domenica, febbraio 06, 2022

GIACOBBE E LA MINESTRA

 

         Prima di entrare nel merito di questo singolare e doloroso episodio biblico tra due fratelli è necessario fare una premessa che ci aiuta a capire alcuni aspetti dei fatti e dei motivi di comportamento sia di Esaù che di Giacobbe. Lo strano contrasto tra i gemelli, avvertito da Rebecca nel periodo in cui era incinta, la condusse a chiedere i motivi direttamente al Signore, che rivelandole la profezia di Israele, le disse che due nazioni sarebbero uscite dal suo seno e che, come il fratello maggiore avrebbe servito il minore, così sarebbero state le loro discendenze. Già al momento della nascita, Genesi 25:26 Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Curioso che Giacobbe teneva il calcagno di Esaù nel momento della nascita. Questa posizione avrebbe il significato che Giacobbe tallonava o era sul punto di raggiungere Esaù, come di privarlo da qualche cosa.  Soffermandoci sui motivi, per cui, Esaù cedette il suo diritto della primogenitura. Genesi 25:30 Disse a Giacobbe: Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito. La frase lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito, lascia intravedere lo stato di ansia di Esaù causato da un particolare evento che lo rese sfinito. E qui che subentra la furbizia di Giacobbe, che oltre a rispecchiare il significato della tenuta del tallone di Esaù nella nascita, apre l’inizio dell’inganno guidato da sua madre Rebecca, fino al raggiungimento dello scopo, che era non tanto la primogenitura ma la benedizione del primogenito.  Giacobbe ottenendo con inganno la promessa di Esaù carpendo il diritto legale della primogenitura, sfruttando lo stato depressivo del fratello, si apre per Giacobbe, la strada per la benedizione. Aprendo una parentesi, vi sarebbe da dire che, nei nostri giorni, questo atto di Giacobbe non avrebbe avuto valore legale, essendo che, egli ha circuito il fratello in un momento di bisogno e sotto stress, per cui, la promessa andrebbe considerata nulla. Tuttavia, allora la parola era considerata come una sottoscrizione di un contratto.  Ma come è venuto in mente a Giacobbe di approfittarsi dello stato di affaticamento di Esaù per tramutarlo in suo interesse?  Per il fatto di aver cucinato un bel piatto di lenticchie, si suppone che Giacobbe dovesse essere un bravo cuoco per la cucina casalinga, poiché, sappiamo che Esaù era bravo per cucinare la selvaggina fuori dall’ambito famigliare. Isacco su questo dice: Genesi 27:4 Poi preparami un piatto di mio gusto e portami da mangiare, perché io ti benedica prima di morire.  Qui prende posto l’azione di Rebecca, che non è da considerarla ipocrita, per aver tramato l’inganno della benedizione a favore di Giacobbe, ma perché, Dio le aveva preannunziato che il figlio minore avrebbe dominato sul maggiore. Quindi si è verificata una profezia di Dio, la quale, è stata manipolata dall’uomo per il raggiungimento dello scopo. La conseguenza della benedizione scostata da un figlio all’altro, portò tanto dolore a Esaù, ma anche allo stesso Giacobbe, poiché, nel suo intimo non ebbe pace per il resto della sua vita, infatti, lo stesso dolore lo colpirà con la ipotetica morte di Giuseppe, ove anche lui verrà ingannato. Riflettendo l’episodio dei due fratelli ci lascia oltremodo commossi e rattristati, considerando l’ingenuità di Esaù e il dolore di Isacco, poiché queste sono state le parti offese. Ci accorgiamo che essi gridarono commiserazione a Dio, come Egar e Ismaele chiesero disperatamente aiuto a Dio per essere stati abbandonati. Ma Dio non lascia mai in abbandono alcuno, infatti, come Dio ha provveduto per Esaù ha provveduto per Ismaele. Dio solo può trasformare il dolore in gioia ma per assaporare la gioia dobbiamo conoscere il dolore.

Pace e fede nel Signore      

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