domenica, giugno 09, 2019

LA GENESI


Cap 1:1

Nel principio Dio creò i cieli e la terra.


                 L’uomo si trova a confrontarsi con due realtà, una reale, nella quale, percepisce la materia e segue il tempo con il suo effetto distruttivo e l’altra, invisibile o spirituale, conosciuta attraverso le Sacre Scritture. Su di essi, sebbene si sforzi, non riesce a concretizzare, nella prospettiva della sua vita, quale delle due deve seguire. Questa ambiguità lo rende incerto, non potendo egli indentificare la propria posizione nell’universo, dove misteriosamente vive. Tuttavia, nel suo intimo sente che all’origine di tutte le realtà vi sia un Creatore che ha pur fatto tutte le cose. Proprio questo sentimento lo porta a leggere e rileggere quanto è stato trasmesso dai profeti. Egli, confronta gli eventi passati e presenti, ma non riesce a trovare una soluzione del mistero che lo circonda. Se poi, si volge allo studio della scienza e dei fenomeni naturali, crede che tutto ciò che esiste sia accaduto per caso e la realtà, in cui vive, altro non è che un fenomeno di accadimento indecifrabile che lo conduce a considerare che il tutto sia una illusione, ove non esiste né principio né fine. Ciò, lo porta ad affermare che la realtà dell’esistenza sarebbe utopica, pur, avendo a sostegno quella invisibile e spirituale delle Sacre Scritture che comprovano, attraverso le varie testimonianze, l’esistenza creatrice di tutte le cose. Concludendo, questa piccola introduzione, ci apprestiamo a esaminare la Genesi, che apre all’uomo parte del mistero della rivelazione e chiarisce le perplessità che costantemente spingono a pensare se esiste vita oltre la morte e se Dio abbia conservato un luogo per la salvezza dell’uomo. Detto ciò, incominciamo ad esaminare il verso Genesi1:1. Nel principio Dio creò i cieli e la terra. Questo verso è anticipato, a sua volta, dai versi Giovanni 1:1 Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. 2 Essa era nel principio con Dio. 3 Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. Come possiamo vedere, il principio della creazione è anticipato dal principio dell’esistenza della Parola[1], la quale, a nostro parere, è stata anticipata, dall’eternità di Dio Padre, che l’ha generato e non creato dalla sua stessa persona. All’istante, la Parola apparsa, si è posta appo Dio, divenendo Dio nella sua complessità, con il suo potere di separarsi, in tre persone, Padre, la Parola e lo Spirito Santo. Così, scopriamo che Dio è Uno, complessa personalità costituita di tre identità, identificata dagli studiosi, con l’appellativo di “Trinità”. Tutti e tre possono muoversi ovunque, rimanendo collegati a Dio Padre, sia nell’unità di spirito che nella volontà decisionale. La Parola è creatrice, essendo la volontà esecutrice del pensiero di Dio Padre, il quale, secondo la nostra convinzione, sta seduto nel suo Trono. La domanda che qualcuno fa è questa: perché Dio Padre ha avuto bisogno di generare la Parola, potendo egli stesso creare? A questa interrogazione, possiamo supporre due ipotesi, la prima, che Dio abbia generato la Parola, parte di se stesso, affinché essa potesse creare l’oggetto, cioè tutte le cose. Nella seconda ipotesi, nel momento della creazione, erano presenti, Dio Padre, la Parola e lo Spirito Santo, cioè Dio nella sua integra forma, cosicché, quando diciamo Dio, intendiamo la sua totale complessa identità della Trinità. Genesi 1:26   Facciamo l’uomo alla nostra immagine. La Trinità, come si può osservare, resta unita nel suo imperscrutabile mistero divino e nella sua natura intrinseca di Dio.  Per come stanno i fatti, quindi, si comprende che dopo che la Parola fu generata, Dio, nel suo complesso, cominciò a creare tutte le cose, per mezzo della sua stessa persona “Parola” avendo il potere di sdoppiarsi e di parlare al singolare o al plurale, facciamo l’uomo alla nostra immagine. Stranamente, con questo stesso principio, ricordiamo che l’uomo è stato creato trino. 1Tessalonicesi 5:23 ……e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Questa trinità dell’uomo, tuttavia, è diversa da quella di Dio, essendo che, Dio è Spirito nella sua integrità di tre persone, mentre l’uomo, con la prima persona è carne, per il fatto che vive sulla terra. Per queste leggi fisiche terrestre, ricordiamo che lo stesso seme di Dio, “Gesù”, per vivere sulla terra, Dio lo ha fatto nascere da Maria vergine con un corpo incorruttibile, il quale, per il riferimento scritturale è considerato essere, il secondo Adamo, ai fini della redenzione di tutta l’umanità[2]. Ritornando, ora, al secondo verso della Genesi, ci si chiede: se la Parola ha formato il creato, chi ha lottato con Lucifero? Prima di tutto, non pensiamo che Dio abbia lottato, essendo che Lucifero è un angelo creato, semmai, Dio, lo ha piegato con la sua Parola, la quale, nell’abbassare Lucifero, si è prodotto una deformazione nella terra, rendendola vacua e deserta. Se ricordiamo, qualche cosa di simile è accaduta, quando Dio, per eseguire la sua azione punitrice su Sodoma e Gomorra, la sua integrità Trina la rappresentò in tre persone divine, di cui, una parlava in prima persona, come fosse Dio ma che trasmetteva il parlare di Dio. In riguardo alla Parola scesa sulla terra, si suppone che, essendo Essa, la parte esecutrice della volontà di Dio, si è parzialmente o interamente disgiunta dalla Trinità e si è incarnata nel seme di Dio, in Maria vergine ed è divenuto “Gesù” sulla terra e che, nel battesimo delle acque del Giordano, ricevette lo Spirito Santo, completando la sua personalità divina sulla terra. Per concludere questa parentesi, Gesù uomo, in corpo incorruttibile, alla fine dei tempi combatterà contro satana e i suoi angeli e li porrà nella geenna per sempre. Per il presente, la persona di Gesù, con corpo incorruttibile e trafitto dai chiodi è posta accanto al trono di Dio che intercede per noi. Apocalisse 22:3 Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello… Da questo cambiamento della forma Trina di Dio, di esserci due troni, si ipotizza che la seconda Persona di Dio, la Parola, è discesa sulla terra divenendo Gesù, Figlio di Dio ed ora, sta seduto accanto al Trono di Dio, rimanendo Uno, nella sua complessità di Spirito e di Persona col Padre, ma che aspetta, l’ordine di Dio Padre di discendere sulla terra per concludere i tempi. Torniamo al secondo verso Genesi 1:2, dopo che Dio ha scagliato Lucifero nell’abisso, avvenuto successivamente alla creazione dei cieli e della terra, quest’ultima si trovò ad essere informe e vacua, con le tenebre che la coprivano nella sua totalità. A questa conclusione si arriva ricordando che Dio, per il suo principio di perfezione, poiché, crea ogni cosa buona, non si sa perché Dio abbia deciso di provvedere diversamente nei riguardi della terra, trovandosi essa, deserta e vacua per la conseguenza della punizione data a Lucifero.  Così, Dio, dopo questo scontro, se così si vuole intendere, aleggiava intorno alla terra esaminando la possibilità di rinnovarla. Tornando al verso, che parla della distesa dei cieli, essa può essere intesa come lo spazio, cioè l’universo, nel quale, la terra è stata creata dopo i cieli ed è contenuta nei cieli. Tuttavia, in riguardo alla luce, non si capisce la relazione della luce descritta nel verso tre e seguenti con la luce del verso quattordici e seguenti.  Genesi 1:3 Dio disse: Sia luce! E luce fu. 4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 5 Dio chiamò la luce giorno» e le tenebre notte. Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. Genesi 1:14 Poi Dio disse: Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; 15 facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra. La luce del verso tre e seguenti, non è la luce del verso quattordici e seguenti, infatti, Dio, quando creò i cieli e la terra, i cieli di quel momento, lo spazio, cioè l’universo tenebre, conteneva la terra. Infatti, quando Dio disse: sia la luce e la luce fu, essa si trovò mescolata alle tenebre preesistenti, per cui, Dio, come leggiamo, separò la luce dalle tenebre. Il punto da chiarire ora è a che cosa si riferisce il quarto e il quinto verso: chiamò la luce giorno e le tenebre notte fu sera, poi fu mattina, poiché, essi non coincidono né si riferiscono al giorno e la notte del verso 14.  Possiamo, tuttavia, ipotizzare che deve esserci stato un diverso sistema di ciclo, tra il giorno e la notte, diverso dal giorno e della notte dei lunari che Dio fece al verso quindici. Questo diverso sistema pone due ipotesi, la prima, spiegherebbe che se la luce del verso tre, con il ciclo giorno e notte, si riferisse ai tempi del regno di Lucifero, egli, avrebbe illuminato la terra con la sua luce, essendo che nella terra vi erano le tenebre, dopo la punizione, chiamati cieli al verso Genesi 1:1,  la seconda ipotesi, ci porta a considerare che, se Lucifero non avesse illuminato la terra, allora, la terra si sarebbe trovata nel limite di separazione tra luce e tenebre, che comunque, resterebbe ancora da spiegare a che cosa si riferisca, fu sera poi fu mattina, primo giorno. Se consideriamo che, fu sera è prima di fu mattina, allora, si può ipotizzare una consequenzialità del susseguirsi di tenebre e luce che avrebbero mosso la terra come il pendolo, l’un verso l’altro luogo, in modo da creare sulla terra, una volta tutta notte, da un lato e dall’altro tutta luce quando si spostava sulla luce. L’altra ipotesi sarebbe: se la terra, fosse stata ferma nella linea di confine tra la luce e le tenebre, veniva illuminata metà di luce e metà di tenebre costantemente. Questo avrebbe causato che metà della terra sarebbe stata sempre illuminata e l’altra sempre buia. Tornando alla così detta lotta e dopo che Lucifero fu inabissato, le tenebre avrebbero preso posto sulla terra lasciandola, vacua e deserta. Al verso quattordici, ora, valutiamo la parola, Genesi 1:14” Poi”. Essa indica che è passato un certo tempo a noi sconosciuto, in cui, dopo il castigo che Dio diede a Lucifero, …lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. Entra, così, in atto il verso quindici, ove Dio creò i lunari per separare il giorno dalla notte a noi conosciuti. Cronologicamente la rotazione della terra è incominciata dopo che Dio ha creato i lunari, infatti, è per il sistema solare che la terra gira su se stessa causando il giorno e la notte e poi girando intorno al sole forma le stagioni. Con la rotazione della terra, durante la notte, l’uomo si riposa dal suo lavoro. In questo modo, la terra è stata sottoposta agli effetti fisici che continuamente la muovono nell’evolversi del tempo. In riguardo ai continenti, nel principio erano tutti riuniti in un luogo, ora si trovano dispersi nella sfera del mondo, a causa del sole prima e della forza centrifuga, dopo.


[1] Parola: Alla seconda persona di Dio, la Parola non è stato dato il nome di Gesù, poiché, è sulla terra che, come seme di Dio, ha acquistato il nome di Gesù. 
[2] Umanità: l’umanità non poteva essere salvata da un uomo terreno, per almeno due motivi. Uno perché peccatore, l’altro per abrogare o annullare una condanna eterna di Dio era necessario un sacrificio di un divino e non quello di un uomo.
           

Cap.1:2

La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.          

            Dopo la cacciata di Lucifero, la conformazione della terra cambiò dal suo stato di perfezione e divenne vacua e deserta per la ipotesi che vi sia stata una lotta, ovvero, Dio abbia punito Lucifero insieme ai suoi angeli ribelli. Importante notare che, dopo questa fase punitiva, Dio decise di sanare la terra cambiando la destinazione della precedente programmazione, tralasciando l’opportunità di poterla rifare ex nuova. Proprio quest’ultima iniziativa, nella quale Dio rinnova la terra, suscita una domanda spontanea che l’uomo si fa: se Dio, per suo principio caratteriale, fa ogni cosa nuova, Apocalisse 21:5 Allora colui che sedeva sul trono disse: Ecco, io faccio tutte le cose nuove, come mai in questo caso, trovandosi la terra in uno stato di desolazione e deserto, non abbia fatto nuova la terra? Dio ha fatto questa opera col proposito di rimediare alla disubbidienza di Lucifero e non di fare nuova la a terra. Dio, realizzando, con un piano migliorativo, una creatura diversa dagli angeli, al termine del percorso progettuale terreno, sarebbe risultata d’essere superiore agli angeli. Da questo progetto, inizia, il ministero di Dio, di cui, è senza dubbio di difficile interpretazione ma che il fine è glorioso. Tuttavia, cerchiamo di capire, per quando sia possibile, di arrivare a dare un significato alla grande opera di Dio sull’uomo. Per prima cosa, ci accorgiamo che la creazione che Dio mette su, si svolge in tre fasi ai fini di costruire l’abitat dell’uomo che formerà sulla terra. Con la prima fase, Dio, struttura la conformità della terra, separando le acque dalle acque, cioè il mare dalle nuvole. La seconda, Dio, raccoglie le acque e fa apparire l’asciutto, cioè i continenti li ha posti tutti in un luogo, bilanciati dalla massa delle acque, la terza creazione si riferisce alla vegetazione e agli animali. Queste tre creazioni sono state anteposte, prima della creazione dell’uomo, per il fatto che, una volta apparso l’uomo egli avrebbe dovuto trovare le condizioni per sopravvivere, secondo il ciclo della produttività di questa terra. Ma quale scopo avrebbe avuto la creazione dell’uomo fatto con l’impasto dal fango della terra?  In questo caso, la materia assume una importanza strumentale per il fine che Dio potesse immettere nel corpo di terra, un’anima, diversa rispetto alla natura degli angeli. Essa rappresenta l’essere vivente dentro il corpo materia che ha la capacità di sopravvivere sulla terra usufruendo del suo lavoro e del prodotto della terra, mentre il soffio di Dio, sarebbe la vita che lo fa muovere in essa. Tutto questo procedimento divino, che nella sua complessità dovrebbe dar vita a una creatura sotto la protezione di Dio, che l’ha creato, si trova stranamente a fallire sotto il peccato. Quale potrebbe essere lo scopo che l’uomo sarebbe caduto in peccato se Dio stesso lo ha formato? Diciamo che il compito della esistenza dell’uomo su questa terra è grande per almeno due motivi: il primo è quello di conoscere il bene e il male e l’altro, quello che una volta nei cieli, giudicherà gli angeli. 1Corinzi 6:3 Non sapete che giudicheremo gli angeli? Per questo motivo Dio, forma l’uomo con le sue stesse mani e gli infonde il suo Spirito e non solo, ma lo crea alla sua immagine, rispecchiando in questo modo, la proiezione dell’immagine di Dio sulla terra. Genesi 1:26 Poi Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, …. Dio, nella sua misteriosa personalità, parla al plurale, facendoci intendere che la “Trinità”, al completo, era in atto per la formazione dell’uomo. Alla dichiarazione di esser stato creato a somiglianza e ad immagine di Dio, l’uomo viene formato trino[3]. Detto questo, si necessita di far luce riguardo alla creazione dell’uomo, che secondo diversi scolari, affermano che esistano due creazioni, dal fatto che vi sono, almeno tre indizi che ci portano a sostenere tale ipotesi. Questi sono: il primo indizio è in Genesi 2:8 Dio il Signore piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. Il secondo indizio, in Gessi 2:23 L'uomo disse: Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Il terzo indizio, Genesi 2:11.  Il nome del primo è Pison, ed è quello che circonda tutto il paese di Avila… e Genesi 4:16 Caino si allontanò dalla presenza del Signore e si stabilì nel paese di Nod, a oriente di Eden. Lì, poi trovò moglie. Stando così le cose, sul fatto che vi sia stata una prima creazione primordiale, si nota che sulle evidenze sopra richiamate, si discute che il rapporto affettivo tra l’uomo e la donna non fosse stato sentimentale, essendo che la coppia viveva allo stato selvaggio senza concetto di pudore o di unione familiare. Divenuta, popolo, esso viveva provando solo timore in Dio, ma non lo conosceva, come lo conobbero Adamo ed Eva. Da questo, si comprende il decreto di Dio che fece, in occasione della cacciata di Caino, che chiunque del popolo circostante al Giardino, avrebbe incontrato Caino con il segno che Dio gli aveva messo, non lo avrebbe dovuto uccidere. Ma c’è una postilla che ci fa capire che quel popolo, aveva solo timore di Dio, che chiunque lo avrebbe ucciso avrebbe ricevuto la pena sette volte più di Caino. Genesi 4:15 Ma il Signore gli disse: Ebbene, chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte più di lui. Questa decretazione ci dice che la possibilità che qualcuno poteva uccidere Caino, sarebbe potuta accadere, dato il rapporto debole che avevano con Dio. Tuttavia, Caino fu accolto da quel popolo come un privilegiato di Dio, perché lo conosceva, per cui, Genesi 4:17 Poi Caino conobbe sua moglie, che concepì e partorì Enoc. Quindi si mise a costruire una città, a cui diede il nome di Enoc, dal nome di suo figlio, Caino, dal grande peccato commesso ha tratto un grande insegnamento di vita che gli fece guadagnare la simpatia dei popoli vicini. Divenne, un uomo intelligente e rispettoso e si pensa che, in lui, non si sia mai spenta, l’immagine e il rimorso di avere ucciso suo fratello Abele. Da questa brutta esperienza, Caino, si umanizzò, mutando la sua visione di vita, tale che, nel costruire una città, mostrò grande generosità, quando diede ad essa il nome di suo figlio, Enoc.  

Cap. 2.1

Così, furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro.

            Il secondo capitolo apre chiarendo quello che Dio ha creato nella creazione “e tutto l’esercito loro” cioè angeli, spiriti, compreso l’uomo creato, maschio e femmina. Considerando, ora, come alcuni studiosi asseriscono, che vi siano state due creazioni, ci chiediamo: quali siano stati i motivi di questa doppia opera di Dio? Dai fatti e da quello che ha detto Adamo “Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne” si desume che l’uomo e la donna della prima creazione non fossero compatibili, non per un errore di creazione ma per la cruda natura, in cui, essi si sono dovuti imbattere vivendo all’addiaccio. Lo stato selvaggio della natura richiedeva una tempra forte e poco sentimentale, la vita si svolgeva per sopravvivere e costruirsi un riparo dal freddo e una difesa dagli animali. Non vi era tempo per il sentimento, tranne per difendere la compagna dal pericolo e procreare, per cui, lo stato d’esistenza era molto simile a quello degli animali. Così, dopo un lungo tempo, Dio decise di prendere l’uomo da un luogo indeterminato della prima creazione e lo pose nel Giardino che aveva piantato.  Genesi 2:8 Dio il Signore piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. Dato il modo primitivo di vita dell’uomo, vissuto per lungo tempo in un abitat impervio e lontano dal sentimento spirituale, Dio, decise di intervenire sull’uomo per passare alla fase successiva della sua esistenza.  Così, Dio, ha tratto l’uomo da quel mondo selvaggio e lo ha posto nel Giardino dell’Eden per studiarlo. Qui, si nota la parola per “studiarlo”, questo studio non fu altro che, un intervento correttivo che Dio fece all’uomo di rivelazione, tratto dal luogo desertico e senza un fine evolutivo per porlo nel Giardino, al fine di istruirlo alla conoscenza di Dio. Questo processo di istruzione durò del tempo, nel quale, Adamo, dalla sua posizione di uomo selvaggio, arrivò a parlare con Dio, essendo che in lui nacque una certa familiarità spirituale, tale che, ebbe a dire al Signore, in riguardo alla donna, questa “finalmente”. Adamo dopo il risveglio, fu consapevole della operazione che Dio fece, così, quando rispose in quel modo, finalmente, egli espresse la sua soddisfazione ma anche e soprattutto, la gioia di avere una compagna fedele. Ormai Adamo, aveva impresso nel suo cuore il sentimento della unione di un uomo e una donna, come l’esistenza di un corpo solo, mancava solo la pronunzia di Dio, per istituire il matrimonio. Dalla stessa carne dell’uomo, Dio ha creato la donna che sarebbe stata sua intrinseca compagna di sentimento e di conforto ma soprattutto di moglie, dato che, da quel momento, Dio istituì l’istituto del matrimonio[4]. Ecco perché Adamo, esclamò questa finalmente è carne della mia carne.  E’ chiaro che Dio avendo creato l’uomo e la donna, essi erano diversi e più spirituali dei popoli che abitavano nel paese di Avila, situato nei dintorni di Eden. Nel momento, in cui, Dio infuse loro lo Spirto divinino divennero “anima vivente”. Su questo evento, nasce una domanda: ci si chiede, quando essi, divennero anima vivente, nella prima o nella seconda creazione? Questo è un problema. Infatti, nel primo capitolo della Genesi, non è menzionata l’anima vivente, mentre nel secondo capitolo, è menzionata con riferimento alla prima creazione. Genesi 2:7 Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente. Solo dopo, Genesi 2:8 Dio il Signore piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. E’ chiaro che se l’uomo che Dio aveva formato fuori e poi l’ha posto nel Giardino, era già anima vivente, come recita il verso Genesi 2:7, non si capisce, tuttavia, perché non vi è alcun riferimento nel primo capitolo sull’anima vivente. Da Genesi 2:7 e Genesi 2:8 si comprende che l’uomo era anima vivente già fuori dal Giardino. Per conseguenza anche la donna della prima creazione lo era. Il punto, ora da chiarire è questo: se Adamo era già anima vivente fuori dal Giardino, come era Eva che fu creata nel Giardino? In teoria non doveva essere anima vivente, tuttavia, essendo stata tratta da Adamo, divenne anche lei anima vivente per trasposizione. Ma il punto che si vuole evidenziare è che: essere anima vivente, non era la condizione necessaria e sufficiente, perché l’uomo avrebbe acquisito la salvezza, essendo che, era necessaria la incorruttibilità del corpo, per accedere nel regno di Dio, come quello che Gesù ebbe, come secondo Adamo. Da non confondere l’attribuzione della parola corpo, solo riferita al corpo materia, poiché esiste anche, il corpo anima dell’uomo, che è quello, specificatamente, che risorgerà all’ultimo giorno. Genesi 3:19 mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai. Cioè, è il corpo carnale che ritornerà alla terra, poiché, Dio farà ogni cosa nuova e, quindi, nulla di questo mondo sarà preso, essendo che, ogni cosa di questo mondo è contaminata dal peccato.

Cap.3:1

Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il Signore aveva fatti.

            La prima domanda che ci facciamo è la seguente: se Lucifero è stato buttato nell’abisso, chi era nel Giardino dell’Eden sotto forma di serpente? E’ chiaro che, per motivi divini, Dio fece il serpente il più astuto di tutti gli animali e che, se è stato punito con la pena di strisciare nella polvere, questo animale doveva essere non strisciante. I fatti ci dicono che esso non avrebbe avuto forma umana, poiché, gli unici umani erano Adamo ed Eva e che tutti gli animali ebbero un nome dato da Adamo. Se il serpente parlava, si suppone anche che, tutti gli altri animali parlassero la lingua unica come quella dell’uomo. Così, per ipotizzare il complesso mistero, cerchiamo di trovare qualche indizio nelle Sacre Scritture che ci possa aiutare a formare un’idea possibile su chi fosse veramente il serpente e i motivi della sua condotta. Se il serpente, che ebbe la condanna di strisciare per tutta la sua esistenza, fosse stato satana, non si spiegherebbe, come un serpente poteva essere in forma di angelo alla corte di Dio, insieme agli altri angeli. Jobbe 1:6 Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e satana venne anch'egli in mezzo a loro. Questa lettura ci mostra che satana era un angelo in mezzo agli altri angeli alla corte di Dio. Egli era anche un sovraintendente che girovagava accertando le cose di questo mondo. Jobbe 1:7 Il Signore disse a Satana: Da dove vieni? Satana rispose al Signore: Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa. La parola dal passeggiare per essa, che altre versioni traducono controllare o viaggiare, indica uno specifico compito assegnato a satana e dal quale compito, satana risponde a Dio, del suo servizio non mostrando nessuna stortura o confidenza, poiché, egli non poteva rispondere a Dio scherzando o tergiversando. Quindi, egli aveva uno specifico compito, poiché specifico era il suo potere. Infatti, ciò è dimostrato da una attenta lettura su, 1Croniche 21:1 Satana si mosse contro Israele, e incitò Davide a fare il censimento d'Israele. Ecco che il serpente che aveva ricevuto la condanna di strisciare perennemente, non poteva agire come angelo distruttore mandato da Dio, sia nei confronti di Davide che nei confronti di Jobbe ed anche, come si osserverà, in altre missioni. Quindi il serpente del Giardino di Eden, chi era? Prima di rispondere con un’ipotesi plausibile, dobbiamo fare una premessa. Se da un lato, Lucifero fu sprofondato nell’abisso, secondo Isaia 14:12 Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora? Lucifero, non poteva trovarsi nel Giardino, poiché, contrasterebbe il fatto che da una pena, Dio, gli avrebbe dato il privilegio di entrare nel Giardino. Né tanto meno, poteva essere satana, in persona, poiché non è menzionato nei versi del colloquio con Eva. Chi poteva essere, allora, il serpente? Come abbiamo visto, Dio diede delle condanne a Adamo ed Eva, riferibili a personaggi carnali così, come abbiamo visto, al serpente che era un animale, ha dato pena carnale. Diverse, invece, sono le condanne per gli angeli, di cui, ci riferiamo a quei ribelli che furono sotto la potestà di Lucifero. Tuttavia, considerando che nel corso del ministero di Dio, satana è stato parte attiva ed è stato spesso artefice di concessioni e permessi dati da Dio, vedi Jobbe 1:6.  E ‘chiaro che quando il serpente parlò, era satana che suggeriva al serpente cosa dire. Da ciò si suppone, che satana, sia entrato nel serpente e che lo abbia fatto parlare intorno alle Scritture, infatti, il serpente, in se stesso, non poteva conoscere le Scritture, poiché sarebbe risultato, allora, più sapiente di Adamo, il quale, invece, Dio gli aveva dato la facoltà di dare i nomi agli animali, come renderli a lui sottomessi. Infatti, come Adamo ed Eva, ebbero una pena terrena anche il serpente ebbe una pena terrena, quella di strisciare sulla polvere per tutta la sua vita. Se fosse stato satana, certamente, avrebbe avuto una pena diversa, di cui, non ne conosciamo né la forma né il valore spirituale. Il fatto, se crederci o no, è stato simile a quello che successe, quando Gesù ebbe fame e l’albero di fico gli avrebbe dovuto fornire il frutto fuori stagione ma preferì ascoltare la voce di satana, per cui, non glielo diede e per questo motivo, Gesù, lo seccò all’istante o il caso di Pietro, che aveva offerto la sua vita per il Maestro e Gesù gli disse vai via satana. La domanda che ci facciamo, è questa: perché Dio, permise che Adamo ed Eva fossero tentati da satana, se Dio aveva fatto il Giardino come luogo perfetto e di privilegio per far vivere la nuova creazione?  Dobbiamo ricordarci la preghiera, detta da Gesù, quella del Padre nostro, che ad un certo punto dice, non indurci in tentazione. E’ chiaro che se tutto va e deve andare secondo la volontà di Dio, anche quella di tentare Adamo ed Eva era nel piano di Dio. Infatti, Genesi 2:9 Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male, è stato, un preciso progetto di Dio, di piantare i due alberi nel mezzo del Giardino, i quali, erano vicini l’un l’altro. Quale poteva essere il motivo è un mistero, tuttavia, si possono avanzare diverse ipotesi. Una, sul fatto che l’albero della vita sia menzionato prima, mostrerebbe la volontà di Dio, di donare la vita, come sua prima espressione di amore, alla creatura che avrebbe osservato il sistema organizzativo che Dio aveva fatto nel Giardino, l’altra ipotesi, sottintendeva la capacità dell’uomo di osservare un comando, che fungesse da legge, poiché, Dio non ha mai dato una libertà incondizionata, senza aver presentato benedizioni e maledizioni. Questo principio divino, chiarisce che alla libertà di vivere ad anima vivente, Dio, pose l’albero della vita, mentre, al libero arbitrio, Dio pose l’albero della conoscenza del bene e del male. La presenza dell’albero della conoscenza costituisce, da un lato, l’avvertimento di un limite della libertà, dall’altro, se il frutto fosse stato mangiato, avrebbe fatto conoscere all’uomo la natura della sapienza nella sua complessa unità, del bene e del male e che lo avrebbe anche posto nelle condizioni di potersi difendere dalle forze avverse, in virtù, della conoscenza acquisita ma anche di incontrare la morte. Il bene e il male, posti da Dio, identificano le virtù di positività e negatività che l’uomo deve conoscere ed esercitare nella terra per essere in grado di organizzare una società progressiva e riempire la terra e soprattutto, divenire idoneo a giudicare gli angeli del cielo nel futuro stato di incorruttibilità. Se Adamo ed Eva mangiando del frutto della vita sarebbero vissuti come anime viventi, in perpetuo, dopo la trasgressione, fase prevista e valutata da Dio, persero lo stato di anima vivente ma, in uno stato di maggiore visione, acquistarono quella della conoscenza. Da quella perdita, usciti dallo stato semidivino di ingenuità angelica sono entrati nel nuovo mondo carnale della realtà materiale, che altro non è che, base necessaria per giudicare gli angeli. Quindi Adamo ed Eva, sono diventati strumento per la comparizione della dimensione del tempo e della morte. Se questo passaggio sembrò essere, per la conseguenza della disubbidienza un fallimento, indirettamente, è diventato presupposto della discesa di Gesù sulla terra per salvare l’umanità dalla morte e dargli l’idoneità per la vita eterna. Ma considerando, ora, la figura del serpente che nel Giardino esercitò una funzione, a dir poco, misteriosa, la prima considerazione da fare è: se il serpente fosse stato Lucifero o esso era satana o ancora, essendo l’animale il più astuto fra tutti gli altri, fu impossessato da satana, Dio parlò, nel momento della condanna, col serpente e non con satana, poiché egli, in quel momento, era strumento di Dio. Notiamo, in questo brano che il flusso spirituale, di satana che si è incorporato nel serpente, si esplica in modo sinuoso e impercettibile da manipolare facilmente l’intimo umano a fargli cambiare rapidamente la promessa data a Dio. In questo contesto, si nota che la risposta di Dio verso il serpente è perentoria e si riferì all’animale. In riguardo alla figura dell’albero della conoscenza, l’uomo si trova, senza che lui ne abbia avuto cognizione di fatto, a scegliere opportunità positive e negative, in altri termini, a Adamo, Dio diede il libero arbitrio o seguire le vie di Dio o le vie tenebrose, essendo stato posto a centro di esso. Quindi, il nostro corpo o meglio dire la nostra personalità rappresenta l’albero vivente della conoscenza del bene e del male e il cuore è quello che decide le opportunità della nostra vita. Questo bilanciamento di scelta, fin quando l’uomo stava nel Giardino, non aveva preoccupazione di scelta che guardare solo la via di Dio, essendo immune da ogni effetto malefico. Tuttavia, queste condizioni, necessariamente dovevano assumere un cambiamento per il raggiungimento dello scopo, affinché Dio potesse preparare l’uomo ad entrare nel suo regno, come generazione superiore agli angeli, che Dio, si era proposto dal principio. Allora, non fu un caso che Dio piantò l’albero della conoscenza del bene e del male, ma un preciso motivo per modellare l’uomo e renderlo idoneo a rimpiazzare quegli angeli ribelli che si erano allontanati da Lui.  Il fatto che Adamo peccò, per avere mangiato il frutto della conoscenza del bene e del male, secondo una diversa scuola, non sarebbe da attribuirlo totalmente ad Adamo, poiché, se ciò fosse accaduto di sua iniziativa, cioè, senza l’intervento del serpente, l’azione di disubbidienza di Adamo avrebbe potuto essere considerata come una sua infrazione, la quale, contrasterebbe il principio della perfezione dell’Eden come luogo puro creato da Dio, nel quale, l’uomo avrebbe dovuto prosperare. Ritenendo che Dio, di fronte alla grave colpa di fratricidio di Caino, non scelse la morte del fratello ma preferì di dargli un segno, allontanandolo dal Giardino, si suppone che Adamo, in quella circostanza che mangiò il frutto, trasgredendo a un comando perentorio di Dio, avrebbe potuto avere una giustificazione per la sua condizione della nuova esperienza. Infatti, Dio avendo piantato l’albero, questo, sarebbe risultato pietra di inciampo per Adamo e che, per tal motivo, poteva essere perdonato. Tuttavia, Adamo peccò non tanto per avere mangiato il frutto, che l’azione poteva essere giustificata ma piuttosto, per il fatto di avere ascoltato la creatura e ignorando Dio, Genesi 3:17 Ad Adamo disse: Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall'albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne…..Nella conclusione dei fatti, se nell’avere creato l’uomo, Dio disse di averlo fatto alla sua immagine e somiglianza, nulla avrebbe tolto all’uomo se avesse prima o poi conosciuto il bene e il male, poiché, questo era il fine del ministero di Dio, quando pose l’albero della vita e quello della conoscenza. Consideriamo, ora, il verso, Genesi 2:22 Poi Dio il Signore disse: Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. La similitudine che segue, rispecchierebbe il significato del verso soprascritto: come l’aquila, dopo avere svezzato i suoi piccoli, li obbliga a volare, facendo lasciare per sempre il loro nido, così l’uomo, assistito nel Giardino, Dio, lo fa uscire per accompagnarlo alla esperienza e alla conoscenza terrena per renderlo idoneo al raggiungimento della vita eterna. Quindi, non è poca cosa che l’uomo soffre in questo mondo, poiché, a ogni dolore che lui riceve corrisponderà un privilegio guadagnato nel regno di Dio.  Ritornando al significato dei due alberi che Dio ha posto nel Giardino, ci si domanda, quale possa essere stato il motivo? L’albero della conoscenza del bene e del male, Dio lo ha posto accanto a quello della vita, poiché, insieme a quella della vita, rappresentano e rispecchiano la perfezione dell’uomo fatto ad immagine di Dio sulla terra, ma ancora più intrigante è sapere il perché, quando l’uomo fu cacciato dal Giardino, non potette più mangiare del frutto dell’albero della vita, se prima poteva mangiarlo? A parte il peccato della disubbidienza, che sappiamo che doveva accadere, cosa era cambiato nel piano di Dio? Si suppone che quando Adamo mangiò del frutto dell’albero del bene e del male, Dio disse: che l’uomo era diventato come uno di noi. A queste condizioni dell’uomo, divenuto a somiglianza di Dio, se avesse anche mangiato il frutto dell’albero della vita, dopo essere stato cacciato, sarebbe divenuto eterno. Questa condizione non sarebbe stata conforme al piano di Dio, poiché, l’uomo deve diventare eterno, solo nel regno di Dio. Per questo motivo Dio ha messo due Cherubini all’entrata del Giardino per impedire l’uomo che entrasse. Tuttavia, il tentativo che l’uomo possa entrare nel Giardino e mangiare del frutto dell’albero della vita, esiste, ma pur, Dio avendo accresciuto la conoscenza dell’uomo, essa è mantenuta di gran lunga inferiore perché l’uomo possa sfondare il passaggio del Giardino. Dobbiamo, comunque dire, che se la morte sembra essere la pena distruttiva per l’uomo, essa è necessaria, affinché, Dio la tramuti come strumento di passaggio a vita eterna[5].

Genesi 3:15

Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno.


            Questa sentenza non è di facile interpretazione, tuttavia, dopo aver letto le Sacre Scritture, possiamo fare un tentativo di una ipotesi che possa avvicinarsi al probabile significato. Certo è che il soggetto a cui si riferisce la profezia, è Gesù. La donna menzionata, che comunemente si associa a Maria madre di Gesù, può non essere il riferimento corretto, per il fatto che si parla di progenie, (che in realtà è discendenza), del serpente e della progenie della donna, non essendo identificati né l’uno né l’altro è da considerarli con riferimento spirituale. La progenie del serpente, che si riferisce agli spiriti del male, sebbene non sia osservabile, essa esisterà fino alla fine dei tempi. Per conseguenza, del riferimento spirituale, anche la progenie della donna è spirituale, la quale, non può essere riferita a Maria, essendo che nessuno le ha ferito il calcagno prima di morire, essendo che, Dio, l’ha scelta vergine mortale. Chiariti questi punti cardini, cominciamo a riflettere chi possa essere la donna, essendo Gesù il soggetto del ministero di Dio. A Gesù è associata la chiesa di essere la sua sposa. Efesini 5: 23 il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo. Quindi la chiesa, come donna spirituale, resisterà agli attacchi della progenie del serpente, senza che egli possa corromperla, tuttavia gli attacchi della progenie del serpente le feriranno il calcagno, cioè, alla chiesa non gli permetterà di fare un cammino facile ma che sarà ferita dai numerosi martiri, che per amore di Gesù, offriranno la propria vita. Essi rappresentano il piede della chiesa e, quindi, della donna. La chiesa scaccerà il capo alla progenie del serpente, essendo che le porte dell’inferno non possono sconfiggerla, tuttavia, per le sue lividure, potrebbe indebolirsi se Gesù, al momento del suo ritorno, non la salverebbe e la portasse in cielo.
Pace e fede nel Signore

Genesi 4:1

Adamo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: Ho acquistato un uomo con l'aiuto del Signore. 2 Poi partorì ancora Abele, fratello di lui. Abele fu pastore di pecore; Caino lavoratore della terra.     

            Da questo punto, in poi, l’uomo inizia il viaggio del ministero di Dio, che lo porta a strumentalizzare la terra e tutto ciò che Dio ha creato per agevolare la sua esistenza[6]. L’uomo diviene cosciente della sua realtà terrena ma resta inconsapevole del suo futuro, per cui, ha costantemente bisogno dell’aiuto di Dio. La sua capacità intellettiva diventa il mezzo primario per progredire e riconoscere il suo Dio. Così, egli incomincia ad attivare il primo comandamento di Dio, quello di moltiplicare e riempite la terra. Adamo, allora, conobbe Eva, che concepì due figli. Il primo fu Caino, che fu benedetto da Eva che disse, ho acquistato un uomo con l’aiuto di Dio. Tuttavia, sembra strano che nessun ringraziamento lei offrì a Dio, quando partorì Abele. Questo fatto di mancata benedizione, con una sottil veduta, si intravede una somiglianza con Gesù, il Cristo. Isaia 53:3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Come Caino, padrone dei campi uccise Abele, umile pastore di gregge, l’uomo uccise Gesù, Pastore di uomini. Così, come Abele, umile e innocente, è stato sacrificato per l’offerta a Dio, Gesù, umile e giusto, mori sulla croce sacrificatosi per la salvezza degli uomini e che il suo sangue salva, se si è pentito, anche chi crudelmente lo trafisse, poiché, l’uomo continua a non sapere quello che fa. Con queste premesse, si raffigura lo scopo della missione di Gesù, che volontariamente ha assunto il volto del martirio fino ad affrontare la morte per dar la vita all’umanità. La chiesa rappresenta Abele, senza macchia e senza peccato, sottoposta al sacrificio del martirio, per il solo fatto di raffigurare il corpo di Gesù Cristo. Il rapporto di Caino con suo fratello Abele, figli della prima coppia, se potevano essere esempio di armonia e amore, pur sorse in Caino una efferata gelosia che lo condusse ad uccidere il proprio fratello, sulla base della qualità dell’offerta che ciascun fratello presentava al Signore. Per prevenire questa difficile situazione, Dio parlò a Caino e gli disse, Genesi 4:7 Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo. Il Signore dettò la regola di comportamento sulla terra lasciando intendere che il male è protagonista rilevante nell’interferire sulla volontà dell’uomo e sulla sua salute ma anche su ogni tipo di disastro della natura. L’agire male mostra che l’uomo ha dato posto a satana di fare il suo corso distruttivo nella propria vita, avendo egli potere di traviare l’uomo se gli è permesso da Dio. A tutto questo, Dio, come ha fatto con Caino, dà a tutti noi un consiglio vitale, quello di dominare il male. In questo modo l’uomo acquista una forza equilibratrice di esistenza terrena che lo porta pian piano all’idoneità divina. In riguardo a Caino e Abele, ognuno di loro sentiva nel cuore di ringraziare il Signore, essi si prodigavano chi meglio offrisse la primizia al Signore, tuttavia, dalla buona fede che regnava in loro, il seme del male trovò terreno fertile nel cuore di Caino. Da questo, ci si fa la domanda, come è possibile che Caino benedetto dalla madre, per avere acquistato un uomo con l’aiuto di Dio, a differenza di Abele che non ricevette alcuna benedizione, possa essere stato un fratricida?  La morte di Abele apre una grande riflessione umana che ci conduce a considerare il significato della sua offerta e il valore della sua innocenza. L’amore che Abele nutriva per Dio, era incondizionato e il suo cuore era sincero e non vi erano ombre di male nei suoi pensieri, infatti non considerò di fare una scelta ipocrita o di interesse, ma offrì il meglio che aveva dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso. Caino, ambigua persona, che pur avendo offerto i frutti della sua terra, non specifica la scrittura se essi fossero primizia. Proprio nell’offerta, egli mostrò il suo carattere poco sincero che ostentando il suo amore verso Dio, contrastava il rapporto di amore con Dio. Comunque, considerando che Caino, non comprendesse la gravità di quello che aveva fatto, Dio non lo ha fatto perire. Genesi 4:11 Ora tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. In questo caso, Dio è stato specifico nell’esporre il significato della debolezza dell’uomo, che si deve guardare dal male che sta dietro le sue spalle e dominarlo.  Così, quella primizia che Caino tolse a Dio, a sua volta Dio, gli tolse i frutti per tutta la vita. Genesi 4:12 Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra. Siamo di fronte ad un giudizio di Dio che varia a seconda i casi. Se a Adamo Dio diede la pena del duro lavoro a Caino non gli ha dato nemmeno i frutti del duro lavoro, tuttavia, vediamo che l’amore di Dio ha predominato, poiché, non ha fatto perire Caino. Genesi 4:13 Caino disse al Signore: Il mio castigo è troppo grande perché io possa sopportarlo. Vediamo che Caino non perde il senso di ribattere e di lamentarsi a Dio, sottovalutando il grave peccato commesso, quello di avere ucciso suo fratello. La sua indole ribelle, non si fermerà nel tempo e dalla sua stirpe usciranno generazioni che si opporranno alla legge di Dio. Tuttavia, Caino, in questo frangente, riconosce Dio e il bisogno del suo aiuto e se da un lato, a cuor leggero, commise un infame delitto, mostrando un istinto acerbo e selvaggio, pur il timore e la necessità di avere il contatto con Dio non cessarono di esistere nel suo cuore. Per questo motivo, forse, Dio, gli pose un segno, affinché, chi lo avrebbe riconosciuto come assassino, non lo avrebbe ucciso, essendo che portava a dosso la maledizione di Dio.  Genesi 4:16 Caino si allontanò dalla presenza del Signore e si stabilì nel paese di Nod, a oriente di Eden. E’ chiaro che Caino, allontanatosi dalla presenza del Signore, non ebbe nessun contatto con Dio. Egli, prese moglie nel paese di Nod, un popolo fuori di Eden, i suoi interessi e i suoi sentimenti si uniformarono a quel popolo che non conoscevano Dio come lo aveva conosciuto lui. Per questo, divenne capo stipite di un grande popolo che si stanziò fuori dall’Eden. Gensi4:25 Adamo conobbe ancora sua moglie ed ella partorì un figlio che chiamò Set, perché, ella disse: Dio mi ha dato un altro figlio al posto di Abele, che Caino ha ucciso. Questa volta è Adamo che ringrazia Dio di avergli dato un figlio che gli pose nome Set. Non sappiamo cosa egli facesse, ma si suppone che abbia preso il posto di Abele, come pastore. Genesi 4:26 Anche a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. Allora si cominciò a invocare il nome del Signore. A questo punto, nel cercare di capire cosa sia successo, apriamo diverse teorie, sforzandoci di ipotizzare il corso dei fatti. Quando è nato Set, la famiglia di Adamo era composta da tre persone, dopo, Adamo ebbe figli e figlie di un numero imprecisato. La questione che si apre è questa: con chi Set si sia unito per generare la sua discendenza? E gli altri figli e figlie, con chi si unirono? Non sembra scandaloso se si pensi, che nel principio vi sia stato un incesto tra i figli di Adamo, poiché un esempio di tale anomalia è successo con Lot e le sue due figlie.  Genesi 19:31 La maggiore disse alla minore: Nostro padre è vecchio, e non c'è più nessuno sulla terra per mettersi con noi, come si usa in tutta la terra. 32 Vieni, diamo da bere del vino a nostro padre, e corichiamoci con lui, perché possiamo conservare la razza di nostro padre. La stessa cosa antecedentemente si suppone che sia successo con i figli di Adamo. Se i figli siano stati dai 14 ai 140, l’incesto, viva via, andò a scemare. Se, più che probabile, ciò, possa essere un chiarimento possibile, ne sorge un altro che, in apparenza, sembra enigmatico ma che invece può essere chiarito alla stessa tregua di questo. L’altra inspiegabile situazione sulla procreazione è quella che leggiamo di seguito: Genesi 4:5 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Nel giorno che Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 li creò maschio e femmina, li benedisse... La parola genealogia, ci presenta due ipotesi sulla procreazione primordiale: nella prima ipotesi, se Adamo è stato il primo uomo, non avrebbe una genealogia, poiché, il primo uomo non può avere genealogia, ma una discendenza. Tuttavia, essendo stata richiamata la sua genealogia, essa si riferisce ai suoi padri della prima creazione, per il fatto che, Adamo fu preso da Dio da un luogo della terra e posto nel Giardino di Eden per essere studiato.

Genesi 4:26

Anche a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. Allora si cominciò a invocare il nome del Signore.

Questi versi ci affermano che dopo la cacciata dal Giardino, non era invocato il nome del Signore né da Adamo né da Eva né dai lor figli Caino e Abele. Se non fu, da loro, invocato il nome di Dio, come possiamo comprendere l’offerta che Caino e Abele facevano a Dio? Ed ancora, come spiegare il fatto che, Caino parlò con Dio fuori dal Giardino, prima e dopo il peccato? Se Dio era presente con Adamo ed Eva, già quando Egli scendeva alla sera e passeggiava nel Giardino, come mai, non era invocato fuori dal Giardino? Adamo ed Eva, nel Giardino, erano consapevoli di Dio e della sua potenza perché lo vedevano di presenza e, per tale ragione, non v’era l’obbligo di adorarlo, essendo che, per loro Egli era come un vero padre, come saremo anche noi nel suo Regno, che non adoreremo più il Signore ma saremo suoi fedeli sudditi. Nel Giardino, a differenza del Regno di Dio, Adamo ed Eva, non adoravano Dio, poiché, erano ingenui e non avevano mangiato, ancora, il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, quindi, avevano il privilegio di vederlo per quello che è. Cosi, fuori dal Giardino, avendo loro acquistato la conoscenza, ebbero la consapevolezza di riconoscere Dio, come Creatore. L’invocazione a Dio, quindi, non fu una condizione dettata da Dio ma fu la coscienza che li mosse ad invocarlo, come Dio, e non più considerarlo come padre terreno. Diverso fu, invece, il sentire dei popoli della prima creazione, che non potevano invocare Dio perché non avevano le condizioni per una coscienza spirituale di lodare il Creatore, ma avevano paura per il fatto oggettivo di essere creatura umana ma non spirituale. Fu, dopo aver mangiato il frutto della conoscenza, che l’uomo incominciò il percorso terreno che lo immise nelle vie del sacrificio e della consapevolezza e responsabilità ma anche e soprattutto, a riconoscere il suo peccato di fronte la santità di Dio. L’uomo, divenuto sensibile alla realtà divina, cominciò ad invocare il nome del Signore, nel momento di bisogno e in ogni cosa che costruiva per la sua gloria. La discendenza del Set, capostipite, cominciò a adorare il Signore riconoscendolo come il Creatore di tutte le cose. Tuttavia, parallelamente al credere in Dio dei discendenti di Set, i discendenti di Caino contrastarono Dio e divennero idolatri. Nello stesso tempo, secondo la nostra veduta, si mescolarono i due popoli e da quel momento, iniziò il degrado dell’umanità che ebbe il suo culmine corruttivo nel capitolo sei della Genesi, ove Dio, si pentì di avere creato l’uomo. Considerando la manifestazione di Dio e la compiuta ragione della consapevolezza del popolo di Set, alla realtà di Dio, come è stato possibile che si sia allontanato da Dio, divenendo corrotto e violento? Quali possono essere stati i motivi?  Dobbiamo fare una premessa: l’uomo, da quello che abbiamo letto nella Genesi si trova al centro dell’albero della conoscenza del bene e del male, il suo volto è posizionato verso il bene, mentre alle spalle vi è il male. Genesi 4:7 …. il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!  Da questo si intende che a un piccolo segno di debolezza il male prende possesso del cuore e cambia la mente, ma l’uomo ha la possibilità di dominarlo.  Ritornando al popolo di Set, che invocava il nome del Signore ma mescolato agli idolatri, si allontanò dal Signore, rispecchia i nostri giorni, ove il popolo Cristiano, si sta allontanando da Gesù. I popoli stanno accogliendo a braccia aperte il male che sta dietro le loro spalle disconoscendo le promesse del Creatore e la sua potenza. La stessa lontananza la vediamo nel capitolo sei della Genesi, e ci rendiamo conto come i fatti si ripetono. Quali motivi consequenziali ne possiamo trarre da queste due corruzioni del capitolo sei della Genesi e la corruzione di oggi? Considerando gli eventi narrati nella Apocalisse, possiamo dedurre a modo di ragione razionale, un parallelo con i fatti del passato.  Se alla corruzione dei tempi biblici, in cui, Dio si pentì di avere creato l’uomo e agì con la distruzione totale dell’umanità, con la corruzione di oggi, Dio, reagisce con i fatti descritti nella Apocalisse. Tuttavia, si possono fare altre riflessioni, causati dai motivi della corruzione e della potenza militare di oggi che può provocare la fine del mondo. Da questa possibilità diciamo che se per la corruzione dell’umanità di allora, di popolazione inferiore a quella di oggi, Dio, intervenne, suo malgrado, con la distruzione totale dell’umanità, dobbiamo affermare che, il mondo di oggi, non ha imparato la lezione, per cui, Dio non interverrebbe con lo stesso metodo di distruzione, scaturito dalle sue mani o dalla sua potenza, come fece col il diluvio, sebbene potrebbe anche farlo, ma come stanno le cose, ci accorgiamo che il suo volto è diretto altrove ed ha voltato le spalle a questa umanità che continua il suo corso distruttivo. Questo è quello che possiamo leggere se si avverasse una guerra mondiale, per la quale, l’uomo potrebbe essere completamente distrutto con le armi fabbricate da lui stesso. Tuttavia, è scritto che al momento massimo interverrà, Gesù, a salvare l’umanità e, quindi, la sua chiesa, che altrimenti perirebbe. In altri termini se prima, con poca popolazione, Dio intervenne con la sua distruzione, ora, con la grande popolazione, Dio, abbandonerebbe l’umanità alla distruzione di se stessa. Ma grazie al suo immenso amore, il suo intervento salverà i credenti in Dio.  
Pace e fede nel Signore




[1] Parola: Alla seconda persona di Dio, la Parola non è stato dato il nome di Gesù, poiché, è sulla terra che, come seme di Dio, ha acquistato il nome di Gesù. 
[2] Umanità: l’umanità non poteva essere salvata da un uomo terreno, per almeno due motivi. Uno perché peccatore, l’altro per abrogare o annullare una condanna eterna di Dio era necessario un sacrificio di un divino e non quello di un uomo.
[3] 1Tessalanocesi 5: 23 Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
[4] Genesi 1:24 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.
[5] Vita eterna: Aforismo di g.d. se Gesù è morto e vive, noi non possiamo vivere e morire.
[6] esistenza: Dio offe all’uomo in cambio dell’Eden, il Giardino del mondo e il sistema planetario dell’Universo.  

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