Mosè,
come veci di Dio sulla terra e Aronne come profeta, sono stati i due personaggi
che hanno dato una svolta radicale al ministero di Dio nel vecchio Testamento e
fino a oggi, rimangono titolari della liberazione del popolo di Dio dalla
schiavitù d’Egitto. I loro caratteri vengono messi alla luce, sin dal primo
mandato che Dio diede loro di eseguire precise manifestazioni di prodigi
straordinari sia di convincere il faraone a liberare gli israeliti ma
soprattutto far conoscere a lui il vero Dio vivente. Non essendo Mosè di facile
favella, Dio, diede ad Aronne il compito di parlare per lui al faraone e al
popolo. Oltre ad essere insignito profeta, Aronne fu nominato capo stipite dei
sacerdoti di Dio. Ebrei 5:4 Nessuno può attribuire a se stesso questo onore,
se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Si nota che i due personaggi, si
attennero da subito a osservare fedelmente tutto quello che il Signore
comandava loro di fare nei confronti del faraone, ma anche furono pazienti a
sopportare critiche e insulti dal loro stesso popolo. Tuttavia, da questa loro
esemplare condotta verso Dio, non si capisce come Aronne, nel momento più
drammatico, abbia omesso di contrastare il popolo di Israele nel momento, in
cui, Mosè tardò a scendere dal monte del Signore. Il popolo gli chiese di
foggiare un idolo, esattamente, un vitello d’oro ma Aronne, non si oppose, con
fermezza, alla loro richiesta idolatra. Esodo 31:23 Mi dissero: Facci un
dio, che cammini alla nostra testa……. Esodo 31:24 Allora io dissi: Chi ha
dell'oro? Essi se lo sono tolto, me lo hanno dato; io l'ho gettato nel fuoco e
ne è uscito questo vitello. Sembra quasi che Aronne abbia acconsentito di
foggiare l’idolo, indirettamente, quando disse chi ha dell’oro? Questa
disponibilità di fabbricare un idolo, non fa che lasciarci delusi, in riguardo
alla credibilità del suo integerrimo carattere che, come sacerdote prescelto e
per la promessa fatta di collaborare con Mosè alla missione divina, già
dimostrata nel momento, in cui, andò ad incontrare suo fratello ad abbracciarlo,
dovevano essere dei principi saldi e inamovibili. In questa circostanza Aronne,
come profeta mancò di confermare la sua fede al Signore, mentre Mosè, come
rappresentante di Dio, sulla terra, fu fermo a rispecchiare la volontà divina. Per questo, Dio, voleva far morire Aronne.
Esodo 32:33 Il Signore disse a Mosè: Io cancellerò dal mio libro colui che
ha peccato contro di me. Solo l’intercettazione di Mosè redimì l’ira di
Dio, ma non senza conseguenze per Aronne, il quale, oltre a non vedere la terra
promessa, lui e la sua discenza a testimonianza del popolo dovevano portare un
pettorale, chiamato pettorale del giudizio.
Esodo 28:29 Così Aronne porterà i nomi degli Israeliti sul pettorale
del giudizio, sopra il suo cuore, quando entrerà nel Santo, come memoriale
davanti al Signore per sempre. Il pettorale del giudizio rappresenta il
giudizio che Dio darà al sacerdote, ogni volta, che il sacerdote entra nel
luogo santissimo. Come il popolo di Israele commise il peccato di sfiducia a
Dio, il pettorale, rappresentando le dodici tribù di Israele, saranno ogni
volta mostrati nel pettorale del sacerdote davanti a Dio nel lungo Santissimo, come
memoriale, per ricevere il giudizio.
La specificazione del pettorale così dettagliata in Esodo 28:15 mostra l’importanza
della sacralità pretesa da Dio dal sacerdote nel luogo santissimo, per il
quale, nel petto sono rappresentati tutti le gemme, riferite alle tribù di
Israele, considerati da Dio preziose, ma che il popolo li ha macchiati. Nel
luogo santissimo, Dio spiritualmente li purifica, dopo aver dato il verdetto di
giudizio al sacerdote.
Pace e fede nel Signore
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