Giovanni
cap.3 I Farisei, nel vedere le opere di Gesù decisero di indire un consiglio di
tutti i dottori della Legge per confermare o negare di quanto si diceva di Gesù
intorno ai portentosi miracoli e discorsi di eloquenza divina. Venuti alla
conclusione che Gesù non poteva essere che un Messia mandato da Dio, Nicodemo,
uno dei capi dei dottori religiosi, si assunse l’incarico di andare a
investigare personalmente se quanto si fosse raccontato avrebbe corrisposto a
verità. Egli, inizia il suo discorso investigativo dicendo al Maestro “Noi sappiamo”. E’ chiaro che in quel
momento egli parlò come rappresentate dei sacerdoti senza eccedere
nell’equivoco di mostrare contrasto, in toto o in parte sull’operato di Gesù.
Nicodemo, data la delicata missione, è andato a parlargli di sera, mostrandosi visibilmente
umile e disposto ad ascoltare di quanto il Maestro gli avrebbe detto. Dopo
essersi presentato, apre subito il discorso toccando il motivo di maggiore
interesse, rivelando apertamente che tutti i sacerdoti erano ormai convinti che
le opere di Gesù fossero consentite da Dio. A questa confessione, Gesù
risponde: “che in verità, se uno non è
nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio”, e mette subito in atto un
colloquio di alto livello spirituale, stimolando Nicodemo, sulla sua conoscenza
divina. Il sacerdote, non sapendo come interpretare quella frase, rispose: “Come mai bisognava nascere di nuovo, sarebbe
necessario che un uomo debba entrare di nuovo nel grembo della propria madre?”
Questa espressione, in effetti, non mostrò di essere stata pronunciata, in
buona fede, ma piuttosto portava un’enfasi d’ironia in quanto, da un lato mostrava
completa umiltà e dall’altro, tentava di contraddire quanto Gesù aveva detto,
poiché, tutti gli uomini sanno che la vita si manifesta con la nascita e morte
e che, mai si era detto che l’uomo sarebbe dovuto entrare di nuovo nel grembo
di sua madre. Avrebbe Gesù, allora, inteso quella nuova nascita, in modo
fisico? Certo che no. Gesù capì l’intendo
ambiguo di Nicodemo e gli risponde riprendendolo: “Non ti meravigliare se ti ho detto che bisogna nascere di nuovo”. - Perché ti sei meravigliato? Nicodemo si
meravigliò, infatti, perché non considerò quella frase degna di un divino. E
qui, egli, nel tentativo di dimostrare la sua erudita conoscenza della Legge, invece,
mostrò la sua completa ignoranza. Gesù, compreso perfettamente il suo pensiero,
cominciò a spiegare come bisognava nascere di spirito, ma questa volta lo abbatte
rappresentandogli una similitudine sulla natura spirituale dell’uomo di Dio. Il vento soffia dove vuole, e tu né odi il
rumore, ma non sai né da dove viene né sai dove va: così è chi è nato dallo
spirito. Nicodemo, avendo scoperto d’essere
ignorante, replicò con vera umiltà:” come possono avvenire queste cose”. Da questa domanda, Gesù lo spiazza
per la seconda volta, poiché per essere di spirito, significa essere come il
vento e come il vento significa, essere liberi. Chi è nato dallo spirito è come
il vento “libero” come Gesù ci ha reso liberi. Gesù rincara ancora e lo disorienta, dicendogli:
tu sei maestro di Israele e non sai
queste cose? Nicodemo, dottore della Legge, avrebbe dovuto sapere che Dio è
Spirito, già conosciuto come tale, dal vecchio Testamento e che per avvicinarsi
a Lui, bisogna essere consapevoli d’essere aperti allo spirito, tuttavia, questo
Nicodemo, non è riuscito nemmeno a immaginarlo. Gesù lo disorienta ancora e
proprio perché sta parlandogli come a un dottore della Legge, gli dice: In verità noi parliamo di ciò che sappiamo e
testimoniamo di ciò che abbiamo visto. Qui Nicodemo è letteralmente sconfitto
e non comprende nulla del perché Gesù parla al plurale. Essendo Gesù la seconda
persona della Trinità, parlava al singolare al popolo dicendo, per esempio: “io ti rimetterò i tuoi peccati”. Se, Gesù,
ha sempre parlato al popolo in singolare, a Nicodemo gli parla in plurale,
perché, vuole mandargli un messaggio molto importante spirituale, delle cose
del cielo, e che il sacerdote avrebbe dovuto sapere ma che, non conosceva.
Infatti, quando Gesù fu battezzato da Giovanni Battista, nel fiume Giordano,
cosa avvenne? Lo Spirito di Dio scese come una colomba su Gesù. E proprio da
quel momento, essendo entrato in Lui anche lo Spirito di Dio, Gesù non era più
Io, ma divenne Noi. Ecco che Gesù parlò a Nicodemo, dicendo: “noi parliamo di quello che sappiamo e
testimoniamo di quello che abbiamo veduto”, riferendosi a lui stesso e allo
Spirito di Dio che aveva dentro, ma il dottore delle cose spirituali non capì
nulla. Gesù, così gli disse:” se vi parlo
di cose terrene e non capite come potete capire se vi parlo delle cose del
cielo? Alla fine, Nicodemo che doveva investigare Gesù fu investigato come
fa il maestro all’alunno. Rimase così sconvolto, che non replicò parola e se ne
andò. Il Signor Gesù, in questo episodio, da un monito di carattere spirituale
a tutto il mondo che, in vero, solo spiritualmente si comprende la via divina e
acquisire il ravvedimento.
Pace e fede nel Signore
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