lunedì, gennaio 24, 2022

SCACCIA QUESTA SCHIAVA E SUO FIGLIO

 

         Nel XXI secolo, ci accorgiamo che il sentimento di amore verso gli altri si sia discostato dalla sua propria natura ed è diventato compassione altrimenti detto “buonismo”.  A questo nuovo sentimento, non si vuole addossare alcun detrimento né alludere che esso sia causa di allontanamento del vero sentimento d’amore dell’uomo, poiché, anche Gesù fu chiamato il “Maestro Buono”. Tuttavia, è importante distinguere a chi esso è riferito, essendo che produce differenti conseguenze se è volto a persone o animali non appropriati al momento.  Quindi, essere buono non è sempre un comportamento da osservare, anche se le circostanze ci inducono a comportarci in tale modo. La frase che, nel merito, ci crea stupore è quella che Dio dice ad Abramo: Genesi 21:12 Ma Dio disse ad Abramo: Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua schiava: ascolta la parola di Sara in quanto ti dice. Sara, infatti, in un momento che vide Ismaele ridere su Isacco forse in un momento, in cui, il giovane espresse un senso di vanteria sproporzionato su suo fratello, disse: Genesi 20:10 Disse allora ad Abramo: Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco. Su questa espressione, esaminando la parola scaccia, potrebbe essere valutata come un indizio di discriminazione che ci porta ad essere in disaccordo con Sara e insospettabilmente con Dio, essendo che, in questo caso da apertamente ragione a Sara. Dobbiamo, allora, dire che da questo nostro disaccordo possa manifestarsi in noi un certo buonismo superiore a quello di Sara? No, diremo che esso sta fuori dal carattere divino, poiché Dio lo ha accettato. Se pur Dio, accettando la decisione discriminante di Sara, ha dato a Ismaele una grande eredità è difficile intravedere in questo contesto l’azione discriminatoria divina, poiché, impariamo che quello che conta è il risultato, come per l’uomo è la salvezza. Quando, allora, dobbiamo cacciare o non cacciare il prossimo, riferendoci alla decisione di Sara, se il prossimo ci deride o, in senso lato, ci disprezza? In situazioni di detrimento personale potremmo cacciare dal nostro podere e per sino dalla nostra nazione coloro che non ci rispettano. Questo è un problema. Ma se il fine è nel rispetto della propria immagine, questo atto non sarebbe discriminatorio, essendo che, l’azione scaturisce per la tutela del rispetto della distribuzione equa nel mondo degli uomini, comandato da Dio, moltiplicatevi e riempite la terra, quello che noi chiamiamo diritto umano della libertà privata. A questo punto, utile è richiamare i versi di: Isaia 46:11 Così ho parlato e così avverrà; l'ho progettato, così farò. 12 Ascoltatemi, voi che vi perdete di coraggio, che siete lontani dalla giustizia.  Il Signore è fermo nella sua decisione, poiché, è base solida di giustizia divina che produce il fine migliore per il soggiorno eterno. Dio è ordine e non accetta unioni promiscue di popoli.  Quindi, sebbene Abramo si dispiacque della decisione drastica di Sara, il fine di Dio porta all’ordine selettivo della sua progenie. Contrariamente, a quanto si possa pensare, la possibilità di una coabitazione di diversi popoli in virtù dell’amore e del buonismo, non funzionerebbe, perché Dio guarda al fine glorioso dell’umanità, per cui, nel nostro caso Dio non poteva permettere un abuso del fratello maggiore nei confronti di Isacco, per sempre.  Oggi le promiscuità sono di moda, in virtù di un buonismo che accetta di buon grado la coabitazione eterogenea, sistema innovativo del nuovo sistema ugualitario. Ma ciò che il nostro occhio vede bianco, può essere nero e viceversa. Così, meglio sarebbe accodarsi alla scelta selettiva che comanda Dio invece di cercare un nuovo sistema apparentemente avanzato e buonista che può condurci in una struttura Babilonica. Sulla definizione discriminatoria dell’uomo, ricordiamo: Matteo 15:24 Ma egli rispose: Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele. Gesù non fu discriminatorio, ma procacciatore di un cuore umile e sottomesso a Dio che in quel momento lo trovò nella cananea.

Pace e fede nel Signore   

 

 

 

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