lunedì, ottobre 07, 2019

LA TERRA CORROTTA



               Genesi 6:11 Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza. 12 Dio guardò la terra; ed ecco, era corrotta, poiché tutti erano diventati corrotti sulla terra.
              La condizione del verso, Genesi 6:3, ove esprime la fase iniziale, ma pur grave, della corruttibilità è diversa di quella descritta nel verso Genesi 6:11, essendo che, la depravazione dopo la restrizione della vita, continuò sempre di più. E’ chiaro che Dio, dopo avere dato la restrizione della vita, si sarebbe aspettato il ritorno dell’umanità alle vie del Signore, ma ciò non avvenne, anzi la depravazione e l’idolatria arrivò ai puniti così estremi che fece esaurire la pazienza di Dio. Il fatto insolito da notare è che sia per riferimento ideologico o indiretto come soggetto attore è nominata la terra. Certamente la corruzione si riferisce agli uomini, ma in modo collaborativo, è stata richiamata la terra, essendo che, essa accoglie gli uomini corrotti, quindi, lei stessa come parte del creato, idonea di sentire il comando di Dio, avrebbe avuto l’obbligo di ascoltare la legge divina. Sebbene, il salario del peccato è la morte, Dio, esaminò l’umanità come fece dal principio quando lo Spirito di Dio girò intorno alla terra. Con questo atto di pazienza, trovò un uomo giusto di nome Noè, in cui, Dio decise di porre fiducia, la quale ne fu beneficiaria anche la sua famiglia. Genesi 6:13 Allora Dio disse a Noè: Nei miei decreti, la fine di ogni essere vivente è giunta poiché la terra, a causa degli uomini, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò, insieme con la terra.  Ci facciamo una domanda: come mai, Dio, nutre affetto per la terra come usa amore per l’umanità? E’ chiaro che essendo la terra parte del creato, essa gode di una affezione da parte di Dio come l’architetto è geloso della sua opera. Questo affetto per la terra esiste fino a quando l’organizzazione o il piano di Dio è perfetto. Se non lo dovesse essere o con un correttivo del suo intervento non dovesse funzionare, Dio lo distrugge come l’architetto demolisce la casa pericolante. Nel caso in oggetto, Dio prima di distruggere l’umanità, vuole rimediare, dando una nuova possibilità all’uomo di redimersi, cosi cerca se almeno un uomo nella terra potesse avere le credenziali di ricevere la fiducia di Dio. Sia perché Dio lo ha permesso sia perché per mezzo della sua pazienza lo abbia cercato, il fatto dimostra che Dio ha trovato Noè degno della sua fiducia. Da questo quadro, scopriamo che le condizioni della sopravvivenza dell’umanità e quella della terra, sono in funzione della gravità della corruzione, essendo essa il metro dove fa scattare il campanello d’allarme, in cui, finisce la pazienza di Dio, la quale, distruggerà l’umanità compresa chi l’accoglie, cioè la terra.  Il decreto è una norma stabilita da Dio, trasgredendola si va alla rottura, cioè, alla morte. Sarebbe, quindi, come il punto di taglio del momento flettente della trave dell’architetto, che oltrepassando il coefficiente di sicurezza, si rompe. Questo ci dice ancora che il regno di Dio è governato si dalla volontà di Dio ma anche e soprattutto dalle norme che Egli impone e che, a sua volta, devono essere eseguite come quelle che Gesù eseguì ponendosi sulla croce sebbene, nel Giardino di Getsemani, chiese se quel calice potesse essere evitato. Tuttavia, la norma di Dio non è come quella della legge umana, essendo che, alla trasgressione, non vi è una pena ma un avviso di riflessione e di pentimento per l’uomo affinché ritorni ai suoi passi. La giustizia di Dio essendo superiore e santa, governa l’intero universo ma non sopporta la corruzione dell’umanità della terra che può scompigliare l’armonia del sistema universale. Da questo, ci accorgiamo che la terra e i suoi abitanti è sotto controllo continuo dall’occhio di Dio, per cui, la corruzione non è cosa nascosta ma esercita una pressione sulla bontà di Dio, la quale, può cedere in ogni momento.   
Pace e fede nel Signore

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