulla terra
che, come seme di Dio, ha acquistato il nome di Gesù.
[2] Umanità: l’umanità non poteva essere salvata da un uomo terreno, per
almeno due motivi. Uno perché peccatore, l’altro per abrogare o annullare una
condanna eterna di Dio era necessario un sacrificio di un divino e non quello di un uomo.
[3] 1Tessalanocesi 5: 23 Or il
Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere
vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la
venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
[4] Genesi 1:24 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre
e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.
[5] Vita eterna: Aforismo di g.d. se Gesù è morto e vive,
noi non possiamo vivere e morire.
[6] esistenza: Dio offe all’uomo in cambio dell’Eden, il
Giardino del mondo e il sistema planetario dell’Universo.
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