Genesi 3:5 ……. Dio, conoscendo il bene e il male. Ci chiediamo se satana conoscesse profondamente la natura di Dio, per il fatto che disse ad Eva che Dio conosceva il bene e il male, mentre dice, in Isaia 45:7 Io formo la luce e creo le tenebre.. Da questo deriva che Lucifero o satana, essendo un angelo creato, non può conoscere il carattere ma anche la potenza di Dio se non gli sono rivelati. Tuttavia, dicendo che Dio conosce, sfoggia già un senso di opposizione con un fumus della sua opera di contrasto sul ministero di Dio. Ritornando all’avvenimento di Eva, nel vederla in contradittorio con satana, mostra la sua determinazione ad opporsi a lui da un lato e di adeguarsi al comando di Dio dall’altro. Infatti, alla domanda di satana, Eva, intuendo il tentativo di essere sedotta, gli replicò che il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non doveva essere mangiato né doveva essere toccato. Qui sembra che lei abbia aggiunto la parola toccato, per dissuadere satana dal suo tentativo. Ma la risposta di satana fu sconvolgente, rivelatrice di una verità corroborata dal suo inganno. Genesi 3:5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio. A questa affermazione, Eva, si trovò sprovvista di un aiuto decisionale. Le parole come Dio, aprono un mare di ipotesi ovattati da sentimento e riflessioni che portarono Eva alla instabilità della promessa indirettamente fatta all’osservanza a Dio e quella diretta a suo marito Adamo. Genesi 3:6 Allora la donna vide che l'albero era buono…… ecco che nella incertezza, prese forza in Eva, il desiderio di conoscere quale fosse lo status esistenziale di essere simile a Dio. Nell’attimo che lei mangiò il frutto, già prima di Adamo sentì la conoscenza che produsse in lei l’efficacia determinante di persuadere il marito, tale che, con avvedutezza lo convinse a mangiare il frutto perché era buono. Con atto irresponsabile, Eva si fece rappresentante di satana, di attuare un atto trasgressivo. Più avanti, ci accorgiamo che a causa dell’effetto della vergogna del loro stato di nudità, preferirono di nascondersi di fronte la presenza di Dio, contrastando così, arbitrariamente, lo status stabilito da Dio. Questo aggravò il giudizio e la pena. A questo punto diciamo: è possibile che per una trasgressione causata oggettivamente da una seduzione, per la quale, poteva essere data una attenuante, confutabile per la debolezza della carne, Dio, abbia fatto scadere una pena così esemplare ed eterna? Secondo il nostro parere, non è stata per l’oggettività del fatto, piuttosto per la trasgressione al comando tassativo di Dio. Ciò che suscita stupore è che la pena che ha ricevuto la donna, mostra in un certo aspetto, la proiezione del frutto della conoscenza mangiato da Eva. Ora, quel frutto lo rigetterà con dolore, cioè, i suoi figli, che rispecchiano il frutto mangiato contro il divieto. La decisone che Eva ha preso senza consigliarsi con Adamo, colui, che gli aveva trasmesso il comando di Dio, quella decisone Dio l'ha rivolta contro Eva, sottomettendola a colui che l’ubbidì, cioè ad Adamo. Genesi 3:16 Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. E l’autodecisione presa, ora, dipenderà da suo marito. Per Adamo, la pena è stata conseguenziale è grave, Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare,…. con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Anche Adamo che ha mangiato il frutto proibito, ora, lo deve trarre dalla terra con dolore e fatica per tutti i suoi giorni. Vediamo, che la pena data da Dio, è stata dedotta dall’uomo stesso, cioè, la pena ha rispecchiato la proiezione materialistica del mangiare il frutto proibito, che con fatica e sudore gli viene quasi proibito.
Pace e fede nel Signore
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