E’
senza dubbio complicato parlare dei motivi che indussero l’uomo a commettere il
peccato originale, specie se il senso di colpevolezza sfiora fino ad oggi
l’intimo di ciascuno di noi. Sappiamo che, fin dai tempi della cacciata
dall’Eden di Adamo ed Eva è sorto il dibattito, a chi si doveva addossare la
colpa della prima trasgressione dell’umanità nei confronti del comando di Dio.
I discorsi si sono via via inaspriti, ogni qual volta che si è preteso
l’uguaglianza del rapporto coabitativo del maschio e della femmina dell’uomo
che Dio ha formato. E’ chiaro che l’uguaglianza, come noi la intendiamo, è stata
costituita nella contemporaneità della formazione delle due creature, vale a
dire, tutte e due sono state create da Dio, con lo stesso tenore di visione,
che l’una creatura sarebbe stata indispensabile all’altra. Tuttavia, in questa contemporaneità di creazione
si scorge pur una sequenza, come nel caso emblematico di Esaù e Giacobbe, ove
pur essendo i due fratelli gemelli, Esaù è nato prima. Nel nostro caso in
oggetto, riguardando la creazione dell’uomo, la donna, fu formata dopo l’uomo.
Nel momento della loro creazione Dio non dichiarò chi dei due doveva fare da
guida, ma fu data loro solo la libertà di procreare. Questa condizione di vita,
considerata appartenente alla prima creazione, se si vuole credere o no, portò
secondo la interpretazione di molti studiosi, alla discrepanza del rapporto
intimo della coppia, sia per l’impatto primordiale sulla terra ancora selvaggia
sia perché i due non ebbero affinità sentimentali, essendo che erano dediti
alla sopravvivenza e alla procreazione. Solo nella seconda creazione, quando
Dio formò Eva, Adamo ebbe a dire,” finalmente questa è carne della mia carne e
ossa delle mie ossa”. In quel caso Dio, si era rivelato a Adamo con tutta la
sua personalità, nel Giardino, mentre Eva conobbe Dio per la prima volta.
Infatti, non è scritto che Eva avesse avuto un rapporto forte come lo ebbe
Adamo, verso Dio. La successiva apparizione di Eva, nel secondo capitolo,
divenuta protagonista della disubbidienza, indebolì la sua posizione di
uguaglianza, come diritto che la donna aveva nella prima creazione, quando Dio
fece l’uomo maschio e femmina. Così, Dio: Genesi 3:16 Alla donna disse: Io
moltiplicherò grandemente le tue pene e ……i tuoi desideri si volgeranno verso
tuo marito ed egli dominerà su di te. Questa sentenza, data da Dio, non deve,
in nessun modo, essere considerata una opinione, poiché, Dio non da opinioni
nelle sue benedizioni o nelle sue maledizioni. Ognuno deve prendersi le proprie
responsabilità e mai lamentarsi o commentare negativamente la sentenza di Dio.
Chi è l’uomo che discute la condanna di Dio? Come fino ad oggi è doloroso il
parto della donna e pesante è il lavoro dell’uomo, ci accorgiamo che la
condanna di Dio persiste in perpetuo ed è rovinoso ribellarsi, chiedendo la
scriminante della uguaglianza, poiché, ciò contrasterebbe il giudizio di Dio.
1Timoteo 2: 13 Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva. (14) e Adamo non
fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; (15)
tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell'amore e
nella santificazione con modestia.
Pace e fede nel Signore
1 commento:
Ciao grazie per il post.
Ti condivido un canale YouTube di recente creazione
https://youtu.be/gYkQtyNsuH0
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